mio zio materno, Domenico Spadaccini, in Australia dal 1947; era stato lui a farmi il famoso “atto di chiamata”, indispensabile allora per emigrare in Australia. La mia destinazione non era Melbourne nel Vittoria ma la citta di Griffith nel New South Wales, distante oltre 600 miglia. Bisogna premettere che a quei tempi le ferrovie variavano da stato a stato per “scartamento” (distanza tra i binari) e le strade erano per lo più piste sterrate che attraversavano immense foreste o zone desertiche. Salimmo sul treno quasi deltipo merci, carico anche di soldati che rientravano dalle vacanze natalizie. Dopo qualche ora, alla prima stazione, ci fecero scendere tutti, io non capivo, ero digiuno dell’inglese ma mio zio mi spiegò che era impossibile proseguire con il treno poiché più avanti traversine e ponti della ferrovia, allora in legno, stavano bruciando. Dopo ore di attesa, giunsero 7 autobus, erano corazzati, sembravano carrarmati; io e mio zio capitammo sul terzo autobus. Il viaggio proseguì in una visione apocalittica, attraversammo boschi in fiamme alimentate da un forte vento, vedevamo crollare nelle vicinanze alberi diventati gigantesche torce. Dopo qualche ora il nostro autista, un pazzo scatenato, sorpassò i due pullman che ci precedevano e che si erano arresi a proseguire, continuò cercando strade alternative, si fermò un momento e ci disse che se l’auto avesse preso fuoco avremmo dovuto rompere i vetri per uscire, (pensai tra me e me che potevamo finire dalla padella alla brace). Quel pazzo di un autista continuava effettuando di tanto in tanto brusche deviazioni per evitare tronchi infuocati che trovava sul percorso. Ormai non seguivamo più le strade tracciate ma le piste dei canguri. Dopo 5 ore di viaggio nella foresta in fiamme, riuscimmo a lasciarci il fuoco alle spalle, il nostro autobus fu l’unico che riuscì a passare e a portarci a destinazione. Appena è stato possibile siamo riusciti a riprendere un treno per giungere, dopo altre interminabili ore, finalmente a Griffith, dove il termometro segnava 48 gradi. Tra l’avventuroso viaggio e le estenuanti attese, erano trascorsi quasi due giorni.
Così sono stato accolto al mio arrivo in terra australiana… e in questi giorni difficili per l’Australia, sempre a causa del fuoco, ho rivissuto quei tragici, indimenticabili momenti.
Prima che io lasciassi Vasto, Don Felice Piccirilli mi fece avere il tesserino di reporter di “Famiglia Cristiana” ed io, appena ebbi in mano carta e penna, preparai il mio primo articolo dal titolo “AUSTRALIA TERRA DI FUOCO” e lo inviai a Don Felice.
Nicola D'Annunzio Perth
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