di Angelo Del Moro
Chi raggiunge sempre i suoi obiettivi ha posto l'asticella troppo in basso. Come si ricorderà, Roberto Baggio sbagliò l'ultimo rigore contro il Brasile nel campionato mondiale di calcio. " L'unica errore delia mia vita: Mirai alto e tirai alto pretendendo troppo da se stesso, dopo aver trascinato a suon di gol l'Italia in finale".
Ora ricordiamo solo l'errore di Baggio, perchè è l'idea platonica dell'errore, l'archetipo del fallimento. Allora imparare la lezione, come il caso di Niki Lauda che dopo il tremendo incidente sul circuito del Nurburgring dove venne miracolosamente estratto dalla sua Ferrari in fiamme, tornò audacemente in pista dopo sei sole settimane.
Ma all'ultima gara , con condizioni meteorologiche simili a quelle del disastro, decìse dì ritirarsi lasciando il titolo mondiale al rivale James Hunt. L'errore capita a tutti: sportivi, scienzati, imprenditori, a-rivisti. Che altro dire?
Il marchio Kodak fino a qualche decennio fa era sinonimo di fotografia: il 90 per cento delle pellicole utilizzate nel mondo veniva dalle sue fabbriche. La pellicola era molto preziosa per Kodak. Solo che quando nel 1975 un suo ingegnere, Steven Sasson, inventò la prima fotocamera digitale, l'azienda andò in crisi ed addirittura in bancarotta nel 2012. Un mese dopo, Facebook acquistò per un miliardo di dollari Istagram, una start-up con tredici dipendenti che consentirono di condividerere foto digitali. Un altro caso. Quei quattro ragazzi non erano male, ma non fecero colpo e vennero scartati. Erano i Beatles. Per intuire le vere potenzialità del complesso rock più famoso di tutti i tempi, sulla base di quell'esibizione scialba, non sarebbe bastato l'intervento miracoloso di Santa Cecilia, patrona dei musicisti. I Beatles vennero ripescati dalla EMI con un contratto miserrimo, e fu il pubblico, non i discografici ad apprezzarne la grandezza.
Vasto 12.11.2018.
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