martedì 3 settembre 2019

"LA BAGNANTE" SIMBOLO DI VASTO COMPIE 40 ANNI: UNA FELICE INTUIZIONE DI NOTARO E BONTEMPO

 PRIMA PUNTATA DI 3
L'OPERA FU REALIZZATA DALLO SCULTORE ORTONESE ALDO D'ADAMO 

di LINO SPADACCINI 


Anche la Bagnante è entrata negli "anta". Di solito non si dovrebbe dire l'età di una signora, ma la nostra Bagnante, uno dei simboli della nostra terra, dal fisico sempre smagliante, che ci osserva in ogni momento della giornata dalla sommità dello scoglio di Scaramuzza, dopo tanti anni ha conservato intatto il suo fascino e rimane la più fotografata, dalle prime luci dell'alba fino al tramonto.
Certamente la nostra Bagnante,alta tre metri e sessanta, non ha nulla da invidiare alla più celebre e osannata Sirenetta di Copenaghen, una scultura bronzea alta 125 centimetri e dal peso di 175 kg, opera dello scultore Edward Eriksen, che raffigura la protagonista di una delle più celebri fiabe di Hans Christian Andersen, La Sirenetta.
Anche se spesso viene erroneamente chiamata "Sirenetta", il nostro monumento è dedicato alla bagnante, indiscussa protagonista dell’estate balneare vastese. "Bagnante era una volta colei che scendeva in spiaggia a prendere il sole e, appunto, bagnarsi – si legge in una nota stampata su un volantino realizzato dall’Azienda di Soggiorno e Turismo alcuni anni fa – per difendersi dal caldo, per assestare la linea, o semplicemente in ossequio di una delle più felici consuetudini dell’estate. Oggi dirsi bagnante presuppone qualcosa di più, al punto che si fa lecito parlare di uno stile (estivo) di vita… Di questa è la donna che si elegge a naturale
emblema, è che lei è chiamata a fare il colore di una spiaggia, a contrassegnare la caratura, a diventare insomma la signora indiscussa. Parità dei diritti maschili a parte, è fuori di dubbio che la spiaggia abbia non un re, ma una regina; e non una sola, bensì una serie innumerevole di regine oltre che di principesse".
LO SCULTORE ALDO D'ADAMO AL LAVORO.

Un monumento dunque dedicato alla bellezza femminile , che si erge imponente ed elegante su uno scoglio di Scaramuzza, nata dall’idea di Nicola Notaro, allora sindaco di Vasto, in collaborazione con l’Azienda di Soggiorno e Turismo guidata dal dinamico e indimenticato avvocato Roberto Bontempo.
Per la sua realizzazione fu chiamato lo scultore ortonese Aldo D’Adamo (1928-1990). Approvato il primo bozzetto, l’artista lavorò  alacremente al modello in gesso a grandezza naturale (opera che si può tuttora ammirare a Ortona nello "Spazio D’Adamo" in via Giovanni XXIII). 
L’artista modellò il suo personaggio in un atteggiamento naturale, ma se vogliamo, anche ambiguo, in quanto non è ben chiaro se si sta allacciando o slacciando il ridottissimo bikini, per godere, in maniera integrale, il sole e la spiaggia di Vasto Marina.
L’opera venne fusa nel bronzo presso la Fonderia Artistica Fracaro Arte di Vicenza. Aveva un peso di mezza tonnellata e un’altezza, come si diceva, di tre metri e sessanta. Il costo, secondo quanto riferito da Paolo Notaro, figlio del Sindaco, fu di 17 milioni di lire,  di cui 5 a carico dell’Azienda di Soggiorno.

Complessa fu l’operazione di installazione del monumento sopra lo scoglio.


