Un'immagine della Conferenza |
Il 16 Novembre 1899 fu una data tragica per la
città di Vasto. Quel giorno, a causa di un fortunale che si abbatté lungo il
litorale vastese, ben 21 pescatori persero la vita mentre erano intenti nelle
operazioni di pesca nel nostro mare.
Oggi
ha avuto luogo una solenne commemorazione dell’evento con Santa Messa e
scoprimento di una targa in piazza Cap. Olivieri con le toccanti parole del
presidente ANMI Luca Di Donato, del Comandante della Guardia Costiera Francesca
Perfido e del Sindaco Francesco Menna.
Ha
concluso la giornata il lancio di 21 rose dal Pontile e la conferenza sull’evento del 1899 nei locali del Circolo
Nautico Vastese, ex mercato ittico all’ingrosso di Vasto.
Dopo
il
saluto del Vice Sindaco Giuseppe
Forte, il Presidente dell’Associazione Vastese della Stampa, Nicola D’Adamo, ha
parlato dei rapporti della città con il mare, delle tante opportunità che il
mare offre. ma anche dei pericoli che esso presenta. Il mare ha portato
l’industria nella zona: la SIV (oggi Pilkington) è arrivata a Vasto perché c’era il Porto di
Punta Penna dove potevano attraccare navi di grosso tonnellaggio con le materie
prime. Il mare ha portato il turismo, basta vedere quanta gente lavora d’estate
in questo settore. Il mare ha ampliato notevolmente la nostra offerta
gastronomica con piatti unici e originali della zona. D’Adamo ha parlato poi
della Vasto di fine ‘800, con una comunità che faceva fatica ad andare avanti,
ma che cominciava già a muovere primi
passi verso l’era moderna. Erano anni in
cui la vita era difficile per tutti e molti cominciarono a prendere anche la
via delle Americhe.
La
parola è poi passata a Lino Spadaccini, cultore di storia locale, per la
rievocazione, attraverso l'esame della
documentazione dell'epoca, di quel drammatico evento che sconvolse la comunità vastese,
con la perdita di 21 persone davanti
alla spiaggia di Vasto. Una tragedia immane che ha segnato profondamente tante
famiglie con la perdita, oltre che dei propri cari, anche della loro unica
entrata economica, trovandosi di fronte alla miseria più assoluta. Comunque
segnali di solidarietà arrivarono dalle Istituzioni e dalla stessa comunità
locale.
Ma
oltre al naufragio del 1899, Spadaccini ha ricordato altri gravi episodi
avvenuti in mare, come riferiscono i
numerosi articoli apparsi sui periodici dell’epoca Istonio e Il Vastese d'Oltre Oceano.
E
c’è un aspetto molto triste: in molti casi le vittime dei naufragi erano ragazzini
tra i 9 ed i 14 anni.
Sì,
perché in quel periodo era normale imbarcarsi sin dalla giovanissima età, per
dare una mano ai propri famigliari o per cercare di riportare qualcosa a casa. La
miseria era tanta. Purtroppo, proprio perché più deboli nel fisico o meno
esperti nel nuoto, i ragazzini non riuscivano salvarsi.
Insomma
una riflessione profonda sul valore della vita e sulle evoluzioni socio-economiche avvenute nel secolo scorso,
che hanno portato ad un certo benessere, ma che comunque ci pongono di fronte a
nuovi problemi.
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