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dr. Antonio Spadaccini |
Prevenzione e benessere fisico. Intervista al Dottor Antonio Spadaccini
Ciclo di seminari organizzati dall’Università delle Tre Età di Vasto
Diffondere
maggiori conoscenze in merito alla prevenzione sanitaria e al benessere
psico-fisico, questi gli obiettivi dei tre seminari organizzati dall’Università
delle Tre Età di Vasto e curati dal Dottor Antonio Spadaccini, ex
primario dell'unità operativa complessa di Gastroenterologia dell'ospedale San
Pio da Pietrelcina.
Il secondo incontro, tenutosi nel pomeriggio del 12 marzo
2018, presso l’Agenzia di Promozione Culturale, ha avuto largo seguito tra soci
e cittadini accorsi perché desiderosi di informarsi.
In attesa dell’ultimo appuntamento che si terrà il 9 aprile
prossimo, lo abbiamo incontrato per
porgli qualche domanda.
Su quali argomenti vertono le sue relazioni?
Nel corso del precedente incontro, trattando della prevenzione del
cancro del colon-retto, ho sottolineato come una corretta alimentazione possa
essere utile anche nella prevenzione primaria di tale diffusa patologia
oncologica. Ieri ho parlato di come una dieta low-FODMAPs possa
essere utile nel prevenire e/o limitare i sintomi della Sindrome dell’intestino
irritabile, patologia funzionale intestinale molto frequente, in special modo,
in tutto il mondo occidentale.
Quali sono i sintomi di tale patologia e quando bisogna rivolgersi
al medico?
I sintomi digestivi
distintivi dell’intestino irritabile sono il dolore ed il meteorismo addominale
associati all’alterazione dell’alvo (diarrea, stispi o alternanza di stispi e
diarrea), in assenza di alterazioni strutturali, metaboliche o biochimiche che
li motivano con certezza. Di norma conviene rivolgersi al medico quando
la sintomatologia incide negativamente sulla propria qualità di vita e/o quando
sono presenti sintomi-segni “di allarme” (rettorragia, anemia, dimagrimento,
sindrome subocclusiva, ...).
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Il dr. Spadaccini durante la conferenza all'Università delle Tre Età di Vasto |
Quali sono le curiosità e le domande che spesso si sente rivolgere
sull’argomento?
Proprio in relazione a quanto mi chiede, ho ritenuto opportuno far
cenno anche alla Diverticolosi del colon, all’ Allergia ed Intolleranza
Alimentare ed alla Malattia Celiaca, definendone chiaramente le caratteristiche
epidemilogiche ed eziopatigenetiche e stressando la necessità di una diagnosi
corretta e certa di tali condizioni, prima della eventuale sospensione, a scopo
terapeutico, del cibo ritenuto, a torto (molto più spesso) o a ragione, causa
dei sintomi.
Quali sono le leggende metropolitane che aleggiano su tali
patologie?
Sempre più italiani (soprattutto donne) credono di essere
allergici e/o intolleranti a vari cibi. La
prevalenza reale dell’allergia alimentare è, invece, < al 5% tra la
popolazione adulta e < 10% tra quella in età pediatrica. In Italia si
effettuano, per tali patologie, circa 4 milioni di esami non affidabili. Tutti
questi hanno una sola caratteristica in comune: non essere test
diagnostici validati scientificamente e vanno pertanto evitati. Inoltre
tante persone mangiano gluten free senza essere celiaci,
alimentando un business miliardario, senza nessuna ragione medica. Va
pertanto assolutamente evitata l’autodiagnosi. Solo il medico e/o un
professionista sicuramente competente può consigliare esami o test per sospetta
allergia o intolleranza alimentare, e poi eventualmente prescrivere, gestire e
monitorare una opportuna terapia dietetica.
Altro falso mito da
eliminare è quello che sento ancora ripetere, a volte anche da Colleghi: “i cibi
ricchi di fibre (frutta, verdure, legumi, alimenti integrali, ...) vanno
evitati in caso di diverticolosi del colon”. Falso. Non solo tali cibi possono
essere utilizzati da tali pazienti, ma il loro allontanamento dalla dieta,
oltre ad altri negativi effetti nutritivi e protettivi, può far insorgenze e/o
aggravare una condizione di stipsi che, questa sì, può peggiorare una
diverticolosi del colon.
In caso di stipsi, oltre
a salutare esercizio fisico, assolutamente consigliabile dieta ricca di acqua e
di fibre, per migliorare il transito intestinale. Conviene, in questi casi, preferire inizialmente cibi ricchi di
scorie e incrementare progressivamente le quantità delle fibre per minimizzare
il conseguente eventuale meteorismo. Se inefficaci, si possono utilizzare anche
supplementi di fibre commerciali e/o blandi lassativi. Per il colon irritabile
ad impronta diarroica e/o con maggior presenza di meteorismo intestinale
(“pancia gonfia”), se in passato ci si limitava a suggerire ai pazienti una
serie di alimenti da eliminare, attualmente sono state identificate alcuni
indicazioni di massima che sembrano valere per tutti coloro che soffrono di
questa condizione e si è fatta così strada una strategia più strutturata che
prende il nome di Dieta low-FODMAPs. L’acronimo FODMAP sta per “fermentableoligo-,
di-, mono-saccharides and polyols”, ossia «oligosaccaridi, disaccaridi e
monosaccaridi fermentabili e polioli ». Sono forme di carboidrati (lattosio,
fruttosio, fruttani, galattani, sorbitolo, mannitolo, ...) scarsamente
digeribili e/o assorbibili nel piccolo intestino, non eccessivamente grandi e
quindi osmoticamente attive e rapidamente fermentate dalla flora intestinale.
Per questo, in soggetti predisposti, tali sostanze, presenti, in quantità
diverse, in tantissimi cibi (latte e latticini, frutta, verdure, legumi e
dolcificanti artificiali,...) possono creare disturbi intestinali, quali
meteorismo, distensione addominale, dolore e diarrea.
Lea Di Scipio
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