di
Lino Spadaccini
Durante
una delle tante incursioni turchesche lungo la nostra costa, prima che
potessero giungere i militi dal Vasto, dopo aver fatto un po’ di razzia,
bruciarono l’unica casetta presente nella contrada e ripresero precipitosamente
il largo. Da questo episodio, ricordato dal compianto Espedito Ferrara, derivò
il nome della contrada: casàrze, ovvero casa arsa.
Indubbiamente questo luogo è
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Indubbiamente questo luogo è
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una delle zone più amate e frequentate dai vastesi. Ci sono
intere famiglie che frequentano solo questo tratto di costa, ne conoscono ogni
scoglio, oserei dire quasi ogni pietra, una volta armati di fornacelle per
cucinare direttamente sul posto deliziosi arrosti, oggi attrezzati con borse
frigo colmi di buone pietanze cucinate a casa.
Da
qualche anno, grazie alla sistemazione del vicino parcheggio, si può
tranquillamente sostare sul lato del mare, senza dover lasciare la macchina
lungo la statale ed essere costretti ad attraversare la pericolosa strada.
Percorrendo un breve tratto dell’ex tracciato ferroviario, subito a sinistra si
prende la stradina che vi condurrà fino alla spiaggia. Possiamo dividere la
costa in due tratti: quella centrale lunga e ampia che termina sulla punta nord
dove un tempo c’era il trabocco (oggi sono visibili solo alcuni pali), mentre
andando verso sud si susseguono una dopo l’altra, delle piccole baie, intime e
incantevoli, con la presenza di massicci scogli che ne movimentano il
paesaggio.
È
consigliata anche una breve passeggiata di poche centinaia di metri lungo il
tracciato ferroviario verso nord, fino all’imbocco della galleria, il cui
accesso è ostruito dal cancello, per osservare la collina, gli orti e la
vegetazione spontanea sempre ricca di piante e arbusti interessanti. In
primavera non è difficile scorgere qualche cercatore di asparagi.
Al
momento il tracciato ferroviario non è accessibile a causa degli imminenti
lavori per la realizzazione del percorso ciclopedonale da Ortona a Vasto
denominato "Via verde della Costa dei Trabocchi".
Voglio
chiudere con una bella poesia, scritta qualche tempo fa dal poeta Fernando
D’Annunzio.Il treno, appena partito dalla stazione di Vasto, si
ferma inaspettatamente in località Casarsa(quando si percorreva ancora il
vecchio tracciato ferroviario), suscitando una serie di ricordi ed emozioni
nell’animo del poeta…
Scogli
Nel gioco verde e argènteo dei riflessi,
attraverso le chiome degli ulivi,
nel luccichìo rivedo in controluce
e riconosco i bruni scogli amici.
Scogli… erano isole nei giochi
che mi ricordano i bei giorni estivi,
le ardite imprese quando allor ragazzi
navigavamo a bordo di un cannizzo.
Scogli… di ognuno mi sovviene il nome
dato per gioco a ricordar la foggia.
Scogli… approdi delle prime nuotate
e trampolini di tuffi azzardati.
Scogli specchiati sull’argento vivo.
Scogli a sostegno di agili trabocchi.
Scogli dalle marette accarezzati.
Scogli erosi e frustati dai marosi.
Scogli incantati in magico scenario
che un bel mattino Inverno ha preparato,
incappucciati di candida neve,
posati su un vassoio di cristallo.
Ma il treno ahimè riparte, è luce verde.
Furtivamente accenno ad un saluto
e riguardo vedendoli sparire
in controluce i bruni scogli amici.
Italiano, grazie!
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