 Il sindaco Notaro incaricò il consigliere comunale Lucio Basso Ritucci, uomo di mare,  a seguire l’intervento. "La prima operazione  che si fece fu la predisposizione della base – ricorda –ma ci vollero dieci giorni per farla essiccare bene. Tutti i lavori erano coordinati da mastro Nicola Gileno (alias Ciuffullatte), capo operaio dell’ufficio servizi del Comune".  Per trasportare la statua fino allo scoglio fu usata la  barca "Anna Marinucci"  dell’omonima famiglia. "Mio marito Gino Marinucci – racconta Grazietta Costantino – fu contattato dal Sindaco Notaro per questo non facile lavoro.  Quel giorno erano presenti tutti i fratelli Marinucci: Gino, Michele, Giuseppe, Nicola e Cesare"."A loro si aggiunsero parecchi operai del Comune,  tra cui ricordo Giuseppe Bastonno e altri",  aggiunge Ritucci. "Ma l’installazione risultò più difficile del previsto perché il trespolo predisposto  sullo scoglio era molto più basso della statua di cui non si conosceva l’esatta altezza e nemmeno il grande peso (3metri e 60 e ben 500 kg  ndr). Comunque con non pochi sacrifici la statua della Bagnante fu trasportata con la barca, trasferita pian piano sullo scoglio,  issata in alto e ben fissata sulla base già predisposta. Operazione complessa fatta con grande maestria, tanto che in questi 40 anni il monumento non ha mai dato segni di cedimento. Oggi necessita solo di una buona manutenzione per la tenuta della fusione".

Non sappiamo esattamente il giorno in cui vide la luce il Monumento alla Bagnante di Vasto , ma gli articoli di giornale parlano di fine estate 1979.

"Spazio D'Adamo" a Ortona: la Bagnante in bella mostra a grandezza naturale 
Il Corriere della Sera, il 19 settembre del 1979, pubblicò un breve articolo dal titolo  "Inaugurato il monumento alla bagnante in tanga". "Su uno scoglio della baia di Vasto, in Abruzzo – si legge nell'articolo – c'è un insolito monumento alto più di tre metri: è dedicato alla bagnante, ed è l'unico sulla costa Adriatica. La statua in bronzo raffigura una donna stilizzata che si allaccia - o slaccia - un «tanga». È il solo indumento indossato dalla figura, opera dello scultore Aldo D'Adamo. La statua è stata commissionata dal comune e dall'Azienda di soggiorno di Vasto. L'intendimento dei committenti era quello di porre in rilievo che «bagnante non vuol dire oggi solo prendere il sole e fare il bagno nel mare»: bagnante è «severo studio di ricerca comportamentale di massa». Il costume da bagno è «un modo di predisporsi nei confronti di quella sempre più obbligante stagione che è la balneare»".
La stessa Gazzetta di Chieti del 16 settembre parla di "Clou a conclusione dell'estate '79", e aggiunge: "Ha presto corpo a Vasto, in questa estate '79, una originale, felice iniziativa del Comune e dell'Azienda di Soggiorno: la posa su uno scoglio antistante la lunata spiaggia vastese del monumento alla bagnante, vale a dire alla protagonista indiscussa della stagione balneare".

Chiudiamo in versi con una bella poesia scritta da Fernando D’Annunzio, dal titolo
"Lu munumuènde a la Bbagnânde"

Si vvi’ a Lu Uâšte, abbass’ a la Marèine,
sopr’ a nu scuòje šta ‘na signurèine,
tutte di bbrànze, jé lu munumuènde
ch’è štàte dedicäte a la Bbagnânde.

Âdde, slangiäte, di bbillezzaräre,
‘i fa da spècchie l’acche di lumuäre;
quas’ a la nìute... sole la mutânde,
tutti li huârde, tutti ci si ‘ngânde.

Ognüne vàite ca šta maštrijènne
vicine a nu fiuccàtte, e s’addummuânne:
- ma la mutânde, chila ggiuvunàtte,
mo si li léve o mo si li màtte? -

Šta cacchidìune che n’ zi ni vo jè’
e aspette pi’ vvidà gna va ‘ ffinè’.

Un doveroso ringraziamento alla signora D'Adamo moglie dell’artista ed a Valter Polleggioni, suo allievo  per le informazioni fornite e il prezioso materiale fotografico.

LINO SPADACCINI 




IL MAESTRO ALDO D'ADAMO AL LAVORO
L'installazione del Monumento alla  Bagnante sullo scoglio
Archivio famiglia Aldo D'Adamo
Ortona "Spazio DAdamo"

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