Il primo foro stappato dai residenti con una canna |
L'allarme è lanciato da Nicola D'Adamo, presidente dell'Associazione Vastese della Stampa
Infiltrazioni sul muro: “E’ a rischio frana” Un elevato aumento di umidità nelle cantine, la presenza di equiseto e muschio nelle vicinanze delle abitazioni e il rischio concreto che le infiltrazioni di acqua possano aggravare il dissesto idrogeologico di piazza Marconi e della Loggia Ambingh.
Sono a dir poco allarmati i proprietari delle case e dei fondi agricoli in via Fonte Joanna, dove esiste un muraglione realizzato dal Consorzio di Bonifica Sud agli inizi degli anni ’90 e dai quali da sempre fuoriesce acqua sorgiva proveniente dalle falde presenti sotto il dirupo di piazza Marconi e Loggia Amblingh. Da qualche mese da quei fori non esce più acqua perché sono ostruiti.
“Abbiamo provato con una canna a stappare uno dei fori provocando la fuoriuscita di un getto d’acqua di notevole pressione”, racconta Nicola D’Adamo, presidente dell’Assostampa, uno dei proprietari, “tale fuoriuscita dimostra che dietro il muro si accumula una notevole quantità di acqua che probabilmente si distribuisce in altri strati del sottosuolo, creando notevoli pericoli di dissesto a monte (verso la città) e a valle verso le nostre case. Infatti come primo segnale registriamo l’elevato aumento di umidità nelle cantine e la presenza di equiseto e muschio nelle vicinanze delle abitazioni, cosa mai vista in passato”, sottolinea D’Adamo".
Il giornalista si è quindi rivolto al Consorzio di Bonifica Sud chiedendo “che vengano effettuate le necessarie verifiche tecniche per una seria valutazione sullo stato dei luoghi e la definizione delle indispensabili azioni di manutenzione, a partire dal semplice stasamento dei fori sul muraglione per ridare sfogo all’acqua, liberando i tubi dalle alghe che sono cresciute all’interno”.
La richiesta è stata protocollata lo scorso 15 maggio. L’ente consortile ha promesso il suo intervento, visto che la struttura è ancora di competenza del Consorzio di Bonifica, ma i tempi, a quanto pare, sono destinati ad allungarsi. Nel frattempo i proprietari delle case non nascondo la loro preoccupazione per l’umidità nelle cantine e per la presenza di muschio ed equiseto, piante diffuse in luoghi dove prevalgono l’ombra e la presenza di acqua.
Per non parlare dell’elevato dissesto a monte, con piazza Marconi e la balconata di Loggia Amblingh da sempre sorvegliati speciali. Ma c’è anche un altro risvolto di strettissima attualità.
Sono tanti i cittadini che da anni si interrogano sul perché l’acqua sorgiva che fuoriusciva dai fori del muraglione non venisse captata e utilizzata, anziché farla disperdere. In tempi in cui il prezioso liquido scarseggia – anche a causa delle condutture colabrodo – sarebbe una specie di “uovo di Colombo”.
Anna Bontempo (Il Centro)
Tags:franarischiovasto
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Un elevato aumento di umidità nelle cantine, la presenza di equiseto e muschio nelle vicinanze delle abitazioni e il rischio concreto che le infiltrazioni di acqua possano aggravare il dissesto idrogeologico di piazza Marconi e della Loggia Ambingh.
Sono a dir poco allarmati i proprietari delle case e dei fondi agricoli in via Fonte Joanna, dove esiste un muraglione realizzato dal Consorzio di Bonifica Sud agli inizi degli anni ’90 e dai quali da sempre fuoriesce acqua sorgiva proveniente dalle falde presenti sotto il dirupo di piazza Marconi e Loggia Amblingh. Da qualche mese da quei fori non esce più acqua perché sono ostruiti.
“Abbiamo provato con una canna a stappare uno dei fori provocando la fuoriuscita di un getto d’acqua di notevole pressione”, racconta Nicola D’Adamo, presidente dell’Assostampa, uno dei proprietari, “tale fuoriuscita dimostra che dietro il muro si accumula una notevole quantità di acqua che probabilmente si distribuisce in altri strati del sottosuolo, creando notevoli pericoli di dissesto a monte (verso la città) e a valle verso le nostre case. Infatti come primo segnale registriamo l’elevato aumento di umidità nelle cantine e la presenza di equiseto e muschio nelle vicinanze delle abitazioni, cosa mai vista in passato”, sottolinea D’Adamo.
