di Angelo Del Moro
Oggi abbiamo la consapevolezza che uno Stato dittatoriale agisce fuori di qualsiasi Costituzione e ogni dittatore degno di tale nome viola quest'ultima in quanto ha facoltà di poterla riscrivere a suo piacimento, ma anche la difesa della democrazia ha le sue contraddizioni.
Un significativo esempio è l'Algeria. In teoria (e in pratica) un governo che inseguiva la democrazia abdicò dagli stessi principi proprio per poter
difendere nel suo futuro prossimo.
E' un'altra aporia: pur essendo noti i presupposti risulta impossibile una soluzione entro l'ortodossia dei dettami.
Ancora oggi si deve constatare (con amarezza) che la democrazia è un lusso che non tutti i popoli (anzi pochi) si possono permettere. E' una controversa realtà ma la storia, anche quella più recente, racconta come siano falliti miseramente i tentativi (più o meno in buona fede) di esportarla in determinati luoghi del pianeta.
Ci limiteremo pertanto a considerare i vari mutamenti del significato di democrazia in opposizione a quello di dittatura. Quest' ultima nei tempi antichi non aveva dappertutto e necessariamente una connotazione negativa, il dictator romano era un magistrato straordinario per le emergenze (di regole bellliche) e aveva una durata massima di sei mesi. Poteri dunque ben (de) limitati.
Machiavelli e Rousseau non nascosero ammirazione per la dittatura romana e anche Garibaldi dopo la conquista della Sicilia si proclamò "dittatore".
Giovanni Sartori nel suo libro sulla democrazia distingue in ogni caso la "democrazia autoritaria" , che è cattiva, dalla "democrazia autorevole" che è invece quella buona.
Oggi abbiamo varie tipologie di democrazia, anche quelle che fanno capo a due soli partiti che fingono di essere diversi e in più propongono modalità elettroniche di voto la cui attendibilità fa accapponare la pelle. Tutto questo permette quindi che possa diventare presidente chi ha avuto meno voti.
Democrazia ma a salvaguardia del sistema.
Vasto, 02.07.2020
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