LA RACCOLTA POETICA DI MAGDA ROVER “ISTRIA MIA”: UNA INTENSA E DOLOROSA TESTIMONIANZA SULL’ORRENDO SPETTACOLO DELLE FOIBE DA LEI VISSUTO ALL’ETA’ DI 7 ANNI.
Per i tipi de "Il Torcoliere", curata dall’Associazione Culturale “Premio Nazionale Histonium”, è uscita nei giorni scorsi la raccolta poetica “Istria mia” di Magda Rover, nativa di Albona (Pola) – la foto del paese natio è riportata in copertina -, ma residente da anni a Vasto (Ch), dove ha svolto la professione di insegnante elementare. Ora è in pensione.
È una raccolta intensa che coinvolge il lettore fin dalla prima lirica per i palpiti d'amore, espressi dall’autrice nei confronti della sua indimenticabile terra, l’Istria, ma anche e soprattutto per i sentimenti di dolore che affiorano al ricordo dell’orrendo spettacolo degli infoibati, da lei visto quando aveva appena sette anni.
Quell’immagine fu davvero scioccante, a tal punto da farle
desiderare di essere risucchiata nel caldo grembo della sua madre patria. Comunque, da allora iniziò il suo martirio interiore, quasi un continuo e atroce morire.
Tutti gli altri testi poetici si snodano sul filo memoriale. La poetessa con parole drammatiche racconta soprattutto la storia della sua gente, torturata e uccisa dai partigiani del Maresciallo Tito, e infine gettata nelle foibe, in queste voragini rocciose, create dall'erosione dei corsi d'acqua.
Particolarmente emblematica delle sofferenze subite dalle donne, spesso catturate al posto dei loro parenti, diventa la tragica sorte toccata ad una giovane studentessa universitaria di 23 anni, Norma Cossetto, che venne seviziata da 17 aguzzini per essere poi gettata nella foiba di Villa Surani. A lei e al suo martirio Magda Rover dedica due poesie con una forte partecipazione emotiva che rende la poetessa ancora oggi presente all'evento della macabra scoperta e la fa esclamare: "E quando la voragine rivelò il misfatto, / io ero là, Norma, di fronte a te, all’orrore... Il lo ero là, avevo sette anni, e... cercai una foiba anche per me". Un altro drammatico episodio riguarda la barbara uccisione del sacerdote cattolico don Miro Bulesic "immagine pura del Dio d’Amore".
Nei versi si incidono, infine, le vicende umane legate all'esodo forzato di tanti italiani, per salvarsi dalla feroce violenza titina, ma balzano anche motivi di perdono e un sospiro di speranza, quest’ultimo sottolineato soprattutto nella poesia che chiude la raccolta: “Oh vita! Vita! / Chi ti attraversa / a volte, ti strattona / e in tragedie immani / ti sbrindella / eppure / dal tuo groviglio dolorante / esce talor / sospiro di speranza”.
Molto ricco il curriculum letterario della Rover. Ha ricevuto, infatti, molti premi, tra cui il Premio di Levico Terme, Premio Riva del Garda, Premio S. Valentino, Premio della Cultura "Omaggio a Gianni Agus", "Omaggio a Eugenio Cirese" di Roma, "Gli amici dell'Umbria", "I Ponti dell'Arte" di Napoli, "Albero-Andronico" di Roma, Premio di Moncalieri (To). Il riconoscimento più bello lo ha avuto, vincendo il primo premio a Spoleto con una poesia dedicata all'amato figlio Roberto, deceduto.
È presente nell'antologia "L'amore e il tempo" (Ibiskos Edizioni) e nelle raccolte antologiche "Il sorriso del girasole" e "Frulli d'Ali" dell'Associazione "La Conca" di Roma. Sue composizioni sono state inserite nella Rivista "La notizia", organo d'informazione dell'Università delle Tre Età di Vasto e su "Il Vastese". È socia "poeta benemerito" dell'Associazione "Premio Nazionale Histonium" dal 2007. Ha pubblicato la raccolta di poesie Oceani di tenerezza (Edizioni Cannarsa, Vasto) e nel 2018 la Silloge Una rosa bianca (Edizioni II Torcoliere, Vasto).
Ha partecipato a 18 edizioni del Premio Histonium. Tra le affermazioni più importanti ricordiamo: il prestigioso "Trofeo della Cultura-Histonium alla Carriera" (2009), il 3° premio assoluto per la poesia su "La violenza contro le donne" (2012), il 2° premio assoluto per la poesia sulla "Libertà" (2014), il 3° premio assoluto per la poesia sulla "Emergenza droga tra i giovani" (2018).
LUIGI MEDEA
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