di LINO SPADACCINI
Nel 1998 Vasto ospita nuovamente una tappa del Giro
d'Italia, la Foggia-Vasto di 157 chilometri.
Un grande avvenimento, non solo sportivo, fortemente
voluto dall'amministrazione comunale dell'epoca presieduta dal sindaco Giuseppe
Tagliente, a dieci anni di distanza dall'ultima tappa, vinta dallo svizzero StephanJoho.
È l'edizione ottantunesima della grande corsa rosa, in
programma dal 16 maggio al 7 giugno, divisa in
ventidue tappe preceduta da un cronoprologo iniziale, per un totale di 3811,6 chilometri.
ventidue tappe preceduta da un cronoprologo iniziale, per un totale di 3811,6 chilometri.
Alla presentazione del Giro i commenti non sono molto
favorevoli, in particolare molto critico è Marco Pantani, perplesso per la
presenza di sole quattro salite, peraltro, poco selettive.
Il Giro parte da Nizza, in Francia, con una cronometro
individuale di 7 chilometri. Ad affermarsi è lo svizzero Alex Zülle, che
vestirà la prima maglia rosa e la indosserà per dodici giorni non consecutivi.
Grande protagonista delle prime volate è il campione
Mario Cipollini. La terza vittoria, ottenuta sul traguardo di Lecce, gli costa
piuttosto caro a causa di una multa commutata per aver indossato sul palco la
maglia numero 10donatagli dall'attaccante dell'Inter Ronaldo.
Le immagini della tappa e dell'arrivo di Vasto fanno
il giro del mondo, grazie alle telecamere della Rai. Dopo cinque edizioni
consecutive trasmesse dalle reti Mediaset, il Giro torna ad essere trasmesso
dalla tv di stato con la telecronaca di Adriano De Zan ed il commento tecnico
di Davide Cassani.
La Foggia-Vasto sembra essere una tappa tranquilla
adatta ai velocisti. Tutti aspettano Cipollini, ma sul traguardo di via
Ciccarone, tra spintoni e qualche scorrettezza, sarà lo svedese Magnusson a
vincere su Martinello e Cipollini.
«Mario Cipollini fa il Fenomeno anche
quando perde – scrive il
cronista della Gazzetta dello Sport –
Nel senso che accetta la sconfitta con
grande dignità e fa festa lo stesso. Il suo popolo lo chiama a gran voce e
allora lui sale sul palco anche se il cerimoniale non lo prevede. Fa una
comparsata fugace e c'è da aver paura per la stabilità' di quei balconi,
traboccanti di gente, con vista sul traguardo. Cipollini saluta tutti, scende e
stringe la mano di Glenn Magnusson. "Ci fossero stati cinque metri in
più avrei vinto io perché rinvenivo a velocità doppia, ma non si può sempre
vincere - dice Cipollini -. Sono già
più soddisfatto di quello che ho fatto fino ad ora e so di potere fare bene anche
nei prossimi giorni perché ogni giorno che passa vado sempre meglio».
Il
vincitore, Glenn Magnusson, è nato a Goteborg, in Svezia, il 5 luglio del 1969.
È professionista dal 1995 e ha sempre militato nella sua attuale formazione,
l'Amore & Vita - ForzArcore di Ivano Fanini.
Ancora in
Maglia Rosa lo svizzero Zülle, con un vantaggio di 5" su Bartoli e
50" su Leblanc.
Il giorno
successivo, ancora grande festa a Vasto con ritrovo e punzonatura al quartiere
San Paolo, per la partenza della tappa Vasto-Macerata di 212 chilometri.
Vincitore dell'ottantunesima del Giro sarà Marco
Pantani, che bisserà il successo anche nel Tour de France, creando intorno al
ciclismo e alla sua persona, un favorevole consenso, che non si vedeva dai
tempi di Coppi e Bartali. Appassionante sarà il duello con Pavel Tonkov,
risoltosi nella tappa di Plan di Montecampione, dove il ciclista romagnolo
scatterà continuamente sull'ultima ascesa staccando il suo avversario a tre chilometri dal traguardo.
Lino Spadaccini
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