lunedì 29 aprile 2019

Società Vastese di Storia Patria: testimonianze di guerra

IL RACCONTO DELL’AVIERE CENTENARIO GIUSEPPE CIMINI E LE TESTIMONIANZE DI CHI HA VISSUTO GLI ANNI DI GUERRA 1943-1944.
È stato seguito con grande interesse l’incontro-dibattito, organizzato presso il Palazzo D’Avalos, Sabato 27 aprile 2019, dalla Società di Storia Patria “Luigi Marchesani” di Vasto, sul tema: ‹‹Dopo l’8 settembre: l’esperienza dell’aviere Giuseppe Cimini e testimonianze dal volume “I fili della Memoria. Gli anni di guerra 1943-44”››.ù
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A presentare l’evento è stato il giornalista prof. Luigi Alfiero Medea, che ha svolto anche il compito di moderatore, sottolineando soprattutto il grande coinvolgimento, suscitato tra studenti e docenti il 18 gennaio 2019, alla prima presentazione del volume presso l’Istituto Statale Economico e Tecnologico “Filippo Palizzi” di Vasto. “Un progetto editoriale – ha aggiunto il prof. Medea – molto incisivo, perché si avvale di testimonianze a carattere locale, affiancate da approfondimenti che offrono un quadro più ampio della situazione”.

Il prof. Medea ha dato, quindi, la parola alla prof.ssa Gabriella Izzi Benedetti, Presidente della Società Vastese di Storia Patria, la quale ha rivolto un saluto e un ringraziamento ai presenti, ai rappresentanti delle istituzioni, agli autori dei racconti inseriti nel libro e, in particolare, all’aviere Giuseppe Cimini per avere accettato l’invito “quale testimone di un finale di partita drammatico che dopo l’8 settembre 1943 vide contrasti, ideologie a confronto, scelte difficili, com’era il momento storico che non permetteva sfumature, o da una parte o dall’altra”.

“Ci siamo riuniti questa sera – ha concluso la prof.ssa Izzi – per una riflessione collettiva e un dibattito che spero sia utile per tutti, affinché attraverso la memoria cresca la consapevolezza delle nostre responsabilità individuali e sociali”.

Il saluto dell’Amministrazione Comunale, anche a nome del primo cittadino Francesco Menna, impegnato altrove, è stato portato dal vice-Sindaco Giuseppe Forte, che ha richiamato l’impegno del Comune nella stampa del volume “I fili della memoria”, curato dalla Izzi e dal gen. Rastelli. Sono seguiti brevi interventi di altre autorità presenti: il sindaco di Gissi avv. Agostino Chieffo, che ha richiamato l’orgoglio della sua cittadina per la splendida figura dell’aviere Giuseppe Cimini; il Presidente dell’Associazione vastese della stampa, dott. Nicola D’Adamo, che ha spiegato l’importanza del suo racconto, inserito nel volume, sul “Campo di concentramento di Istonio Marina per gli Italiani Pericolosi”; il Presidente del Rotary Club di Vasto, dott. Adri Cesaroni, che ha evidenziato l’impegno del club nel partecipare e collaborare alle iniziative culturali e storiche che si svolgono sul territorio.

È seguita la relazione del gen. Gianfranco Rastelli che, presentando una breve sintesi degli eventi degli anni 1943-1944, ha circoscritto il suo intervento ad una visione militare, richiamando alla memoria le decisioni prese dal Comando tedesco e dagli Alleati per l’attuazione delle rispettive strategie, una difesa prolungata da un lato e l’attacco alla fortezza europea dall’altro, con una corsa alla liberazione di Roma. Il gen. Rastelli ha fatto, quindi, un cenno ai protagonisti di quei giorni, in particolare Erwin Rommel e Albert Kesselring per le Forze tedesche e Bernard Law Montgomery e Harold Alexander per quelle Alleate, per parlare, poi, della battaglia sul fiume Trigno, un confronto durato circa un mese, che ha coinvolto il territorio vastese, su cui si attestava la linea
difensiva tedesca Barbara, con il suo contributo di perdite tra morti e feriti di quasi 2000 soldati, mentre i civili hanno visto la morte di circa 240 persone.

Particolarmente incisivo l’intervento del Presidente regionale ANCI, avv. Luciano Lapenna, che nel ricordare come l’Abruzzo abbia dato un forte contributo alla resistenza, soprattutto con la Brigata Maiella, ha sollecitato una maggiore ricerca storica su questo tema così importante.

