di LINO SPADACCINI
UN BEL GESTO: CIPOLLINI CON GIOVANNI, con a fianco il papà. A destra Nicola Gileno |
Il 19 maggio del 2000 Dimitri Konyshev della Fassa Bortolo vince allo sprint la sesta tappa del Giro d'Italia sul traguardo di via Ciccarone. In occasione del Giubileo, il Giro parte da Roma. Tra i favoriti per la vittoria finale spiccano il campione in carica Ivan Gotti, Gilberto Simoni, Francesco Casagrande, Paolo Savoldelli, Stefano Garzelli e Marco Pantani, atteso dopo le note vicende dell'anno precedente legate all'ematocrito fuori norma.
La Peschici-Vasto di 160 chilometri non offre particolari spunti e diventa quasi una tappa di trasferimento, a bassa andatura e
senza attacchi, nemmeno per cercare un momento di gloria davanti alle telecamere o per far felici gli sponsor. Soltanto a 40 chilometri dal traguardo c'è un piccolo sussulto, quando Girelli, Pieri e Ferrari si staccano dal gruppo per cercare i premi del traguardo volante dell'Intergiro. Il gruppo lascia fare, ma i fuggitivi racimoleranno al massimo 52 secondi di vantaggio. Sembra essere il grande giorno di Mario Cipollini. I tifosi si aspettano una sua vittoria, ma a vincere a Vasto, per la quarta volta consecutiva, sarà uno straniero. Sul lungo rettilineo, posto in leggerissima salita, dal gruppo compatto emerge il russo Konyshev, prende la testa e la mantiene fin sotto lo striscione del traguardo, battendo Blijlevens e Missaglia. Grande delusione per Cipollini, che rimane imbottigliato al centro del gruppo e non tenta nemmeno lo sprint, così come l'altro italiano accreditato per la vittoria, Ivan Quaranta. In ombra anche l'abruzzese Danilo Di Luca, già appagato per la vittoria del giorno prima sul traguardo di Peschici.
Grande festa per il pubblico vastese sugli spalti, sui balconi e lungo le strade con invasione finale di via Ciccarone a caccia di qualche autografo. In classifica generale rimane tutto immutato con la maglia rosa sulle spalle di Matteo Tosatto, con un vantaggio di 3" su Moreni e 14" sullo spagnolo Cataluna. Di Luca ha un ritardo di 31", mentre il "Pirata", Marco Pantani 1'11". Al termine della nona tappa, la prima con arrivo in salita, Casagrande vince in solitaria sull'Abetone e conquista la maglia rosa. Nei giorni successivi riesce a contenere gli attacchi degli avversari. Anche nelle tappe dolomitiche riesce a difendersi molto bene, ma è costretto ad abdicare in favore di Garzelli nella cronoscalata tra Briançon e Sestriere. Sarà proprio il corridore varesino a vincere l'edizione 83 del Giro d'Italia.
L'anno successivo, in occasione dell'84° Giro d'Italia, ancora un passaggio a Vasto, con il traguardo dell'Intergiro, posto all'altezza di corso Mazzini, nella tappa Fossacesia-Lucera.
Lino Spadaccini
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