giovedì 13 settembre 2018

Emigrazione - I FRATELLI MARIANI, DUE LUNGIMIRANTI VASTESI IN AMERICA

Ad inizio '900 tramite la dinamica "Mariani Bros" distribuivano  in USA tutti i prodotti italiani.

I fratelli Mariani (da Il Libro d'Oro 1914, archivio Remo Petrocelli)

di Remo Petrocelli

Nei primi del ‘900 una moltitudine di Italiani emigrò negli Stati Uniti. Le statistiche parlano di circa 4 milioni nel periodo 1900-1920. Tra questi molti vastesi, alcuni dei quali  ebbero grande fortuna, come il caso dei fratelli Oreste e Umberto Mariani di cui siamo riusciti a ricostruire l’entusiasmante  storia.

Il primo ad emigrare fu il fratello minore Umberto (Vasto 16-1-1879, Vasto 9-2-1951), che salpando da Napoli a bordo della nave a vapore Spartan Prince arriva a New York,  o meglio a Ellis Island,  il 6 maggio 1900, con in tasca 19 dollari.  Il 25 giugno 1901 lo raggiunge Giulia Zaccagnini (Vasto 30-11-1880, Vasto 11-7-1972) che sposerà l’anno successivo. 

Il fratello maggiore Oreste (Vasto 13-3-1877, Nanuet USA 23-2-1950), arrivò a New York sei mesi dopo, in data 2 novembre del 1900. Pur essendo un esperto pasticciere ricominciò la sua carriera da apprendista. Nel 1905 mise su una sua pasticceria,  in cui collaborava la moglie come cameriera. Pasticceria che poi divenne famosissima a New York  e gli assicurò ampi guadagni.

“Quando credette giunto il momento propizio - è scritto in una pubblicazione aziendale -  Oreste si unì al fratello Umberto, che nel frattempo si era dato al commercio vinicolo, e con lui gettò le basi dell’attuale ditta”, la Mariani Bros. 

Probabilmente
Umberto e Oreste, i nostri "Mariani Brothers", saranno stati comunque inizialmente ispirati al settore merceologico degli spiriti da un famosissimo prodotto, il “Vin Mariani" creato un loro omonimo (ma nato in Corsica). Questo prodotto, pubblicizzato in maniera martellante fin dalla fine dell’800 sui quotidiani, ebbe molto seguito poiché sfruttava l’effige di Papa Pio XIII e una sua dichiarazione quale "tonico efficace". Si trattava sostanzialmente di una bibita alla coca in alcool, insomma un'antesignana della più fortunata Coca Cola.
Oreste Mariani
(foto dal passaporto, archivio Remo Petrocelli) 

Nel 1910 la svolta: mettono su una società di distribuzione all' ingrosso e distilleria, la "Mariani Brothers" (dei fratelli Umberto e Oreste) con sede in 506 West Broadway in cui la moglie di Oreste fa da tesoriere, Umberto è vice presidente e contabile  lo zio Paolino (Paul) Monacelli.

Le caratteristiche innovative di questa società sono di essere multiforme, cioè di vendere/importare di tutto: dai sigari, all'olio, pasta, generi alimentari, aceto di vino rosso dalle "proprie cantine di Vasto", libri in italiano (500.000 libri a catalogo - a questo si dedicherà più lo zio Paolino). I fattori chiave della società sono vendita per corrispondenza (il suo catalogo fu stampato in 100.000 copie!) al pagamento in contanti, prezzi molto competitivi e buona merce importata, e ove possibile copiata e prodotta direttamente in USA.

Potremmo definirla sia una Amazon ante litteram che una sorta di patronato/società di servizi ad uso degli italiani.
Le cantine dei magazzini della Mariani Bros
(da Il Libro d'Oro 1914, archivio Remo Petrocelli)
Oreste infatti prende anche la qualifica di "pubblico notaio" in USA (forse in onore del nonno notaio in Lanciano) e si offre per transazioni per chi ne avesse bisogno, i suoi uffici sono poi disponibili letteralmente per "chiunque abbia problemi".

