domenica 23 agosto 2020

Dal taccuino di Angelo Del Moro: LA PAROLA "GIUSTIZIA" RACCHIUDE L'IDEA DI IMPARZIALITÀ, EQUITÀ E CONFORMITÀ A NORME ETICHE

LA PAROLA "GIUSTIZIA" RACCHIUDE L'IDEA DI IMPARZIALITÀ, EQUITÀ E CONFORMITÀ A NORME ETICHE,
di Angelo Del Moro

Nel corso dei secoli le procedure legali e i sistemi giudiziari sono stati riveduti e ristrutturati, con risultati in ogni epoca poco soddisfacenti. Ma la situazione in cui viviamo oggi è desolante come non mai nel corso della storia.
Il termine "ingiustìzia" è sulla bocca di tutti e ci ricorda la slealtà, la
parzialità, la cattiveria e il male che dobbiamo spesso patire a causa di chi gestisce il potere con opportunismo e cinismo.
Possiamo essere vittime di atti di ingiustizia in ogni ambito della vita sociale: sul posto di lavoro, a scuola, nei rapporti con le autorità, e la lista potrebbe continuare.
Le ingiustizie negli ultimi decenni hanno raggiunto livelli così elevati che sempre più persone sono risucchiate in un desolante vortice di amoralità dove non è difficile seguire quale principale metro di giudizio il mero egoismo di comodo. Un vuoto morale dove spesso l'ingiustizia sociale condanna una miriade di persone a una vita di assoluto disagio.
In certi paesi le strutture statali dovrebbero cambiare: si sono praticamente dissolte, per cui non esiste più alcuna autorità legittima in grado di proteggere i deboli dai forti.
Tutto ciò è preoccupante perché priva molti individui del diritto al benessere e li spinge in una spirale perversa che alimenta la disperazione. Dato che molte cose dovrebbero cambiare si invoca a gran voce "la riforma della giustizia", e invece le cose degenerano sempre di più ed è per questo alcuni diventano cinici o apatici e "rinunciano" o, più semplicemente, si disperano.
Si sono resi conto che è più facile desiderare di correggere alcune delle ingiustizie che farlo.
Il potere politico nel suo insieme ha una enorme responsabilità e non può ignorare il ruolo che ha nel determinare l'atteggiamento delle persone verso la legge e l'ordine. Troppo facile scaricare tutto sulle responsabilità degli "altri".
Non illudiamoci, l'ingiustizia ha permeato a tal punto la società umana, e la corruzione e cosi diffusa a tutti i livelli, che sperare in un cambiamento radicale sembra un sogno. Pensare che la spaventosa recessione che ci è piovuta addosso sia solo il frutto della pandemia del Cigno nero che tormenta questo 2020 è troppo semplicistico. La situazione si trascina così ormai da anni. Posso fare un esempio con la questione della pena per le attività criminose. I fatti ci dicono che per la maggioranza dei reati non è prevista l'arresto e che molti degli arrestati in una maniera o nell'altra, non vengono perseguiti; e molti detenuti sono rilasciati con facilità. Dal punto di vista di chi commette un reato la pena prevista è una probabilità, non una certezza. Poiché il rischio di venire puniti è così basso, i reati aumentano e con essi il numero delle vittime, in una spirale perversa.
Aveva ragione il libro biblico dì Qoelet: "A volte una condanna contro i criminali non viene eseguita subito. Per questo gli uomini continuano a compiere delitti" (8,11, TILC).
Una società dove non ci si pone il problema di perseguire subito il male è destinata alla fine.
Vasto, 10-08-2020

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