Ha preso, quindi, la parola il Luogotenente Ciro Confessore, Presidente dell’Associazione Nazionale Arma Aeronautica, Sezione di Vasto, il quale, dopo aver espresso il suo sentimento di gratitudine per l’Aeronautica Militare che lo ha formato come uomo, militare e cittadino durante i 40 anni di servizio, e dopo aver evidenziato gli impegni statutari dell’Associazione, da lui presieduta, tra cui quello di tramandare il patrimonio culturale e spirituale dell’aeronautica militare, ha subito aggiunto: “E’ stato motivo di grande piacere e di immenso orgoglio, grazie all’aiuto dei giornalisti Giuseppe Ritucci e Antonino Dolce di Zonalocale e del sindaco di Gissi avv. Agostino Chieffo, aver potuto già incontrare e dialogare con l’aviere centenario Giuseppe Cimini, entrando quindi fin dentro la storia. Colgo l’occasione dell’incontro di oggi per ricordare due nostri cari avieri scomparsi, coetanei di Cimini, anche essi figli della terra vastese, i quali sono ancora nel cuore dell’Associazione Arma Aeronautica di Vasto: l’aviere Leonardo Umile, fucilato dai tedeschi a fine guerra, medaglia d’oro al valor militare, a cui è intitolato il labaro di Vasto, e l’aviere Silvio Trivilini, inviato in guerra nella Campagna di Russia, che ha chiuso le ali a 95 anni nel 2016, sulla cui storia è in stampa un libro scritto dal figlio Renzo, nostro socio”.

Dopo il Presidente è intervenuto il segretario dell’Associazione Aeronautica, Roberto Bruno, che ha fatto un breve accenno agli aerei che Giuseppe Cimini ha conosciuto e descritto nei suoi racconti: i bombardieri trimotore S79 Sparviero, soprannominato Gobbo Maledetto, il CANT Z Alcione e il Caccia Macchi 202 Folgore, aerei impiegati nel teatro bellico del Mediterraneo durante il secondo conflitto mondiale. “Ciò – ha concluso Bruni – è una chiara testimonianza di quanto l’Italia sia stata sempre impegnata e in prima linea nel campo dell’industria aeronautica, dalla ricerca alla progettazione, costruzione e sperimentazione”.

L’atteso intervento dell’aviere Giuseppe Cimini è stato il momento clou della serata. Nonostante i suoi 100 anni, con voce squillante e con un eloquio chiaro, impreziosito da lucidi ricordi e da precise notazioni, l’anziano aviere ha incantato il pubblico presente raccontando le tappe principali della sua vita. Entrato al servizio della Regia Aeronautica Italiana, prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, presso il 30° Stormo di base a Forlì, con l’entrata in guerra dell’Italia, ha seguito il 30° Stormo rischierato nel giugno del 1940 in Sicilia sull’aeroporto militare di Sciacca. Come aviere attendente Cimini ha ricordato, tra le tante vicende, anche il non ritorno dalle sortite aeree di alcuni ufficiali piloti e dei loro equipaggi. Dopo la Sicilia, lo Stormo ha fatto rientro presso la base di Forlì e l’aviere Cimini è stato comandato presso Rodi dell’Egeo, dove ha continuato il suo servizio di attendente ai piloti ed alla logistica delle attività aeronautiche. Dopo Rodi sono iniziati per lui i periodi di prigionia. E’ rientrato, a fine conflitto in patria, affrontando numerose difficoltà.

Il prof. Medea, a questo punto, ha presentato la dott.ssa Raffaella Zaccagna, che ha letto alcuni testi pubblicati nel volume “I fili della memoria”, ricevendo applausi calorosi per la sua coinvolgente interpretazione.

La seconda parte dell’incontro si è incentrata sulle testimonianze rese a voce dal prof. Tito Spinelli (una storia, la sua, che sembra alleggerire la drammaticità di un tempo al quale egli guarda oltre la sofferenza), da Osvaldo Santoro (sfuggito per miracolo ad una scheggia di bomba), da Filippo Menna (un racconto contrassegnato dai gesti di solidarietà della sua famiglia nell’accogliere il soldato Luigi Tassone) e da Don Giovanni Pellicciotti (con i suoi ricordi della guerra vissuti da seminarista).

La serata si è conclusa con l’omaggio floreale per la prof.ssa Izzi e il dono di una medaglia ricordo per il gen. Rastelli, offerti dall’Associazione Arma Aeronautica di Vasto.

LUIGI MEDEA


RAFFAELLA ZACCAGNA HA VOLUTO DEDICARE QUESTO PENSIERO ALL'AVIERE CIMINI DI 100 ANNI (nella foto):
La storia tra le mani
Sgranata come un rosario
Narrata in prima persona
Con la giovinezza e l'ardore
Dell'aviere dentro la guerra...
La guerra che non "è una cosa buona"
Ma ti fa incontrare "persone buone"
Ancora una volta tra le parole commosse
Il dolore addolcisce nella riconoscenza
La paura sfuma nel coraggio
Della traversata
della sofferenza
della speranza
La storia tra le mani di un UOMO
Che porta nel cuore la medaglia al valore più prezioso:
La Memoria.

Grazie davvero caro Aviere Signor Cimini


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