PRESENTAZIONE DEL LIBRO “OGNI
TUO RESPIRO È STATO IL MIO RESPIRO” DI GABRIELLA IZZI BENEDETTI
“Ogni lettore vi può trovare un prezioso insegnamento
per come gestire la propria esistenza accanto agli altri e di fronte agli
altri”.
di LUIGI MEDEA
Con il Patrocinio del Comune di Vasto, della Casa Editrice Albatros, della Società Vastese di Storia Patria “Luigi Marchesani”, del Rotary Club di Vasto, dell’Associazione Culturale “Premio Nazionale
Histonium” e dell’Associazione Vastese della Stampa, si è svolta, Giovedì 10 gennaio 2019, presso l’Archivio Comunale di Vasto la presentazione del recente romanzo di Gabriella Izzi Benedetti “Ogni tuo respiro è stato il mio respiro”.
Con il Patrocinio del Comune di Vasto, della Casa Editrice Albatros, della Società Vastese di Storia Patria “Luigi Marchesani”, del Rotary Club di Vasto, dell’Associazione Culturale “Premio Nazionale
Histonium” e dell’Associazione Vastese della Stampa, si è svolta, Giovedì 10 gennaio 2019, presso l’Archivio Comunale di Vasto la presentazione del recente romanzo di Gabriella Izzi Benedetti “Ogni tuo respiro è stato il mio respiro”.
Assente l’autrice, bloccata a
Firenze per ragioni di malattia, i saluti ai presenti sono stati espressi da Julia
Di Luca, segretaria della Società Vastese di Storia Patria, dal dott. Adri
Cesaroni, Presidente del Rotary Club, e dal consigliere comunale Elio Baccalà.
Sono seguiti i tre interventi
programmati, a cominciare da quello del giornalista dott. Nicola D’Adamo,
Presidente dell’Associazione Vastese della Stampa, il quale ha sottolineato che
il libro, racconto autobiografico sulla
morte del marito della Izzi, ripercorre anche la vita dell’autrice, che con
questo lavoro letterario indica un preciso messaggio: la scrittura come
“valvola di salvezza” con un esito narrativo di grande forza espressiva, che solo chi conosce a fondo l’arte dello
scrivere sa creare.
“La Izzi – ha proseguito
D’Adamo - lascia vagare la sua mente in un divenire di situazioni che partono
dal suo incontro con Puccio, per descrivere le affinità culturali, la vita
coniugale, i problemi e le gioie di quegli anni. Per poi approdare ad un
monologo interiore in cui affiorano in una libera rappresentazione tutti i ricordi, anche di altri congiunti,
così come compaiono nella sua mente, senza un preciso ordine cronologico.
Insomma un flusso di pensieri, come
ottima medicina che aiuta a liberarsi, a superare momenti di sofferenza, di
solitudine e di sconforto”.
“Nel volume - ha aggiunto D’Adamo - trovano posto tutte
le figure che hanno inciso sulla vita dell’autrice, con massima attenzione
al marito Puccio, ma anche agli altri. La Izzi parla
anche liberamente della sua infanzia,
della morte del padre che “lasciò mia madre a 35 anni con 4
bambine”, della sua determinazione di
frequentare l’Università a Genova, mantenendosi facendo ripetizioni tutti i
giorni in un Istituto di suore. Del suo arrivo a Firenze, della difficoltà di
integrarsi in quel tipo di ambiente, ma superata perché “la palestra della
forza è avvenuta per me all’interno dell’educazione ricevuta”. Dell’incontro
con Puccio che “ha fatto del mio vivere a Firenze la quadratura del cerchio”.
D’Adamo così ha concluso: “Il
volume è un aiuto prezioso per conoscere la storia di Vasto, sua città di origine, nell’immediato
dopoguerra: i suoi personaggi sono veri. Il lavoro offre numerosi spunti sulla
vita locale, sui valori e sulla mentalità delle persone del tempo, sugli incroci famigliari, sulla religiosità e sulla figura di Padre
Pio, su gioie e dolori di una piccola
comunità del centro meridione. I ricordi sono quelli di una generazione che “ha
vissuto una metamorfosi sociale più veloce rispetto all’ininterrotto mutare
della storia, ma che cozzando con l’antico crea conflitti notevoli, prima di
acquisire valore di normalità”.
Nel mio intervento, come
Presidente del Premio Nazionale Histonium”, ho esordito definendo il libro
della Izzi “bello, ricco di spunti riflessivi, coinvolgente, dove in più pagine
le parole si sciolgono in risonanze musicali che suscitano sussulti
dell’anima”, per poi fare una premessa, tesa a cercare due risposte al
perché l’autrice si sia decisa a
scrivere, in un romanzo, fatti della sua vita privata: esigenza di eternare il
suo amore per Puccio (“Finchè ti racconto, esisti”) e rivincita sulle
difficoltà incontrate da bambina che l’hanno bloccata sul piano della scrittura
intimistica.
