Da VastoNotizie di Nicola D’Adamo agosto 1988
“Quando l'abbiamo rimesso a nuovo qualche anno fa, San Leonardo era un angolo di paradiso, sul fondo della 'peschiera' abbiamo anche scoperto un pavimento di maioliche antiche: il pavimento dell'antica chiesa”. A parlare con l'aria un po' delusa è Nicola Esposito, meglio conosciuto come Mastre Nichele, 77 anni compiuti, 43 anni di servizio al Comune nel settore della manutenzione: l'uomo che conosce Vasto mattone per mattone. Proprio a lui abbiamo chiesto di farci scoprire qualche angolo sconosciuto della nostra bella campagna.
"La zona di San Leonardo è situata sulla vecchia Vasto-Lanciano, un'arteria vecchia di secoli, che scendeva dall'Incoronata fino a questo vallone e risaliva verso l'attuale SS 16 all'innesto della zona di Pagliarelli". "In questa zona c'è acqua sufficiente - continua Mastro Nicola - per una intera frazione come Punta Penna. Poi è freschissima e leggera: provi ad assaggiare". In effetti è vero. L'acqua che proviene da sotto il verde costone è pura, fresca e di buon gusto. "Questa zona meriterebbe veramente più attenzione - conclude Mastro Nicola - è uno spettacolo, peccato che nessuno ci pensi! Queste canne poi hanno completamente coperto la fontana!".
Ma con mastro Nicola Esposito abbiamo poi visitato in una zona in contrada Polercia, la "Fonde Gilorme", sconosciuta quasi a tutti i Vastesi. Si tratta di una macchia di bosco in un vallone a ridosso della strada che da San Salvo porta a Cupello con una bella fontana ora semicoperta dalle erbe.
"Anni fa quando stavamo facendo dei lavori in zona - rileva Mastro Nicola - arrivarono dei Francesi e mi chiesero dove era la fontana. Evidentemente ce l'avevano segnata su qualche antica mappa. Quando videro in che condizioni era ridotta la "Fonde Gilorme" si misero le mani nei capelli! Riempirono le loro borracce senza neanche chiedermi se l'acqua era potabile e se ne andarono".
Ma era molto famosa questa, fontana? "Famosa? Qui venivano a predere l'acqua per San Salvo e per Cupello. Per terra ci sono ancora i mattoni consumati con le forme dei barili. Poi si fermavano per abbeverare buoi e altri animali: la fontana era abbastanza alta, solo da poco tempo è stata riempita sul davanti come si vede ora". "Anni fa facemmo un bel lavoro di pulizia: trovammo anche delle anguille. Ma ora tutto è ritornato come prima". È mai possibile che abbiamo tante cose da valorizzare e non le valorizziamo?".
Clorilde Pierantoni
Ma con mastro Nicola Esposito abbiamo poi visitato in una zona in contrada Polercia, la "Fonde Gilorme", sconosciuta quasi a tutti i Vastesi. Si tratta di una macchia di bosco in un vallone a ridosso della strada che da San Salvo porta a Cupello con una bella fontana ora semicoperta dalle erbe.
"Anni fa quando stavamo facendo dei lavori in zona - rileva Mastro Nicola - arrivarono dei Francesi e mi chiesero dove era la fontana. Evidentemente ce l'avevano segnata su qualche antica mappa. Quando videro in che condizioni era ridotta la "Fonde Gilorme" si misero le mani nei capelli! Riempirono le loro borracce senza neanche chiedermi se l'acqua era potabile e se ne andarono".
Ma era molto famosa questa, fontana? "Famosa? Qui venivano a predere l'acqua per San Salvo e per Cupello. Per terra ci sono ancora i mattoni consumati con le forme dei barili. Poi si fermavano per abbeverare buoi e altri animali: la fontana era abbastanza alta, solo da poco tempo è stata riempita sul davanti come si vede ora". "Anni fa facemmo un bel lavoro di pulizia: trovammo anche delle anguille. Ma ora tutto è ritornato come prima". È mai possibile che abbiamo tante cose da valorizzare e non le valorizziamo?".
Clorilde Pierantoni
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