venerdì 19 luglio 2019

Dal taccuino di Angelo Del Moro: INVECCHI PRIMA DEL TEMPO SE TI FAI TROPPI SELFIE

INVECCHI PRIMA DEL TEMPO SE TI FAI TROPPI SELFIE
di Angelo Del Moro

Una ricerca dei Journal of Investigative Dermatology pubblicata nel 2010, si descrive addirittura un danno da luce blu maggiore di quello causato dai raggi UVA. Probabilmente, questo effetto, è legato alla formazione di radicali liberi e all'insorgenza di fenomeni infiammatori responsabili dell'invecchiamento della cute. Allo stesso modo, questi processi, aumentano la degradazione del collagene, principale responsabile del tono e dell'elasticità cutanea.

Sarà mica questa la ragione per la quale, i nostri avi, riuscivano a conservare più a lungo una freschezza esente da ritocchini estetici?

Le fotografie erano lusso di pochi, tanto da rendere consueta la pratica dei ritratti post mortem: i familiari di un individuo trapassato, non avendo immagini con le quali conciliare il ricordo, ponevano la sua salma davanti all'obiettivo fissandola in pose plastiche. Nonostante questi scatti esercitino oggi una macabra soggezione in chi li osserva oggi, si rendono veicolo di un dignitoso contegno dal quale, i nostri infiniti selfie, saranno esenti agli occhi dei posteri.

Attenzione a peccare di vanità, perché il prezzo potrebbe essere alto: secondo il pare degli esperti, i selfisti più accaniti invecchierebbero precocemente, e nel sottoporsi a decine e decine di autoscatti starebbero barattando il turgore della giovinezza con qualche selfie di troppo. La potenza della luce blu potrebbe alterare la struttura della pelle contribuendo alla perdita della sua elasticità.

Pioniere della scoperta fu un medico inglese di nome Simon Zokaie, il quale riscontrando il prematuro detrimento facciale di una paziente, giunse alla conclusione di come il problema fosse imputabile al presenzialismo patologico della ragazza sul social network: la sua dipendenza la induceva a postare copiose sfilze di selfie al dì. La ventiseienne londinese non potè fare altro che accettare essere sfiorita prima del tempo, essendosi resa bersaglio prima del tempo, di continui bagliori nocivi che, a detta del medico, non sarebbero meno dannosi dei raggi ultravioletti emessi dal sole e dalle lampade abbronzanti.

Vasto, 10 luglio 2O19

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