Mentre Umberto farà da agente di liquori di una produzione, effettuata però in loco, di una serie di prodotti "italian sounding" tra cui il liquore Garibaldi, la Granatina, la Menta Glaciale con menta alpina [sic!], l'Alchermes di  Firenze [sic!] insieme a moltissimi altri. Il tutto è venduto in accattivanti confezioni con bandiere italiane e sfondi alpini. Riesce perfino a brevettare alcune 'nuove tipologie' per gli Stati Uniti : ad es. il "Rhum tipo inglese", il “Liquore Cannella” e infine la "Sambuca Purissima" (1914) ,oltre al Ferro-china Marion nome brevettato nel settore medicinale sin dal 1908!

I grossi quantitativi di vino gli arrivano dall'assolata California dalle cantine dell' italiano Francis Passalacqua, un entusiasta produttore di un’uva da lui battezzata barberone - marchio che  tenta anche di registrare.

I due fratelli, sempre orgogliosi delle loro origini, nel gennaio 1915 avuta notizia del rovinoso terremoto di Avezzano, avviano una grande sottoscrizione attraverso il New York Herald, tra la comunità degli abruzzesi in USA. Lo zio Paul Monacelli,  che porta con sé una solida istruzione come i Monacelli di Vasto (p. es. Emilio è direttore del periodico Istonio),  nel tragico evento collaborerà anche con un paginone di appello, disegnando di suo pugno perfino una mappa dell'Abruzzo con evidenziato l'epicentro e le varie distanze dagli altri centri.  La raccolta fondi avverrà nella solita sede aziendale, mentre Umberto da Napoli verrà sollecitato attraverso un cablogramma a recarsi sul posto, ad Avezzano, per stilare le liste del necessario. Bisogna riconoscere in questa mobilitazione anche una bella operazione mediatica.

Ma l’azienda subì una battuta di arresto nel 1920 quando il “proibizionismo” diverrà effettivo negli USA. La città di New York si chiuse in una sorta di dogana e la comunità italiana fu messa sotto stretta osservazione.

I Mariani a quel punto avendo comunque già accantonato un bel gruzzolo, con la Mariani Bros Inc.  attuano un aumento di capitale da 15.000 a 100.000 dollari. Sono però costretti a una sorta di accantonamento del "materiale alcolico", e comunque ad una forma di diversificazione , come evidenziato dalle successive operazioni finanziarie rispettivamente in Italia e in USA, sebbene a causa della borsa nera, il business degli alcolici diventasse sempre più attraente. Infatti il prezzo degli alcolici decuplicò e prese molto piede la moda dei night club.

Le prospettive sui liquori, come detto, erano cambiate,  così Umberto che seguiva il comparto degli alcolici nel 1922 decide di rientrare in Italia.

Oreste si trasferisce con la moglie a Pearl River, una periferia rurale, poi semi industriale di New York. Qui acquista una dismessa struttura di una protoindustria farmaceutico/alimentare, la Lederle Laboratories presente in zona dal 1906, insieme a diversi terreni. E trasforma questo ex grosso magazzino in un locale pubblico il Paradise Inn (tuttora esistente!). L'area ha, come detto, ottime prospettive di sviluppo. Malgrado le ottime premesse il 21 luglio 1922 Oreste subisce una rapina nel suddetto locale e nel drammatico evento resteranno feriti lui e il figlio sedicenne Joseph. Dopo l'esperienza negativa, il locale fu ceduto ad altri.

Ma Oreste aveva sempre ottimo fiuto. Questa volta l'intuizione fu di non cedere l'area retrostante (poi in proprietà della moglie) consistente in diversi ettari coltivati a vite per vino bianco, insieme a un'altra casa adiacente. Ha accantonato, in attesa di tempi migliori, nelle relative cantine un'ingentissima quantità di bottiglie di vino e spumante (si parlò di un valore stimato di 250.000 dollari per la supervalutazione da proibizionismo).