Entrando nel vivo del mio
approfondimento ho evidenziato, quindi, sette punti importanti del romanzo:
l’IO – il TU – il NOI – la FAMIGLIA – le CITTA’ – la NAZIONE – Il CONFRONTO con
il lettore.
L’IO si riflette
nell’immagine che Gabriella costruisce di se stessa, in particolare quando
scrive che dopo l’infanzia e l’adolescenza il suo percorso esistenziale è stato
lineare, aggiungendo subito: “Ho puntato in alto, a volte riuscendoci a volte
no, ho inseguito sogni concretizzandone pochi, ma non rinunciando a sognare
ancora e ancora. Ho tenuto duro sui principi. In sostanza, ho vissuto di
presupposti più che di risultati”.
Il TU si concretizza nella
figura di Puccio, di cui Gabriella descrive con meticolosità le varie
sfaccettature caratteriali. Soprattutto viene evidenziato che Puccio era geloso
della sua intimità, una gelosia quasi “aristocratica”; molto orgoglioso a tal
punto da voler raggiungere i traguardi
con una continua sfida alle difficoltà, e su questo non aveva cedimenti;
appassionato dei libri legati a problematiche di ordine civile e di giustizia o
di quelli che riguardavano i classici (tutto ciò che era sdolcineria lo
irritava). Ma sul marito l’autrice è anche attenta a sottolineare i momenti
drammatici da lui vissuti sul piano della salute e gli eventi luttuosi, come
l’improvvisa e tragica morte del figlio Leonardo.
Il NOI si esplicita nel rapporto
di coppia che si instaura tra Puccio e Gabriella e che ha delle costanti:
l’idea di rapporto poggiata sulla condivisione, sul rispetto e sulla complicità
vicendevole; il desiderio in Puccio di proteggere la donna amata, perché alle
volte la vede indifesa; un rapporto che si prolunga in entrambi anche oltre la
morte.
Per quanto riguarda la
FAMIGLIA, essa trova uno spaccato interessante nel racconto della Izzi, la
quale parla soprattutto dei genitori, delle sorelle, zie, cognati. Ma ci sono
bellissime pagine anche dedicate alle donne che aiutavano in casa: Maria e
Vittoria, che sono state, dice Gabriella, “le preziose vestali della nostra
sopravvivenza”.
A questo punto ho ricordato
le quattro città che segnano il percorso formativo e lavorativo dell’autrice.
Vasto, sua città d’origine, Genova, Roma e soprattutto Firenze, di cui
Gabriella si innamora per la suggestione delle sue strade e delle sue
architetture, ma non dei suoi abitanti (l’autrice sente forte la solitudine e
trova un’apertura positiva solo quando conosce Puccio).
Ho sottolineato, inoltre, che
il libro si inserisce anche nella storia italiana, per cui potremmo parlare
senza ombra di dubbio di un racconto familiare che trova il suo humus di gioie
e di dolori a contatto con le vicende che hanno attanagliato gli italiani e,
quindi, gli abruzzesi, durante l’ultima guerra e, negli anni seguenti, nel
periodo della ricostruzione.
Infine ho trovato
interessanti alcuni pensieri di vita (incisivo è quello sulla pienezza
dell’amore), attraverso i quali la Izzi rivela maggiormente una delle sue
qualità di scrittrice, che vuole sollecitare il dialogo e il confronto. Ogni
lettore vi può trovare un prezioso insegnamento per come gestire la propria
esistenza accanto e di fronte agli altri.
Il terzo intervento è stato
quello del prof. Antonio Mucciaccio, già Dirigente Scolastico del Liceo
Classico “G. Perrotta” di Termoli (Cb) e attuale Assistente del Governatore del
Rotary International, Distretto 2090, Gabrio Filonzi. Mucciaccio ha espresso
innanzitutto il suo ringraziamento a Gabriella Izzi Benedetti perché la lettura
del libro gli ha dato l’opportunità di conoscerla meglio come scrittrice dallo
stile coinvolgente, per poi soffermarsi sia su alcuni episodi, che hanno
segnato la vita dell’autrice da bambina e da adolescente, sia sull’intenso
rapporto d’amore con il marito Puccio.
E’ stato compito di Raffaella
Zaccagna leggere alcuni brani tratti dal romanzo della Izzi. Una
interpretazione appassionata che ha dato l’opportunità ai presenti di
comprendere maggiormente la bellezza di un’opera letteraria, dove “l’amore
travalica i confini temporali e culturali”.
LUIGI MEDEA
Nessun commento:
Posta un commento