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La chiesetta prima del restauro del 1998 |
Il 22 luglio la chiesa cattolica festeggia Maria
Maddalena (o di Magdala).
Nella nostra città esiste una piccola cappella rurale
a Lei dedicata immortalata in tanti quadri di pittori vastesi, insieme alla
bella villa presente poco più dietro.
Situata nell’omonima contrada, sulla chiesa, tra i secolari e enormi ulivi, si hanno scarse
notizie. La
costruzione dovrebbe risalire dopo il 1644, in quanto lo storico vastese Nicola Alfonso Viti, nella sua Memoria dell’antichità del Vasto, non ne fa alcun cenno.
costruzione dovrebbe risalire dopo il 1644, in quanto lo storico vastese Nicola Alfonso Viti, nella sua Memoria dell’antichità del Vasto, non ne fa alcun cenno.
Un altro storico vastese, Luigi Marchesani, ricorda
che "vi si fa nel dì 22 Luglio
mediocre festa; e coloro, i quali resister non possono a’ cocenti raggi solari,
vanno di notte a visitarla".
La festa, sicuramente di modeste proporzioni, ma
comunque molto sentita dagli abitanti della contrada, venne organizzata fino ad
una ventina di anni or sono. Poi la chiesa cadde in rovina, venne chiusa, in
quanto pericolante, e completamente abbandonata.
Finalmente, dopo tanti anni di denunce fatte
attraverso i giornali locali, sullo stato di deterioramento della cappella, nel
1998 l’amministrazione Tagliente eseguì i lavori di restauro, riportando la
chiesa al decoro che le spettava.
Prima del restauro del 1998, sulla soglia della porta
d’ingresso della chiesa, si poteva leggere l’anno 1942 e la sigla M.M. Mentre
sulla porta c’era la scritta "Benefattrice Zaccaria Rosa". A tal
proposito, all'interno della piccola cappella, è presente il legato, stilato nel
1959, da adempirsi dal parroco di S. Lorenzo:
Legato
Zaccaria Rosa costituito nel 1953 in Carte Debito Pubblico del capitale di L.
40.000 depositate nell'Ufficio Amministrativo Diocesano di Chieti con rendita
annua al Parroco di S. Lorenzo di Vasto do L.1.960 per due Messe perpetue
all'anno: una a Natale ed una all'Epifania, nella Chiesa della Maddalena, per i
propri defunti.
Vasto 1°
gennaio 1959
Il Vicario
Generale
Sac. Vincenzo
Russi
Ne "Il nostro calendario", il compianto
Espedito Ferrara, a proposito della festa della Maddalena, ricordava
A Sanda Mataléne,
se n’
z’èttajjäte,
se tajje la ‘véne.
Sanda Mataléne:
la nucèll’èbbell’eppiéne,
e le fëchere s’è ffatte
e luhrane sta ‘ lu suâcche
e nghell’uve ch’è ‘rruhuéte
pure lu uìne è assecuréte.
Tra i detti riguardanti la
Maddalena, Espedito Ferrara ne ricordava alcuni:
Fa’ Marte e Mmataléne: fare Marta e Maddalena.Tratto dai noti personaggi del
vangelo, vuol dire attendere all’una e all’altracosa, battersi su due fronti,
industriarsi a fare tutto.
Tojje
l’ârie gné Mataléne:una seconda
Maddalena un po’ vanitosa, intenta alla finestra per farsi guardare più che per
guardare.
E avviene che: Canda na fémmene sta ‘m benèstre la hatte
abbate... a la menèstre.
Ed
ancora, La quèrce de la
Mataléne : detto di persona robusta e di salute.
Si tratta appunto di una
solida quercia, che sorgeva accanto alla chiesetta: con la legna che se ne
ricavò si costruì una , che consentiva la celebrazione di una messa
annuale alla Maddalena.
Lino Spadaccini
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