martedì 9 giugno 2020

ALLARME DI LAUDAZI : PILKINGTON, UN COLOSSO BARCOLLANTE E DAI DAI PIEDI TRAPIANTATI , IN ARGILLA


da Edmondo Laudazi (Nuovo Faro) riceviamo e pubblichiamo
PILKINGTON :  UN COLOSSO BARCOLLANTE E DAI DAI PIEDI TRAPIANTATI , IN ARGILLA  .

Nella vita non sapremo mai come andranno a finire le cose, ma ricorderemo sempre come sono iniziate.  

Pilkington Italia  (ex Siv) era un gioiello di famiglia , nato
all’interno delle ex Partecipazioni Statali a seguito di una grande azione di lotta sociale e popolare , subita ma accolta dalla politica italiana , a compensazione della utilizzazione dei giacimenti metaniferi rinvenuti nel basso Abruzzo .

 A Vasto e nel vastese questo colosso produttivo si è ,piano piano, affermato fino ad assumere una dimensione internazionale, radicando  e sviluppandosi sulla capacità dei tecnici e sul duro lavoro delle maestranze  locali . I nostri operai hanno , nel tempo , prima imparato la difficile arte del “fare vetro” e poi  hanno perfezionato le loro esperienze “sul campo” , fino a raggiungere elevati livelli di efficienza tecnologica e di capacità operative  , esportabili ed esportate in tutto il mondo .

Poi il gioiello produttivo e gli enormi investimenti pubblici sostenuti negli anni , sono stati improvvisamente dismessi e svalorizzati,  in una operazione  di mercato discutibile - che ancora oggi grida vendetta – con la azienda privatizzata e depositata sul mercato già saturo  , senza tutele e paracadute , addirittura spacchettandola e trasformando alcuni degli impianti satelliti costruiti per il mondo ( Spagna, Polonia, etc) in concorrenti spietati e favoriti sia  dalla posizione , centrale rispetto alla ubicazione delle   principali case auto , sia dai minori costi  di produzione,  relativi alle spese per il personale e per la enorme energia utilizzata nei processi di trasformazione  .

L’on. Remo Gaspari – padre rimpianto di cui  tutti i vastesi avrebbero quanto mai ancora bisogno  –, a scippo avvenuto, lo aveva purtroppo amaramente profetizzato : senza la testa operativa a San Salvo  e con il solo cuore degli operai , questo patrimonio del nostro territorio , scemerà la sua forza produttiva  e  potrebbe perdere   migliaia di posti di lavoro.  

Purtroppo  il preavviso di burrasca  , non è stato  ben valutato  da una classe politica locale inadeguata e distratta  e dai Sindacati aziendali, evidentemente tenuti all’oscuro delle decisioni strategiche  o impegnati a supportare il Management  in altre vicende : sta di fatto che più della  metà della forza lavoro diretta  è andata  persa . Migliaia di posti di lavoro,  sostituiti con tante pensioni che reggono ancora la economia del Comprensorio vastese , ma che sono destinate a finire. 

Negli ultimi dieci anni , si riscontrano pochissimi investimenti in prodotti e tecnologie  e solo un grande spolvero di ammortizzatori sociali e di solidarietà tra operai , per una gestione compassionevole della agonia aziendale . Mai avremmo creduto che si potesse arrivare tanto silenziosamente  in basso.

Quando abbiamo osservato che , nonostante il raccordo ferroviario interno allo stabilimento, i container pieni di vetro – trasportati con gli autotreni - venivano imbarcati sul treno nella lontana Sassuolo  , quando  abbiamo notato che quasi tutti  i  furgoni prodotti dalla  Sevel in Val di Sangro montano vetri di altri costruttori , quando ci siamo resi conto che il Centro Ricerche  è stato svuotato, smontato e , sostanzialmente , chiuso  nel disinteresse generale dei responsabili , ai vari livelli ,  allora si è bruscamente evidenziata la triste realtà di  un  ex gioiello produttivo italiano , divenuto ,purtroppo , solo un braccio  - obsoleto ed ingombrante - di un operatore internazionale mondiale, di cui  eravamo risorsa e per cui si rischia di diventare un problema  . Incredibile , ma senza logistica, senza vendite e senza sviluppo le aziende non vivono.

Il Covid 19 e le negative conseguenze sul mercato dell’auto , con il calo della richiesta , potrebbero oggigiorno fornire anche un inaspettato supporto ad un destino industriale  che sembrerebbe esssere stato disegnato a tavolino, nel panel aziendale della NSG Group : lasciare a San Salvo solo le produzioni a maggior valore aggiunto , indipendentemente dai volumi e dal dimensionamento aziendale , ulteriormente da comprimere , a seguito del mancato revamping di un forno float  – cuore dello stabilimento -  e della possibile chiusura di uno dei due soli forni ancora in esercizio .  Non una operazione immediata ma un tragico  destino .Noi non ci stiamo a morire di sfinimento . Bisogna, quindi, agire con rapidità , manifestando un chiaro dissenso a chi effettivamente decide il futuro degli stabilimenti NSG in Europa.

Poiché il governo italiano emanerà un apposito piano per il rilancio del settore auto , immettendo grandi risorse nello specifico comparto produttivo , allora è evidente che per Pilkington occorrerà  trattare con i veri proprietari della Società e con il management di gruppo , difendendo a tutti i costi i posti di lavoro - che rischiano di scomparire per sempre - in cambio di benefici  e tratteggiando quali siano le necessità  economiche  e morali da supportare ,  che rendano possibile superare la crisi  contingente e rilanciare  , anche diversificando prodotti e settore , la unità produttiva di Piana Sant’Angelo . La politica ed i rappresentanti del nostro  territorio nelle Istituzioni ( Sindaci, Consiglieri Regionali, Deputati e Senatori ) , se ci sono  battano un colpo  . O tacciano per sempre .

 Il Nuovo Faro di Vasto  -  Edmondo Laudazi    
                    

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