Il giornalista si è quindi rivolto al Consorzio di Bonifica Sud chiedendo “che vengano effettuate le necessarie verifiche tecniche per una seria valutazione sullo stato dei luoghi e la definizione delle indispensabili azioni di manutenzione, a partire dal semplice stasamento dei fori sul muraglione per ridare sfogo all’acqua, liberando i tubi dalle alghe che sono cresciute all’interno”.
La richiesta è stata protocollata lo scorso 15 maggio. L’ente consortile ha promesso il suo intervento, visto che la struttura è ancora di competenza del Consorzio di Bonifica, ma i tempi, a quanto pare, sono destinati ad allungarsi. Nel frattempo i proprietari delle case non nascondo la loro preoccupazione per l’umidità nelle cantine e per la presenza di muschio ed equiseto, piante diffuse in luoghi dove prevalgono l’ombra e la presenza di acqua. Per non parlare dell’elevato dissesto a monte, con piazza Marconi e la balconata di Loggia Amblingh da sempre sorvegliati speciali. Ma c’è anche un altro risvolto di strettissima attualità. Sono tanti i cittadini che da anni si interrogano sul perché l’acqua sorgiva che fuoriusciva dai fori del muraglione non venisse captata e utilizzata, anziché farla disperdere. In tempi in cui il prezioso liquido scarseggia – anche a causa delle condutture colabrodo – sarebbe una specie di “uovo di Colombo”.
Anna Bontempo (Il Centro)
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Un elevato aumento di umidità nelle cantine, la presenza di equiseto e muschio nelle vicinanze delle abitazioni e il rischio concreto che le infiltrazioni di acqua possano aggravare il dissesto idrogeologico di piazza Marconi e della Loggia Ambingh.
Sono a dir poco allarmati i proprietari delle case e dei fondi agricoli in via Fonte Joanna, dove esiste un muraglione realizzato dal Consorzio di Bonifica Sud agli inizi degli anni ’90 e dai quali da sempre fuoriesce acqua sorgiva proveniente dalle falde presenti sotto il dirupo di piazza Marconi e Loggia Amblingh. Da qualche mese da quei fori non esce più acqua perché sono ostruiti.
“Abbiamo provato con una canna a stappare uno dei fori provocando la fuoriuscita di un getto d’acqua di notevole pressione”, racconta Nicola D’Adamo, presidente dell’Assostampa, uno dei proprietari, “tale fuoriuscita dimostra che dietro il muro si accumula una notevole quantità di acqua che probabilmente si distribuisce in altri strati del sottosuolo, creando notevoli pericoli di dissesto a monte (verso la città) e a valle verso le nostre case. Infatti come primo segnale registriamo l’elevato aumento di umidità nelle cantine e la presenza di equiseto e muschio nelle vicinanze delle abitazioni, cosa mai vista in passato”, sottolinea D’Adamo.
Il giornalista si è quindi rivolto al Consorzio di Bonifica Sud chiedendo “che vengano effettuate le necessarie verifiche tecniche per una seria valutazione sullo stato dei luoghi e la definizione delle indispensabili azioni di manutenzione, a partire dal semplice stasamento dei fori sul muraglione per ridare sfogo all’acqua, liberando i tubi dalle alghe che sono cresciute all’interno”.
La richiesta è stata protocollata lo scorso 15 maggio. L’ente consortile ha promesso il suo intervento, visto che la struttura è ancora di competenza del Consorzio di Bonifica, ma i tempi, a quanto pare, sono destinati ad allungarsi. Nel frattempo i proprietari delle case non nascondo la loro preoccupazione per l’umidità nelle cantine e per la presenza di muschio ed equiseto, piante diffuse in luoghi dove prevalgono l’ombra e la presenza di acqua. Per non parlare dell’elevato dissesto a monte, con piazza Marconi e la balconata di Loggia Amblingh da sempre sorvegliati speciali. Ma c’è anche un altro risvolto di strettissima attualità. Sono tanti i cittadini che da anni si interrogano sul perché l’acqua sorgiva che fuoriusciva dai fori del muraglione non venisse captata e utilizzata, anziché farla disperdere. In tempi in cui il prezioso liquido scarseggia – anche a causa delle condutture colabrodo – sarebbe una specie di “uovo di Colombo”.
Anna Bontempo (Il Centro)
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