prof. Aquilano |
Questo si sviluppa grosso modo da sud a nord, raccogliendo l’acqua che si raccoglie in una vallecola nei pressi di Sant’Antonio e da altri minori “serbatoi”, lungo un percorso sotterraneo di oltre due chilometri che costeggia, ad una certa distanza, la falesia di Vasto, giungendo sino ad un complesso di cisterne,alcune ormai inutilizzate ed altre utilizzate per altre funzioni, nei pressi del Mercato di Santa Chiara. L’esposizione del prof Aquilano è stata seguita con attenzione da alunni e docenti che sono rimasti sorpresi ed affascinati dalle dimensioni del cunicolo, dalla difficoltà degli speleologi che vi si addentrano, dalla presenza di incrostazioni calcaree e dalle tecniche che sono necessarie per calarsi o riemergere senza particolari sforzi nei pozzi di accesso che, dando “luce” al pozzo stesso, hanno dato il nome di Acquedotto delle Luci al cunicolo. Un accenno ad altri due acquedotti, uno a San Salvo, accessibile, ed un altro ancora a Vasto, detto del “Murello” di cui una parte era anche realizzata in superficie. Una serie di domande da parte di alunni e docenti ha concluso questo incontro caratterizzato dalla grande attenzione con cui l’intervento del prof. Aquilano è stato seguito. I prossimi incontri sul tema vedranno l’impegno dei relatori, dei docenti e degli alunni nell’osservazione di superficie dell’acquedotto con la descrizione fotografica e topografica delle varie “luci” che si incontreranno lungo il percorso.
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