di LINO SPADACCINI
Taglio
del nastro per la grande mostra nazionale "Dopo il diluvio. Filippo
Palizzi, la Natura e le Arti", a cura di Lucia Arbace. Un doveroso omaggio
al grande pittore vastese, nel bicentenario della nascita.
Nella
splendida cornice dei Giardini napoletani di Palazzo d'Avalos sono
intervenuti Francesco Menna, sindaco della Città del Vasto, Luciano D'Alfonso, Governatore della Regione Abruzzo, Giuseppe Forte, assessore ai Beni e alle Attività Culturali della Città del Vasto, e Lucia Arbace, direttore del Polo Museale d'Abruzzo, curatrice della mostra e del volume contenente saggi specialistici, che verrà presentato il prossimo 12 luglio.Assente per impegni istituzionali Giovanni Legnini, vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, ed i parlamentari Gianluca Castaldi e Carmela Grippa.
intervenuti Francesco Menna, sindaco della Città del Vasto, Luciano D'Alfonso, Governatore della Regione Abruzzo, Giuseppe Forte, assessore ai Beni e alle Attività Culturali della Città del Vasto, e Lucia Arbace, direttore del Polo Museale d'Abruzzo, curatrice della mostra e del volume contenente saggi specialistici, che verrà presentato il prossimo 12 luglio.Assente per impegni istituzionali Giovanni Legnini, vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, ed i parlamentari Gianluca Castaldi e Carmela Grippa.
Oltre
alle autorità militari e civili, alle associazioni e tantissima gente comune,
erano presenti anche i predecessori di Menna, come Antonio Prospero, Giuseppe
Tagliente, Filippo Pietrocola e Luciano Lapenna, perché come ha spiegato lo
stesso Sindaco, "ciascuno di loro ha
dato un contributo importante per la cultura di questa città e per Palazzo
d'Avalos".
Hanno
partecipato l'attore Milo Vallone, con la lettura di una lettera scritta da
Filippo Palizzi ai fratelli, dove spiega la genesi del quadro "Dopo il
diluvio", e l'attrice Franca Minnucci, che ha condotto la serata e letto
il testo di una lettera scritta nel 1871 da D'Annunzio a Filippo Palizzi, il
giorno successivo ad un loro incontro avvenuto nella casa dell'artista a
Napoli.
La
mostra, allestita in undici sale nel lato nord di Palazzo d'Avalos, conosciuto
come Quarto della Marchesa, ripercorre, attraverso varie sezioni tematiche e
oltre 200 opere, l’intero arco dell’attività di Filippo Palizzi, nel periodo
compreso tra il 1830 e il 1899. Dagli esordi nella città natale, Vasto, agli
anni della formazione a Napoli, ai viaggi in Moldavia e nel Nord Europa, allo
stringente dialogo con Parigi per il tramite del fratello Giuseppe, ai
soggiorni a Cava de’ Tirreni fino ad arrivare all’attività presso il Museo
Artistico Industriale di Napoli, interamente dedita alla maiolica e alla
cesellatura di bronzi.
Le opere selezionate provengono principalmente dalla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma (circa 100 opere dalla donazione del 1892), dal Museo e Real Bosco di Capodimonte (6 opere), dal Palazzo Reale di Napoli (3 opere), dal Museo Nazionale di San Martino (3 opere), dall'Accademia di Belle Arti di Napoli (17 opere provenienti dalla donazione del 1896) e dal Liceo Boccioni-Palizzi di Napoli (con una selezione di 18 opere dal Museo Artistico Industriale di Napoli realizzate dallo stesso Filippo Palizzi o su suo progetto).Il resto delle opere provengono dalla collezione vastese.
Le opere selezionate provengono principalmente dalla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma (circa 100 opere dalla donazione del 1892), dal Museo e Real Bosco di Capodimonte (6 opere), dal Palazzo Reale di Napoli (3 opere), dal Museo Nazionale di San Martino (3 opere), dall'Accademia di Belle Arti di Napoli (17 opere provenienti dalla donazione del 1896) e dal Liceo Boccioni-Palizzi di Napoli (con una selezione di 18 opere dal Museo Artistico Industriale di Napoli realizzate dallo stesso Filippo Palizzi o su suo progetto).Il resto delle opere provengono dalla collezione vastese.
Il
pezzo forte della mostra, "Dopo il diluvio", proveniente dal Museo di
Capodimonte, sarà in mostra soltanto da
settembre, ma sarà comunque possibile osservare l’opera
attraverso i 15
bozzetti preparatori, e la si potrà ammirare in una riproduzione a grandezza
naturale e nell’incisione di Saro Cucinotta, dove grandi e bambini attraverso un touch screen potranno riconoscere
gli oltre 60 animali presenti nel quadro.
Lino
Spadaccini
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