sabato 2 novembre 2024

Festività di S. Cesario Martire, 3 novembre

Il 3 Novembre Festività di S. Cesario Martire presso la parrocchia di S. Maria Maggiore.  

UN RARO SANTINO DI SAN CESARIO

di GIUSEPPE CATANIA

Fra le reliquie di cui Vasto è custode fervente nell'immutata fede secolare, oltre alla Spina tratta dalla corona di nostro Signore Gesù Cristo, si venera nella chiesa di Santa Maria Maggiore quella dei resti mortali di San Cesario. "Il corpo intero di S. Cesario martire vestito da guerriero - scrive Luigi Marchesani (Storia di Vasto, 1838; pag. 246) - cui sta unita un'ampolla vitrea, che ne contiene il sangue, fu estratto dal cimitero di Castuli e donato a Cesare Michelangelo D'Avalos nel di 9 maggio 1695 con facoltà di regalarlo a S. Maria Maggiore come nel giorno 3 novembre dello stesso anno si fece".
Santuari, Monasteri, Chiese vennero dedicati a questo Santo che già godeva grande celebrità nei
secoli del Basso Impero e nel Medioevo.
Presso le Terme di Caracalla, in località Turri, esiste ancora una chiesa dedicata al nome di San Cesario Martire.
Profonda è la devozione del popolo di Vasto verso
il martire cristiano, tanto da eleggerlo a "protettore, specialmente nei rischi de' tremuoti", contribuendo, come scrive il Marchesani, "con limosine a farne celebrar la festa nel dì 3 novembre". Ma non è improbabile che questa elezione debba essere collegata a San Cesario di Cappadocia, Confessore del IV sec., figlio di Santa Nonna, fratello di San Gregorio e di Santa Gorgona.
Cesario di Cappadocia fu medico alla corte di Costantinopoli al tempo dell'Imperatore Costanzo e di Giuliano l'Apostata. Quando, nel 368, era a Nicea, come intendente imperiale in Bitinia, la città venne sconvolta da un tremendo terremoto e San Cesario ne fu salvo per miracolo e solo allora chiese di essere battezzato per non correre il rischio di morire senza il crisma della salvezza.
Interessante l'iconografia di San Cesario nelle immagini "popolari" che se ne stampavano cento anni fa. Una, edita dalla tipografia Anelli & Manzitti, raffigura San Cesario Martire, vestito da guerriero, seduto su di un trono con la palma del martirio sulla mano destra e con la sinistra in atto di elevare la fiamma della fede in Cristo. Nella realtà il corpo di San Cesario, che Cesare Michelangelo D'Avalos donò a Santa Maria Maggiore, è contenuto in un'urna di vetro sigillata, in posizione supina, con vestito da guerriero.
Secondo una leggenda popolare, sembra che il corpo di San Cesario, nel corso dei secoli vada assumendo un progressivo sollevamento, premonitore, si dice di malanni per la Città. Il fenomeno potrebbe essere spiegato dall'azione che l'umidità ambientale esercita nei tessuti del corpo. Le spoglie del Santo Martire si scorgono sollevate sul dorso fino a toccare con il capo la parte superiore della lastra che copre l'urna. Si vuole che, appena il corpo assumerà la posizione eretta, su Vasto si abbatteranno terremoti e sventure, a ricordo di quanto accadde a San Cesario di Cappadocia.
Si spiega anche perché i Vastesi - come ricorda il Marchesani - "lo ànno a protettore, specialmente ne' rischi de' tremuoti", augurandosi in cor loro che le spoglie del Santo martire restino per sempre in posizione distesa, così come nel 1695 vennero adagiate e donate a Cesare Michelangelo D'Avalos per onorare il nome del grande condottiero e feudatario del Vasto.
GIUSEPPE CATANIA

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