I fratelli Mariani (da Il Libro d'Oro 1914, archivio Remo Petrocelli) |
di Remo Petrocelli
Nei primi del ‘900 una moltitudine di Italiani emigrò negli
Stati Uniti. Le statistiche parlano di circa 4 milioni nel periodo 1900-1920.
Tra questi molti vastesi, alcuni dei quali
ebbero grande fortuna, come il caso dei fratelli Oreste e Umberto
Mariani di cui siamo riusciti a ricostruire l’entusiasmante storia.
Il primo ad emigrare fu il fratello minore Umberto (Vasto
16-1-1879, Vasto 9-2-1951), che salpando da Napoli a bordo della nave a vapore
Spartan Prince arriva a New York, o
meglio a Ellis Island, il 6 maggio 1900,
con in tasca 19 dollari. Il 25 giugno
1901 lo raggiunge Giulia Zaccagnini (Vasto 30-11-1880, Vasto 11-7-1972) che
sposerà l’anno successivo.
Il fratello maggiore Oreste (Vasto 13-3-1877, Nanuet USA
23-2-1950), arrivò a New York sei mesi dopo, in data 2 novembre del 1900. Pur
essendo un esperto pasticciere ricominciò la sua carriera da apprendista. Nel
1905 mise su una sua pasticceria, in cui
collaborava la moglie come cameriera. Pasticceria che poi divenne famosissima a
New York e gli assicurò ampi guadagni.
“Quando credette giunto il momento propizio - è scritto in
una pubblicazione aziendale - Oreste si
unì al fratello Umberto, che nel frattempo si era dato al commercio vinicolo, e
con lui gettò le basi dell’attuale ditta”, la Mariani Bros.
Probabilmente
Umberto e Oreste, i nostri "Mariani Brothers", saranno stati comunque inizialmente ispirati al settore merceologico degli spiriti da un famosissimo prodotto, il “Vin Mariani" creato un loro omonimo (ma nato in Corsica). Questo prodotto, pubblicizzato in maniera martellante fin dalla fine dell’800 sui quotidiani, ebbe molto seguito poiché sfruttava l’effige di Papa Pio XIII e una sua dichiarazione quale "tonico efficace". Si trattava sostanzialmente di una bibita alla coca in alcool, insomma un'antesignana della più fortunata Coca Cola.
Umberto e Oreste, i nostri "Mariani Brothers", saranno stati comunque inizialmente ispirati al settore merceologico degli spiriti da un famosissimo prodotto, il “Vin Mariani" creato un loro omonimo (ma nato in Corsica). Questo prodotto, pubblicizzato in maniera martellante fin dalla fine dell’800 sui quotidiani, ebbe molto seguito poiché sfruttava l’effige di Papa Pio XIII e una sua dichiarazione quale "tonico efficace". Si trattava sostanzialmente di una bibita alla coca in alcool, insomma un'antesignana della più fortunata Coca Cola.
Oreste Mariani (foto dal passaporto, archivio Remo Petrocelli) |
Nel 1910 la svolta: mettono su una società di
distribuzione all' ingrosso e distilleria, la "Mariani Brothers" (dei
fratelli Umberto e Oreste) con sede in 506 West Broadway in cui la moglie di
Oreste fa da tesoriere, Umberto è vice presidente e contabile lo zio Paolino (Paul) Monacelli.
Le caratteristiche innovative di questa società sono di
essere multiforme, cioè di vendere/importare di tutto: dai sigari, all'olio,
pasta, generi alimentari, aceto di vino rosso dalle "proprie cantine di
Vasto", libri in italiano (500.000 libri a catalogo - a questo si
dedicherà più lo zio Paolino). I fattori chiave della società sono vendita per
corrispondenza (il suo catalogo fu stampato in 100.000 copie!) al pagamento in
contanti, prezzi molto competitivi e buona merce importata, e ove possibile
copiata e prodotta direttamente in USA.
Potremmo definirla sia una Amazon ante litteram che una
sorta di patronato/società di servizi ad uso degli italiani.
