di
Lino Spadaccini
E cche ccullàne
de ddiamànde e ppèrle
Lu Truàve,
Scaramuzze e Ccungarèlle,
Casarze, la
Canale nghe Vvegnòle…
Ma 'ndo' le
vìttruvuà
Cchiù scicche
raretà!
E ddoppe la
Marine, la donna reggine
De tanda bbeltà,
Oilì oilà!
Con
questi versi, tratti da Lu Huàste nostre,
il compianto Espedito Ferrara decantava le bellezze della nostra costa, che
oggi vi presentiamo attraverso la pubblicazione di una serie di cartoline, che
spaziano in un arco temporale che copre tutto il Novecento, dalle primi
immagini degli inizi del secolo di Punta Penna e Vasto Marina, fino alle
cartoline d'autore di Michele Calvano.
Con
queste ultime immagini terminiamo il nostro viaggio, alla riscoperta della
costa vastese,
70 cartoline>>>
non senza aver ringraziato tutto colori che in questi giorni hanno manifestato affetto e apprezzamento per questa iniziativa.
70 cartoline>>>
non senza aver ringraziato tutto colori che in questi giorni hanno manifestato affetto e apprezzamento per questa iniziativa.
Come
in tutte le precedenti puntate, anche oggi chiudiamo in versi con Vasto scintillio di trabocchi a firma di
Anatra Bruno, pubblicata negli anni '50 sulle pagine del periodico Histonium.
Ti corrono agli
occhi
magiche tele di
ragno
sui borbotti dei
frangenti,
scintillanti i
trabocchi.
E
improvvisamente è pace!
È pace sul verde
del mare,
è pace
sull'abbraccio del golfo,
è pace in te,
in te è lo
scintillìo dei trabocchi.
E quando risali
come un sogno
il dorso
selvaggio della vertigine
che si specchia
col suo d'umano,
non puoi
dimenticare
il chiaro
improvviso d'una notte,
un soffice vello
d'àngora,
una voce…
un sogno che
resta,
che resta con lo
scintillìo dei trabocchi.
Nessun commento:
Posta un commento