lunedì 22 luglio 2019

Oggi festa della Maddalena: la storia e il fascino dell'antica chiesetta tra i secolari ed enormi ulivi

La chiesetta prima del restauro del 1998
di LINO SPADACCINI
Il 22 luglio la chiesa cattolica festeggia Maria Maddalena (o di Magdala).
Nella nostra città esiste una piccola cappella rurale a Lei dedicata immortalata in tanti quadri di pittori vastesi, insieme alla bella villa presente poco più dietro.
Situata nell’omonima contrada, sulla chiesa,  tra i secolari e enormi ulivi, si hanno scarse notizie. La
costruzione dovrebbe risalire  dopo il 1644, in quanto lo storico vastese Nicola Alfonso Viti, nella sua Memoria dell’antichità del Vasto, non ne fa alcun cenno.
Un altro storico vastese, Luigi Marchesani, ricorda che "vi si fa nel dì 22 Luglio mediocre festa; e coloro, i quali resister non possono a’ cocenti raggi solari, vanno di notte a visitarla".
La festa, sicuramente di modeste proporzioni, ma comunque molto sentita dagli abitanti della contrada, venne organizzata fino ad una ventina di anni or sono. Poi la chiesa cadde in rovina, venne chiusa, in quanto pericolante, e completamente abbandonata.
Finalmente, dopo tanti anni di denunce fatte attraverso i giornali locali, sullo stato di deterioramento della cappella, nel 1998 l’amministrazione Tagliente eseguì i lavori di restauro, riportando la chiesa al decoro che le spettava.
Prima del restauro del 1998, sulla soglia della porta d’ingresso della chiesa, si poteva leggere l’anno 1942 e la sigla M.M. Mentre sulla porta c’era la scritta "Benefattrice Zaccaria Rosa". A tal proposito, all'interno della piccola cappella, è presente il legato, stilato nel 1959, da adempirsi dal parroco di S. Lorenzo:

Legato Zaccaria Rosa costituito nel 1953 in Carte Debito Pubblico del capitale di L. 40.000 depositate nell'Ufficio Amministrativo Diocesano di Chieti con rendita annua al Parroco di S. Lorenzo di Vasto do L.1.960 per due Messe perpetue all'anno: una a Natale ed una all'Epifania, nella Chiesa della Maddalena, per i propri defunti.
Vasto 1° gennaio 1959
Il Vicario Generale
Sac. Vincenzo Russi

Ne "Il nostro calendario", il compianto Espedito Ferrara, a proposito della festa della Maddalena, ricordava

A Sanda Mataléne,
se n’  z’èttajjäte,
se tajje la ‘véne.
Sanda Mataléne:
la nucèll’èbbell’eppiéne,
e le fëchere s’è ffatte
e luhrane sta ‘ lu suâcche
e nghell’uve ch’è ‘rruhuéte
pure lu uìne è assecuréte.

Tra i detti riguardanti la Maddalena, Espedito Ferrara ne ricordava alcuni:
Fa’ Marte e Mmataléne: fare Marta e Maddalena.Tratto dai noti personaggi del vangelo, vuol dire attendere all’una e all’altracosa, battersi su due fronti, industriarsi a fare tutto.
Tojje l’ârie gné Mataléne:una seconda Maddalena un po’ vanitosa, intenta alla finestra per farsi guardare più che per guardare.
E avviene che: Canda na fémmene sta ‘m benèstre la hatte abbate... a la menèstre.
Ed ancora, La quèrce de la Mataléne:  detto di persona robusta e di salute.
Si tratta appunto di una solida quercia, che sorgeva accanto alla chiesetta: con la legna che se ne ricavò si costruì una , che consentiva la celebrazione di una messa annuale alla Maddalena.

Lino Spadaccini






MOLTI PITTORI HANNO IMMORTALATO LA CHIESETTA DELLA MADDALENA, QUI PRESENTIAMO TRE IMMAGINI DI ISIDORO VESCOVI (1913-1991)

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