Oreste infatti
prende anche la qualifica di "pubblico notaio" in USA (forse in onore
del nonno notaio in Lanciano) e si offre per transazioni per chi ne avesse
bisogno, i suoi uffici sono poi disponibili letteralmente per "chiunque
abbia problemi".
Le cantine dei magazzini della Mariani Bros (da Il Libro d'Oro 1914, archivio Remo Petrocelli) |
Mentre Umberto farà da agente di liquori di una produzione,
effettuata però in loco, di una serie di prodotti "italian sounding"
tra cui il liquore Garibaldi, la Granatina, la Menta Glaciale con menta alpina
[sic!], l'Alchermes di Firenze [sic!]
insieme a moltissimi altri. Il tutto è venduto in accattivanti confezioni con
bandiere italiane e sfondi alpini. Riesce perfino a brevettare alcune 'nuove
tipologie' per gli Stati Uniti : ad es. il "Rhum tipo inglese", il
“Liquore Cannella” e infine la "Sambuca Purissima" (1914) ,oltre al Ferro-china
Marion nome brevettato nel settore medicinale sin dal 1908!
I grossi quantitativi di vino gli arrivano dall'assolata
California dalle cantine dell' italiano Francis Passalacqua, un entusiasta
produttore di un’uva da lui battezzata barberone - marchio che tenta anche di registrare.
I due fratelli, sempre orgogliosi delle loro origini, nel
gennaio 1915 avuta notizia del rovinoso terremoto di Avezzano, avviano una
grande sottoscrizione attraverso il New York Herald, tra la comunità degli
abruzzesi in USA. Lo zio Paul Monacelli,
che porta con sé una solida istruzione come i Monacelli di Vasto (p. es.
Emilio è direttore del periodico Istonio),
nel tragico evento collaborerà anche con un paginone di appello,
disegnando di suo pugno perfino una mappa dell'Abruzzo con evidenziato
l'epicentro e le varie distanze dagli altri centri. La raccolta fondi avverrà nella solita sede
aziendale, mentre Umberto da Napoli verrà sollecitato attraverso un cablogramma
a recarsi sul posto, ad Avezzano, per stilare le liste del necessario. Bisogna
riconoscere in questa mobilitazione anche una bella operazione mediatica.
Ma l’azienda subì una battuta di arresto nel 1920 quando il
“proibizionismo” diverrà effettivo negli USA. La città di New York si chiuse in
una sorta di dogana e la comunità italiana fu messa sotto stretta osservazione.
I Mariani a quel punto avendo comunque già accantonato un
bel gruzzolo, con la Mariani Bros Inc. attuano
un aumento di capitale da 15.000
a 100.000 dollari. Sono però costretti a una sorta di
accantonamento del "materiale alcolico", e comunque ad una forma di
diversificazione , come evidenziato dalle successive operazioni finanziarie
rispettivamente in Italia e in USA, sebbene a causa della borsa nera, il
business degli alcolici diventasse sempre più attraente. Infatti il prezzo
degli alcolici decuplicò e prese molto piede la moda dei night club.
Le prospettive sui liquori, come detto, erano cambiate, così Umberto che seguiva il comparto degli
alcolici nel 1922 decide di rientrare in Italia.
Oreste si trasferisce con la moglie a Pearl River, una periferia
rurale, poi semi industriale di New York. Qui acquista una dismessa struttura
di una protoindustria farmaceutico/alimentare, la Lederle Laboratories
presente in zona dal 1906, insieme a diversi terreni. E trasforma questo ex
grosso magazzino in un locale pubblico il Paradise Inn (tuttora esistente!).
L'area ha, come detto, ottime prospettive di sviluppo. Malgrado le ottime
premesse il 21 luglio 1922 Oreste subisce una rapina nel suddetto locale e nel
drammatico evento resteranno feriti lui e il figlio sedicenne Joseph. Dopo
l'esperienza negativa, il locale fu ceduto ad altri.
