venerdì 20 novembre 2020

Dal taccuino di Angelo Del Moro: IL PLACEBO AIUTA

IL PLACEBO AIUTA
di Angelo Del Moro

E' durante la pennica che il cervello si ricarica, preparandosi ad affrontare con solerzia, concentrazione e vigore le performances del giorno a venire. Come si fa quando il sonno stenta a coglierci e ci ritroviamo, nostro malgrado, ad affrontare la giornata solo con tre o quattro ore di faticato riposo alle spalle?

Semplice: basta persuadersi di aver dormito e il cervello si comporterà di conseguenza, mantenendo livelli alti di attenzione e dando il massimo.

Questa strategia è nota come "sonno placebo", ad approfondire l'efficacia è stato uno studio condotto dal Colorado College, pubblicato sul Journal of Experimental psychology. I ricercatori dell'ateneo hanno chiesto la collaborazione di alcuni volontari dei quali, attraverso un questionario, è stata indagata la qualità del sonno. Gli esaminanti sono stati poi eruditi sui benefici di una pennica prolungata, la quale agirebbe alla stregua di una panacea, potenziando le capacità cognitive del cervello.

Ma non è stato trascurato neppure di far presente gli effetti indesiderati di un sonno breve: problemi di memoria e concentrazione, performances fallimentari.

A questo punto, i ricercatori hanno collegato dei finti sensori ai volontari, facendo credere loro che, questi strumenti, fossero funzionali ad analizzare il sonno.

Al risveglio, gli esaminati sono stati suddivisi in due gruppi: coloro per i quali la fase rem era stata fugace e coloro per i quali era stata prolungata. I risultati sono stati però falsati, così da testare un effetto placebo di cui, sorprendentemente, fu data piena conferma: convinto di avere dormito beatamente, il primo gruppo diede il massimo in un test cognitivo. Per tutti gli altri fu l'esatto opposto.

Anche un ulteriore studio - in questo caso ad opera dell'Università di Sidney- diede riscontro di quanto, il sonno, sia suscettibile all'effetto placebo: in quell'occasione, ad alcuni individui sofferenti d'insonnia fu somministrato un "farmaco" privo di principio attivo. I pazienti credevano si trattasse di una innovativa medicina contro il loro persecutorio disturbo e, una volta assunta la "pillolina magica", sono finalmente riusciti a dormire.

Il professor Ben Colangiuri, commentò: "Il confronto senza trattamento significa che possiamo essere certi che il miglioramento che abbiamo osservato è dovuto ad un effetto placebo vero e proprio piuttosto che essere un'artefatto della semplice partecipazione ad un trial sperimentale. Lo studio fornisce nuove prove che esistono efficaci effetto placebo per la cura dell'insonnia. La finta pastiglietta, pur non avendo avuto alcun effetto sul sonno, agì sull'emotività degli indisposti placando la loro ansia indotta dall'idea di non riuscire a prendere sonno.

Et voilà: ecco che avvenne il miracolo.

Chissà se il placebo può rendersi utile anche per il mal d'amore! Certo che sì: i ricercatori della University of Colorado di Boulder, a 40 innamorati dal cuore infranto, ha somministrato uno spray nasale, presentandoglielo quale "potente analgesico per ridurre il dolore emotivo". I benefici dati dall'assunzione di questo palliativo, nei volontari, si sono resi visibili anche con la risonanza magnetica ai loro cervelli.

Vasto, 10 nov. 2020


Nessun commento: