ECCO GLI ESERCIZI LE PAROLE GIUNTE PER RAGGIUNGERE LA FELICITA'.
di Angelo Del Moro
La felicità non è una pepita d'oro, ma è un muscolo da allenare con tenacia. L'esperta di felicità si materializza con un sorriso sulle labbra e una scintilla negli occhi. Si chiama Alì Beltrame. Alì ha studiato sodo filosofi, psicologi e testi di tante religioni, ha diplomi e abilitazioni. Durante il corso cita tutti i fondamenti scientifici che supportano le sue parole quando dice: "Se ce l'ho fatta io potete farcela anche voi" a convincere tutti che la felicità è solo un
allenamento.
A vent'anni, Alì ha visto la malattia rosicchiare la sua gioventù e inghiottirsi il corpo della mamma. A trenta è rimasta vedova con un figlio. Poi è arrivato un nuovo uomo. Poi un altro figlio. "Insomma, di sfighe ne ho avuto tante" dice lei sorridendo. E come a spiegare come è possibile raggiungere la felicità nella propria vita. La prima regola è smettere di cercarla fuori di noi.
"Viviamo immersi nella cultura della mancanza. Leghiamo la felicità al raggiungimento di un obiettivo e diciamo: "Sarò felice quando sarò ricco; oppure troverò il/la compagno/a della mia vita; o ancora quando andrò in vacanza". Ma il futuro è un'allucinazione. La felicità bisogna cercarla, nella giornata e nel momento in cui si vive. Se si pensa al passato ci si deprime, l'idea del futuro crea ansia. insomma, il primo insegnamento è gustarsi il presente come quando si succhia una caramella.
E poi bisogna rivoluzionare la percezione che abbiamo di noi. "Dobbiamo riscoprire la responsabilità delle nostre emozioni e, quindi, sganciarci dall'incolpare qualcosa di esterno, di quello che noi proviamo. Invece di soffermarci su quello che non siamo, o non abbiamo, dovremmo imparare a ribaltare la prospettiva da cui ci guardiamo e finalmente pensare di essere abbastanza. Viviamo in una sorte di sottomissione che porta alla paura". Alì si ferma, prende fiato, ma è chiaro che la sua è per lasciar sedimentare questi concetti. Poi riprende a parlare. "Abbiamo timore di reagire a persone, fatti o eventi. Fatichiamo a uscire da situazioni che sono dannose per noi, ma non ci sentiamo abbastanza preparati per affrontare qualcosa che non conosciamo. Restiamo nel nostro brodo, che non ci piace, ma non abbiamo la forza di cambiare, la nostra forza. La nostra energia si auto-consuma ci porta non tollerare la loro carica energetica. Il nostro spegnerci, ci porta a non tollerare la nostra carica energetica.
C'è questa lotta continua tra il bisogno di muoversi, di urlare, di sapere la nostra bassa frequenza. Ali da dei suggerimenti pratici. Il primo quando ci sentiamo sotto pressione, quando le cose da fare sono troppe e il tempo è poco, bisogna fermarsi e fare un bel respiro. " Un atto semplice. Che ha dei benefici immediati: intanto ossigena il cervello e ci impedisce di commettere errori perché quando non abbiamo la mente offuscata prendiamo decisioni e facciamo cose sbagliate . II secondo è quello di riportare l'attenzione sul presente". Dovremo imparare a riflettere su quello che ci accade dentro e non farcì travolgere dallo tsumani delle nostre giornate piene di impegni.
Bastano pochi minuti.
Con grande sorpresa scopriamo che esistono due parole che ci proteggono dallo stress, dalle persone che ci riversano addosso le loro idee rifiutando un confronto costruttivo. Dite: "Hai ragione" che zittiscono l'interlocutore.
Vasto, 26.11.2018
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