Il
21 giugno, la Chiesa Cattolica ricorda San Luigi Gonzaga, un santo molto caro
ai vastesi.
Nato
il 19 marzo del 1568, primo di otto figli del marchese Ferrante Gonzaga, e
quindi pretendente al titolo di marchese, fin dall'infanzia venne educato dal
padre alle armi, tanto che a 5 anni già indossava una mini corazza ed un elmo.
Col passare degli anni Luigi capì che quella vita non faceva per lui e la
strada da prendere andava proprio nel senso opposto: quella che attraverso
l'umiltà, il voto di castità e una vita dedicata al prossimo l'avrebbe condotto
a Dio.
A
12 anni ricevette la comunione da san Carlo Borromeo. Successivamente decise di
entrare nella compagnia di Gesù, nonostante la forte opposizione del padre.
Rinunciò al titolo di marchese e all'eredità ed entrò nel Collegio romano dei
gesuiti, dedicandosi agli umili e agli ammalati, distinguendosi soprattutto
durante l'epidemia di peste che colpì Roma nel 1590. Proprio in
quell'occasione, trasportando sulle spalle un moribondo, rimase contagiato e
morì. Era il 1591 e aveva solo 23 anni.
San
Luigi Gonzaga è patrono della gioventù. E proprio loro, per la buona riuscita
degli esami scolastici, la mattina del 21 giugno, giorno della festività, andavano
a confessarsi e comunicarsi, mentre il pomeriggio prendevano parte alla
processione.
A
Vasto si ricordano due modi di dire legati al Santo, tramandati da Espedito
Ferrara ne "Il nostro calendario": "Ha fatte la faccede SandeLujëgge", riferito
achi è molto
sciupato, e "SandeLuìggetarläte", per i ragazzini malandati di salute.
A
Vasto in passato tanta era la devozione per questo Santo,
tanto che si ricordano due processioni: una usciva dalla chiesa di S. Maria
Maggiore, l'altra da quella di S. Pietro.
Nella
processione che usciva dalla chiesa di S. Maria Maggiore, la statua di S. Luigi
Gonzaga era preceduta da una lunghissima doppia fila di fanciulli, dai più
piccoli ai più grandi, con un grosso medaglione di cartone sul petto, con
impressa l’immagine del santo, e una candela accesa in mano. Davanti la statua
c’erano gli "angioletti", cioè i bambini vestiti di veli e muniti di
ali di cartoncino. Il percorso solitamente toccava via S. Maria, corso De
Parma, piazza L. V. Pudente, via San Pietro, via Lago, strada S. Antonio, corso
Palizzi, via Anelli, corso Plebiscito, via del Carmine, largo Caprioli, corso
De Parma, giro intorno a Piazza Rossetti e rientro a S. Maria Maggiore.
Per capire
l'importanza di questa festa e la larghissima partecipazione di bambini,
riportiamo lo stralcio di un articolo apparso nel 1926 sulle colonne de Il Vastese d'Oltre Oceano. "Per la ricorrenza del 2° Centenario di S.
Luigi Gonzaga", scrive il cronista, "più solenne del solito è riuscita quest'anno la festa del protettore
della gioventù nella chiesa di S. Maria Maggiore, culminata nella
caratteristica processione, la quale, benché formata da circa un migliaio di bambini,
si svolse con compostezza ed ordine. Molto ammirati il gruppo dei Balilla, che
apriva la processione; quello dei bambini che nella giornata dedicata al Santo
avevano fatto la loro 1ª comunione, e finalmente quello dei piccoli alunni
dell'Asilo Infantile, nel loro lindo ed uniforme vestito".
Sempre a
proposito di S. Luigi Gonzaga, è ormai entrata nella memoria cittadina la foto
della processione del 1959, uscita dalla chiesa di S. Antonio di Padova (in
precedenza usciva da quella di S. Pietro), dove si nota il canonico Don Michele
Ronzitti, con in mano il breviario e la reliquia del Santo, che precede la
statua portata a spalla dagli uomini.
Lino
Spadaccini
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