da Copagri riceviamo e pubblichiamo
I DISASTRI DELLE ULTIME PIOGGE? UNA COSA PREVISTA ED ANNUNCIATA.
Pescara 17 Novembre 2017 – I danni postumi alle piogge copiose e torrenziali delle ultime 72 ore cadute nella nostra regione erano una cosa del tutto prevista ed annunciata. La conta finanziaria si
farà così come anche il rituale ricorso alla richiesta di “stato di calamità naturale”. Atto dovuto da chi, per dovere Istituzionale, dovrà formalizzarla. Il problema vero è che il territorio non è più tutelato e manutentato. Ad ogni pioggia o nevicata copiosa assisteremo alla mera conta dei danni e, sempre più spesso, ci saranno a causa dell’innalzamento medio della temperatura e dalla sostanziale modifica dell’andamento delle stagioni. Non c’è alcuna forma di regimazione delle acque. I fiumi da rigagnoli che normalmente sono, a causa della persistente siccità, improvvisamente diventano dirompenti con la loro portata d’acqua portandoasi dietro di tutto perché recuperano il loro naturale ed originale alveo che spesso risulta coltivato o edificato abusivamente. I fossi di scolo lungo le strade risultano inutilizzabili perché mai ripuliti e quelli lungo i confini delle campagne, che una volta erano salutari non solo nel raccogliere le acque piovane ma anche a limitarne la velocità nel calare a valle, assolutamente inesistenti. Tutto ciò soprattutto nelle aree interne dove abbandono del territorio, mancanza di coltivazione e spopolamento sono sempre più un triste tutt’uno. Silenzio tombale e pietoso ai tanti fossi e canali di scolo che dovrebbero essere gestiti dai Consorzi di Bonifica. Questi Enti, utilissimi all’agricoltura ed al territorio, da anni non svolgono più la naturale funzione per la quale sono nati ma risultano essere luoghi di occupazione sistematica della politica governante del momento al potere. Il commissariamento sistematico è l’unica risposta che il potere Istituzionale riesce a dare in luogo della necessaria democratizzazione. Questo o è nei Consorzi di Bonifica “Centro” con sede a Chieti e “Sud” a Vasto. Gli utenti pagano in maniera esagerata e cara gli oneri consortili senza ottenere risposte adeguate alle loro esigenze, scarsità di servizi efficienti, una totale mancanza di manutenzione delle reti di scolo e regimazione delle acque che attenuino e riducano i rituali danni che si verificano ad ogni pioggia o nevicata copiosa.
farà così come anche il rituale ricorso alla richiesta di “stato di calamità naturale”. Atto dovuto da chi, per dovere Istituzionale, dovrà formalizzarla. Il problema vero è che il territorio non è più tutelato e manutentato. Ad ogni pioggia o nevicata copiosa assisteremo alla mera conta dei danni e, sempre più spesso, ci saranno a causa dell’innalzamento medio della temperatura e dalla sostanziale modifica dell’andamento delle stagioni. Non c’è alcuna forma di regimazione delle acque. I fiumi da rigagnoli che normalmente sono, a causa della persistente siccità, improvvisamente diventano dirompenti con la loro portata d’acqua portandoasi dietro di tutto perché recuperano il loro naturale ed originale alveo che spesso risulta coltivato o edificato abusivamente. I fossi di scolo lungo le strade risultano inutilizzabili perché mai ripuliti e quelli lungo i confini delle campagne, che una volta erano salutari non solo nel raccogliere le acque piovane ma anche a limitarne la velocità nel calare a valle, assolutamente inesistenti. Tutto ciò soprattutto nelle aree interne dove abbandono del territorio, mancanza di coltivazione e spopolamento sono sempre più un triste tutt’uno. Silenzio tombale e pietoso ai tanti fossi e canali di scolo che dovrebbero essere gestiti dai Consorzi di Bonifica. Questi Enti, utilissimi all’agricoltura ed al territorio, da anni non svolgono più la naturale funzione per la quale sono nati ma risultano essere luoghi di occupazione sistematica della politica governante del momento al potere. Il commissariamento sistematico è l’unica risposta che il potere Istituzionale riesce a dare in luogo della necessaria democratizzazione. Questo o è nei Consorzi di Bonifica “Centro” con sede a Chieti e “Sud” a Vasto. Gli utenti pagano in maniera esagerata e cara gli oneri consortili senza ottenere risposte adeguate alle loro esigenze, scarsità di servizi efficienti, una totale mancanza di manutenzione delle reti di scolo e regimazione delle acque che attenuino e riducano i rituali danni che si verificano ad ogni pioggia o nevicata copiosa.
La risposta che le Istituzioni debbono dare è quella di programmare un organica manutenzione dell’intero territorio regionale ricorrendo ad una serie d’interventi atti anche a “conservare” l’acqua piovana per non lasciarla disperdere così da avere scorte sufficienti per affrontare le criticità. I lunghi periodi di siccità, come accaduto nel corrente anno, saranno sempre più frequenti e l’acqua conservata non sarà utile solo ai fini irrigui ma anche per gli utilizzi civili ed industriali.
La Presidenza della Copagri Abruzzo
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