di Angelo Del Moro
Secondo la Treccani "sapere" è una parola, con radici nel latino classico, che significa avere sapore: essere saggio, capire", ad indicare la capacità di avere cognizione dì qualche cosa, possedere una nozione per averla appresa con lo studio o per averla ricevuta dall'insegnamento.
Nel corso della storia tanti nemici del sapere, purtroppo, hanno incoraggiato atteggiamenti antiscientifici sulla scorta di convinzioni religiose. La rivalità tra scienza e teologia è spesso sfociata in scontri aperti, così che idee religiose errate hanno indotto i teologi della Chiesa a rinnegare la verità scientifica.
Dovettero passare quasi 360 anni prima che la Chiesa cattolica riabilitasse Galileo.
Ma è pericoloso anche difendere certe "verità" scientifiche che si rivelano spesso vere e proprie bufale. Gli spettacolari risultati che la scienza ha ottenuto non devono farci credere acriticamente che ora nulla sia al di fuori della sua portata.
Oggi il commercio e la politica considerano la scienza, più che la religione, un potente strumento da usare per raggiungere i propri fini, che si tratti dì realizzare profitti economici o di consolidare il proprio potere.
La scienza si è trasformata in una sorta di "vacca sacra" che ha dato origine allo "scientismo" che altro non è che l'eccessiva fiducia nell'efficacia dei metodi delle scienze naturali applicati a ogni campo dì indagine.
In questo contesto ci sono molti che "non sanno di non sapere". Sono coloro che non avvertono nessun disagio per la propria ignoranza. E non si chiedono il perché della vita e delle cose perché non sanno che esiste un perché.
Altri invece sono coloro che "sanno dì non sapere". Hanno consapevolezza della loro elevata conoscenza ma la usano male perché non hanno più stimoli, non sentono più il bisogno di continuare a cercare perché sono convinti che non ci sia più nulla da esplorare oltre le colonne d'Ercole.
Altri ancora "credono di sapere". Sono coloro che ritengono di avere compreso tutto e orgogliosi delle loro certezze non avvertono a bisogno di confrontarsi con il sapere degli altri. Questo modo di vivere la conoscenza, unito ad una certa dose di presunzione, diventa un a miscela esplosiva, soprattutto per loro, perché nella vita arriva sempre il momento in cui qualcuno ti dimostrerà che ti sbagliavi e ti farà fare delle pessime figure.
Che dire poi di quelli che "fìngono di sapere" ?
Si rendono conto dei limiti della loro conoscenza ma non fanno nulla per colmarli e quindi passano la vita ad abbozzare. Un po' come quando un gruppo di persone osserva un quadro di Mirò. C'è sempre uno che esprime la sua ammirazione ma non perché ne conosce il significato ma solo perché conosce il significato ma solo perchè è un Mirò.
Vasto, 04 agosto 2020.
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