La Mariani Bros si concentra ora sull'import/export alimentare che continua a svilupparsi alla grande. I prodotti italiani come l'olio d'oliva e le "salsine di puro pomodoro" importate dal porto di Napoli (1926), che egli come membro della Camera di Commercio italiana di New York (dal 1920) distribuisce ora in tutti gli Stati Uniti. Il fratello Umberto, da parte sua,  dall'Italia si occuperà della logistica relativa.

II proibizionismo terminerà nel 1933 e nel gennaio 1934 subito l'azienda riavrà la licenza come distillatore di vini. Il figlio Nicholas possiede ora un terreno di 2,5 ettari a fianco di quello della madre che di ettari ne possiede 22. 

Nel 1941 Oreste noleggia assieme alla moglie Filomena un impianto di produzione di vini con 3 capannoni e apparecchiature varie per la produzione alla New York Wine corporation di Benjamin Kobre.

Da segnalare che in tutta la sua vita Oreste ha concluso diverse operazioni immobiliari con compravendita di diversi edifici ed appartamenti nell’area di New York.

Degne di nota sono anche le operazioni portate avanti dal fratello Umberto Mariani dopo il suo rientro a Vasto nel 1922.
Umberto Mariani ultimo a destra (Archivio Beniamino Fiore)

Qui specularmente al modus operandi del fratello maggiore Oreste in USA, avvia diverse importanti acquisizioni immobiliari e operazioni mediatiche a Vasto .

La più importante è quella sul palazzo Aragona con tutta l'area di terreni circostante (in sostanza rileva tutta la proprietà d'Avalos rimaste ora in carico a Quarto di Belgioioso). Si percepisce qui il ruolo di intermediazione del cognato di Umberto (Zaccagnini sindaco nel 1919), nella trattativa col Quarto.
 Il 30 maggio 1922 Umberto e signora riconsacrano la cappella della Madonna di Costantinopoli. A gennaio  1924 suscita ammirazione il presepe della "sua" cappella.

A partire dal 1929 partecipa assiduamente a varie altre operazioni di beneficenza come la Befana Fascista (1930), il fondo per la costituzione della banda musicale cittadina  e molto spesso è sodale ai poveri del convento di S. Onofrio (situato proprio al confine Ovest dei suoi vasti terreni). Ad esso devolverà denaro e offerte in vino, regalerà inoltre uva in occasione della festa dell'uva vastese. Interessante anche l'iniziativa di messa a disposizione gratuita della breccia ricavata dalla neo acquisita Neviera, al fine di ricoprire interamente i viali della costruenda villa comunale (1930, motore di tutta il progetto è Francesco Pomponio detto Ciccio anche lui ex emigrante USA rientrato in patria).
Umberto Mariani è poi socio del Circolo promotore dello Stadio. Nel 1932 dona un terreno di circa 2000 metri quadri ricadente nell'area del costruendo stadio Aragona (l'area donata sarà pari a   1/10 di tutto il progetto). Nel 1935 affitta al Comune un locale per l'ufficio catastale (verosimilmente in Palazzo D'Avalos). Nel 1949 permuta un suo terreno con un altro comunale. Ci risulta anche l'acquisto di una villa in zona San Nicola alla Meta.

Le notizie qui fornite vengono in maggior parte dalla pubblicazione aziendale “Il Libro d’Oro – Guida degl’Italiani in America” della Mariani Bros. (1914),  di cui parleremo in seguito,  da articoli di giornali americani e fonti archivistiche locali, e sono parte integrante del testo inedito su Quarto di Belgioioso e Ortensia d’Avalos in fase avanzata di elaborazione.

Speriamo che altri dettagli vengano forniti da famiglie e ricercatori locali. Restiamo in fiduciosa attesa.

Nel caso abbiate ulteriori notizie, aneddoti e quant’altro  sui fratelli Mariani, vi preghiamo di contattarci su facebook o via email  remope@yahoo.com

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