Francesca Torricella |
Quest’anno il corso di scrittura creativa ha voluto riscoprire, attraverso il suo viaggio, il valore della lettera, un metodo oggi obsoleto di comunicare, più che mai presi dalle tanto amate chat di Facebook e Whatsapp.
Abbiamo riflettuto su come oggi i tempi siano cambiati: si assiste sempre
più all’evoluzione del nuovo modo di comunicare dove punti esclamativi e punti assumono un linguaggio emozionale diverso, meno razionale e non del tutto grammaticale.
Nel corso delle nostre lezioni, abbiamo ritagliato un angolo meditativo per riscoprire il valore autentico del comunicare: scrivere con la penna, dipingendo con le parole, gli stessi quadri che il grande artista Vincent Van Gogh affrescava con con le sue pennellate di colori scuri e accesi.
Punto descrittivo di riferimento è stato il famoso campo di grano con volo di corvi e la ronda dei carcerati. Abbiamo imparato a scrivere con le parole, come se le stesse venissero dettate dal cuore. E’ stato come incidere il proprio petto sulla carta, contenitore di fervida pienezza, poiché nella scrittura, l’io è sempre rivolto ad un tu. Questo tu, diventa poi, me, tu e molteplice, perché me è il tu di te stesso, tu sono i soggetti a cui i nostri scrittori si sono rivolti, e molteplici sono i tanti lettori che avranno cura di leggere questi scritti creati per lasciare ad ognuno un messaggio: il RICORDO di quel che è stato!
La parola ricordo suona etimologicamente come l’immagine del tenere a mente, tenere nel cuore. Non è memoria. Il ricordo richiama nel presente del cuore qualcosa che non è più qui o non è più adesso. E' la possibilità di consultare il passato, di interrogarlo, di distendercisi ancora non per fuggire malati di nostalgia, ma per capire ed essere capaci di cura e di responsabilità nel presente e nel futuro. Per tenere alta la consapevolezza sorridente di chi siamo, da dove veniamo e di dove abbiamo la possibilità di spingerci. Per non perdere niente di quello che naturalmente esce dalla nostra vita. Niente e nessuno. Il ricordo, nel caso di specie, è il ricordo di un’artista che ci ha permesso di guardare dentro le nostre vite, di rievocare chi non c’è più, di studiare un’emozione ed afferrarla fino a personificarla, di guardare dentro il nostro intimo, dentro il nostro “me”: l’io adulto osserva con nostalgia la sua vita trascorsa, apportandone considerazioni su tutto ciò che vorrebbe dirsi, un pensiero vola verso tutto ciò che ci è caro.
Ricordi sono questi scritti creati e realizzati dai corsisti che silenziosamente parlano per comunicarci il loro sentire, per mostrarci una fetta del loro mondo fantasioso, perché gli scritti sono animati da una mescolanza di reale e fantastico, ma mai banali.
Il titolo di questo corso… “Caro me”, abbraccia un mondo affettivo, rimembra quanto cari siamo a noi stessi, così come ci è cara questa terra dove abitiamo. Dove caro nel suo significato è tutto ciò che di più prezioso abbiamo, caro è tutto ciò che ci manca, tutto ciò di quanto più desiderato e gradito. Creare con la mente significa produrre, dar vita a qualcosa che abbiamo dentro, sfogliando il libro di Van Gogh “Lettere a Theo”, sono state scelte a sorte sette parole, a caso, catturate con gli occhi lì dove cadeva lo sguardo. Queste parole sono diventate, poi, il legame connettivo di una storia, una storia di felicità e positività che aiuta a migliorare il nostro vivere. Le parole le troverete in corsivo, e ci mostrano come , pur essendo non sense, possono avere un legame tra loro. Scrivere è pensare: esaminare, apprezzare e pesare le cose con l’intelletto.
La lettura è stato un valido stimolo a queste storie che sono i racconti di ognuno perché non vi è scrittura senza lettura e viceversa, i due ambiti devono coesistere insieme ed insieme esistere. Creare vuol dire poetare. Anche attraverso versi è stato descritto il fluire dell’anima dentro le cose che ci appartengono.
Questo libricino si consegna al lettore come un dono, un dono per riflettere, e per mostrare i frutti che questo percorso ha maturato: semi da lasciare nell’anima ripercorrendo nella sintesi la vita di Van Gogh, attraverso le sue lettere al suo “Caro Fratello Theo”. Un libro che ha spalancato davanti a noi numerose finestre, e ci ha posto anche davanti al seguente interrogativo: “E se noi fossimo pittori?” Quanto di bello dipingeremmo? Come affrescheremmo il nostro mondo?
I nostri corsisti lo scriveranno… Cara è la vita, cari sono questi nuovi anni che ci sfuggono tra le mani come acqua tra le dita, e ogni anno, apporta nuovi numeri, ripetizioni e novità. Caro ci è questo tempo che mi ha permesso di trascorrere queste preziose ore in compagnia dei nostri corsisti che tuttora ringrazio per questo vissuto insieme che ci ha permesso di guardare oltre l’infinito, e di allargare sconfinato il nostro sguardo verso nuovi orizzonti.
Vorrei dirti,
Non so,
come da queste parole,
Nascano fiumi in piena,
Come barlumi di esistenza.
Creare. Poetare.
Volare sulle cose,
Planandole dal basso
per raggiungerne
l’essenza e consegnarle
A te, che sei a me sì caro.
Francesca Torricella.
Nessun commento:
Posta un commento