ALLARME INTERNET: CON I TABLET SI PERDONO SPIRITO CRITICO, ATTENZIONE E IMMAGINAZIONE
di Angelo Del Moro
L'enorme quantità di messaggi generati online, che invadono il cervello, lo mettono in una condizione di "disagio" e di ingorgo, rallentando la
sua capacità elaborativa fino ad arrestarla o spegnerla. E finché gli stessi messaggi, ripetuti continuamente, diventano protesi fisse del pensiero. I messaggi che arrivano senza soste, da Facebook, Twitter, Instagram e dalla Televisione, stanno azzerando lo spirito critico dell'individuo, e stanno anestetizzando l'evoluzione pensante dell'encefalo.
Lo ha detto uno dei massimi esperti in Neuroscienze a livello mondiale, il prof. Lamberto Maffei, della Scuola Normale di Pisa durante l'Adunanza generale solenne dell'Accademia dei Lincei.
Lo scienziato ha lanciato l'allarme esortando a non sottovalutare il rischio che lo sviluppo globale della rete digitale moderna, diffondendo messaggi tutti uguali a grandi moltitudine di persone, tenda a far aumentare il "cervello collettivo" oltre il grado richiesto per la specialità all'interno della specie. Con gli smartphone e tablet inoltre, ha sottolineto Mattei, si stabilisce una "simbiosi" che rende più facile convincere e trasmettere "messaggi globali" ed il grande pericolo, secondo il neuro scienziato, è la perdita del puro spirito critico del cittadino, che perde lentamente anche la sua capacità di scelta e dì ragionamento, al punto da preferire di "seguire un pastore virale", inteso come "colui che grida" e che trascina, un pastore senza volto, senza corpo e senza anima, ma attrattivo, coinvolgente e soprattutto comune ed accessibile a tutti più di chiunque altro in questo periodo storico di rivoluzione digitale.
Il pensiero diventa appunto passivo, non più generato dall'interno della mente, ma una protesi fissa generata appunto dall'esterno.
Oggi con il web la verità è stata spogliata dalla capacità di dubitare e il pensiero umano appare indebolito della sua funzione intuitiva, perdendo la sua portata non solo soggettiva, ma anche oggettiva, nel senso che non si attiva anche quando riceve migliaia di dati da elaborare, che vengono accantonati, come si verifica quando si è talmente assorbiti dai social da non recepire più gli stimoli sensoriali provenienti dal mondo esterno.
Il web è sicuramente un'invenzione geniale ma forse è troppo presto per capire se la rete ha cambiato il nostro modo di pensare, ma gli effetti ovvi sono già visibili e noi non vivremo abbastanza per vedere che uso farà l'umanità di un mezzo di condivisione economico, istantaneo e globale, a disposizione di tutti, ma stiamo già gettando le basi per modificare i meccanismi con cui il cervello elabora informazioni che sostituiranno il ragionamento diretto, influendo su molti aspetti del funzionamento delta mente, perché ieri coltivavamo il pensiero, mentre oggi siamo diventati cacciatori e raccoglitori di immagini e informazioni.
Vasto, 02. 07. 2018
L'enorme quantità di messaggi generati online, che invadono il cervello, lo mettono in una condizione di "disagio" e di ingorgo, rallentando la
sua capacità elaborativa fino ad arrestarla o spegnerla. E finché gli stessi messaggi, ripetuti continuamente, diventano protesi fisse del pensiero. I messaggi che arrivano senza soste, da Facebook, Twitter, Instagram e dalla Televisione, stanno azzerando lo spirito critico dell'individuo, e stanno anestetizzando l'evoluzione pensante dell'encefalo.
Lo ha detto uno dei massimi esperti in Neuroscienze a livello mondiale, il prof. Lamberto Maffei, della Scuola Normale di Pisa durante l'Adunanza generale solenne dell'Accademia dei Lincei.
Lo scienziato ha lanciato l'allarme esortando a non sottovalutare il rischio che lo sviluppo globale della rete digitale moderna, diffondendo messaggi tutti uguali a grandi moltitudine di persone, tenda a far aumentare il "cervello collettivo" oltre il grado richiesto per la specialità all'interno della specie. Con gli smartphone e tablet inoltre, ha sottolineto Mattei, si stabilisce una "simbiosi" che rende più facile convincere e trasmettere "messaggi globali" ed il grande pericolo, secondo il neuro scienziato, è la perdita del puro spirito critico del cittadino, che perde lentamente anche la sua capacità di scelta e dì ragionamento, al punto da preferire di "seguire un pastore virale", inteso come "colui che grida" e che trascina, un pastore senza volto, senza corpo e senza anima, ma attrattivo, coinvolgente e soprattutto comune ed accessibile a tutti più di chiunque altro in questo periodo storico di rivoluzione digitale.
Il pensiero diventa appunto passivo, non più generato dall'interno della mente, ma una protesi fissa generata appunto dall'esterno.
Oggi con il web la verità è stata spogliata dalla capacità di dubitare e il pensiero umano appare indebolito della sua funzione intuitiva, perdendo la sua portata non solo soggettiva, ma anche oggettiva, nel senso che non si attiva anche quando riceve migliaia di dati da elaborare, che vengono accantonati, come si verifica quando si è talmente assorbiti dai social da non recepire più gli stimoli sensoriali provenienti dal mondo esterno.
Il web è sicuramente un'invenzione geniale ma forse è troppo presto per capire se la rete ha cambiato il nostro modo di pensare, ma gli effetti ovvi sono già visibili e noi non vivremo abbastanza per vedere che uso farà l'umanità di un mezzo di condivisione economico, istantaneo e globale, a disposizione di tutti, ma stiamo già gettando le basi per modificare i meccanismi con cui il cervello elabora informazioni che sostituiranno il ragionamento diretto, influendo su molti aspetti del funzionamento delta mente, perché ieri coltivavamo il pensiero, mentre oggi siamo diventati cacciatori e raccoglitori di immagini e informazioni.
Vasto, 02. 07. 2018
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