Tutti ne parlano ma il concetto ruota attorno ad un ragionamento molto semplice.
Nel 1992 - 28 anni fa - il cinghiale rischiava di scomparire e il governo emanando la legge 157/92 recepiva questa preoccupazione: all' art. 18 comma 1 lettera d) limitava i tempi massimi per la caccia al cinghiale "dal 1° ottobre al 31 dicembre o dal 1° novembre al 31 gennaio".
Negli anni successivi hanno fatto un ripopolamento con cinghiali non autoctoni che si riproducono a dismisura e la situazione dei danni è diventata oggi insostenibile.
Nel 1992 - 28 anni fa - il cinghiale rischiava di scomparire e il governo emanando la legge 157/92 recepiva questa preoccupazione: all' art. 18 comma 1 lettera d) limitava i tempi massimi per la caccia al cinghiale "dal 1° ottobre al 31 dicembre o dal 1° novembre al 31 gennaio".
Negli anni successivi hanno fatto un ripopolamento con cinghiali non autoctoni che si riproducono a dismisura e la situazione dei danni è diventata oggi insostenibile.
Perché non allungare la caccia per altri mesi per aumentare il numero dei capi abbattuti?
La domanda da porre alla classe politica è questa: SI PUO’ APPLICARE UNA LEGGE FATTA IN UN MOMENTO IN CUI IL CINGHIALE RISCHIAVA DI SCOMPARIRE, ANCHE IN UN MOMENTO IN CUI I CINGHIALI CE LI RITROVIAMO PERSINO IN CAMERA DA LETTO?
Devono cambiare le legge nazionale e la questione si risolve a Roma.
I presidenti delle Regioni e i parlamentari locali devono chiedere questo al Governo!
Detto questo, ecco ancora una nota del PD in cui si fanno altre chiacchiere.
NDA
La domanda da porre alla classe politica è questa: SI PUO’ APPLICARE UNA LEGGE FATTA IN UN MOMENTO IN CUI IL CINGHIALE RISCHIAVA DI SCOMPARIRE, ANCHE IN UN MOMENTO IN CUI I CINGHIALI CE LI RITROVIAMO PERSINO IN CAMERA DA LETTO?
Devono cambiare le legge nazionale e la questione si risolve a Roma.
I presidenti delle Regioni e i parlamentari locali devono chiedere questo al Governo!
Detto questo, ecco ancora una nota del PD in cui si fanno altre chiacchiere.
NDA
Basta con lo
scaricabarili, sui cinghiali la Regione intervenga
La Regione Abruzzo la finisca con questa politica dello
scaricabile. Si assuma una volta ogni
tanto le sue responsabilità dando risposte concrete ai
cittadini. Basta con questo uso e costume
di alzare le spalle dinanzi ai problemi addossando le
competenze alla Regione quando
amministrano una città o addossando le competenze al Governo
quando siedono sugli scranni
della Regione.
Basta con queste solite e sentite risposte di “Ma la Regione
non può far nulla”.
Il problema dei cinghiali è un problema serio che aumenta in
modo esponenziale e che sta
mettendo a dura prova gli agricoltori le cui campagne sono
distrutte e con danni incalcolabili.
Senza tralasciare poi i numerosi incidenti stradali con danni
alle auto e con automobilisti feriti.
Se l’Assessore all’Agricoltura, Emanuele Imprudente, se
l’Assessore Campitelli, se il Consigliere
regionale, Manuele Marcovecchio, non sanno cosa fare possono
prendere “spunto” dalla
delibera N° 68 del 27 Gennaio 2020 della Regione Toscana.
I problemi, quando si vogliono risolvere, la soluzione la si
trova.
Ma questa continua politica dello scaricabile di
responsabilità e competenze ad altrui “soggetti”,
tipico degli amministratori locali e regionali del centrodestra,
non giova a questo territorio.
È bene che i problemi si inizino a guardare in faccia. Meno
parate istituzionali, più fatti.
Pd Provinciale Chieti
Segretari del Vastese
1 commento:
Perchè i fantomatici "segretari" erano su Marte quando già negli ultimi anni il problema diventava sempre più evidente. Da una parte e dall'altra solo chiacchiere, as usual. Invece che farsi portatori nelle sedi opportune delle problematiche che insistono sui territori dei cui cittadini essi sono rappresentanti, si fanno portatori degli interessi della parte politica che li candida. E il tempo passa, gli agricoltori non sanno come fare, le auto si sfasciano, i motociclisti vanno in terra e i cristiani che vanno a spasso si trovano circondati da cinghiali. Che teatrino patetico.
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