Ma Oreste aveva sempre ottimo fiuto. Questa volta
l'intuizione fu di non cedere l'area retrostante (poi in proprietà della
moglie) consistente in diversi ettari coltivati a vite per vino bianco, insieme
a un'altra casa adiacente. Ha accantonato, in attesa di tempi migliori, nelle
relative cantine un'ingentissima quantità di bottiglie di vino e spumante (si
parlò di un valore stimato di 250.000 dollari per la supervalutazione da proibizionismo).
II proibizionismo terminerà nel 1933 e nel gennaio 1934
subito l'azienda riavrà la licenza come distillatore di vini. Il figlio
Nicholas possiede ora un terreno di 2,5 ettari a fianco di quello della madre che
di ettari ne possiede 22.
Nel 1941 Oreste noleggia assieme alla moglie Filomena un
impianto di produzione di vini con 3 capannoni e apparecchiature varie per la
produzione alla New York Wine corporation di Benjamin Kobre.
Da segnalare che in tutta la sua vita Oreste ha concluso
diverse operazioni immobiliari con compravendita di diversi edifici ed
appartamenti nell’area di New York.
Degne di nota sono anche le operazioni portate avanti dal
fratello Umberto Mariani dopo il suo rientro a Vasto nel 1922.
Umberto Mariani ultimo a destra (Archivio Beniamino Fiore) |
Qui specularmente al modus operandi del fratello maggiore
Oreste in USA, avvia diverse importanti acquisizioni immobiliari e operazioni
mediatiche a Vasto .
La più importante è quella sul palazzo Aragona con tutta
l'area di terreni circostante (in sostanza rileva tutta la proprietà d'Avalos
rimaste ora in carico a Quarto di Belgioioso). Si percepisce qui il ruolo di intermediazione
del cognato di Umberto (Zaccagnini sindaco nel 1919), nella trattativa col
Quarto.
Il 30 maggio 1922
Umberto e signora riconsacrano la cappella della Madonna di Costantinopoli. A
gennaio 1924 suscita ammirazione il
presepe della "sua" cappella.
A partire dal 1929 partecipa assiduamente a varie altre
operazioni di beneficenza come la Befana Fascista (1930), il fondo per la
costituzione della banda musicale cittadina
e molto spesso è sodale ai poveri del convento di S. Onofrio (situato
proprio al confine Ovest dei suoi vasti terreni). Ad esso devolverà denaro e
offerte in vino, regalerà inoltre uva in occasione della festa dell'uva
vastese. Interessante anche l'iniziativa di messa a disposizione gratuita della
breccia ricavata dalla neo acquisita Neviera, al fine di ricoprire interamente
i viali della costruenda villa comunale (1930, motore di tutta il progetto è
Francesco Pomponio detto Ciccio anche lui ex emigrante USA rientrato in
patria).
Umberto Mariani è poi socio del Circolo promotore dello
Stadio. Nel 1932 dona un terreno di circa 2000 metri quadri ricadente nell'area
del costruendo stadio Aragona (l'area donata sarà pari a 1/10 di tutto il progetto). Nel 1935 affitta
al Comune un locale per l'ufficio catastale (verosimilmente in Palazzo
D'Avalos). Nel 1949 permuta un suo terreno con un altro comunale. Ci risulta
anche l'acquisto di una villa in zona San Nicola alla Meta.
Le notizie qui fornite vengono in maggior parte dalla
pubblicazione aziendale “Il Libro d’Oro – Guida degl’Italiani in America” della
Mariani Bros. (1914), di cui parleremo
in seguito, da articoli di giornali
americani e fonti archivistiche locali, e sono parte integrante del testo
inedito su Quarto di Belgioioso e Ortensia d’Avalos in fase avanzata di
elaborazione.
Speriamo che altri dettagli vengano forniti da famiglie e
ricercatori locali. Restiamo in fiduciosa attesa.
Nel caso abbiate ulteriori notizie, aneddoti e quant’altro sui fratelli Mariani, vi preghiamo di
contattarci su facebook o via email remope@yahoo.com
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