Il palazzo Ricci Monteferrante, con veduta su paizza Rossetti |
"Un dono alla città", con questa affermazione mons. Decio D'Angelo, ora parroco emerito della Chiesa d Santa Maria Maggiore, nel 1994 commentava la cerimonia della riapertura del palazzo donato da Donna Carolina Monteferrante-Ricci, per le opere parrocchiali, “luogo ideale di riflessione, di preparazione spirituale e centro di aggregazione giovanile".
Un luogo convenientemente attrezzato per
accogliere, in uno spirito nuovo, le istanze ii un mondo giovanile che stente, a ritrovarsi. Un complesso edilizio situato nel centro storico iella Città, lungo Via Santa Maria Maggiore e che si affaccia sulla centralissima Piazza Gabriele Rossetti.
L'architetto Angelo Molfetta, autore del progetto di restauro e recupero, tenne ad elogiare gli impegni dell’impresa che ha eseguito i lavori, Antonio Di Pasquale di San Salvo, assieme alla Semes di Pescara.
"E’ un esempio pilota di recupero dei "centri storici - commentò il dott. Cameli della Soprintendenza per i Beni Ambientali - su iniziativa privata, nel pieno rispetto della tutela ambientale, con il supporto finanziario delle risorse delle opere parrocchiali di Santa Maria Maggiore e annesse al finanziamento del Ministero per i beni ambientali per il 50%"
La generosità di Donna Carolina Monteferrante ha consentito anche di donare altri beni alla Parrocchia di Santa Maria Maggiore, tra cui un terreno con annesso fabbricato, dove dal 1984, e per un lungo periodo, ha funzionato uno dei Centri voluti da Don Piero Gelmini, per il riscatto dei giovani vittime della droga, realizzato dal compianto parroco Mons. Nicola Di Clemente.
La struttura ora è sede della Coop. Sociale Michea.
Un luogo di aggregazione per i giovani, di promozione culturale e di elevazione delle coscienze giovanili, di fraterna solidarietà umana.
L'edificio di via Santa Maria Maggiore è affidato oggi alle Suore che collaborano attivamente con la Parrocchia svolgendo utili servizi, coadiuvando con il Parroco e le Confraternite della Chiesa.
Giuseppe Catania
"E’ un esempio pilota di recupero dei "centri storici - commentò il dott. Cameli della Soprintendenza per i Beni Ambientali - su iniziativa privata, nel pieno rispetto della tutela ambientale, con il supporto finanziario delle risorse delle opere parrocchiali di Santa Maria Maggiore e annesse al finanziamento del Ministero per i beni ambientali per il 50%"
La generosità di Donna Carolina Monteferrante ha consentito anche di donare altri beni alla Parrocchia di Santa Maria Maggiore, tra cui un terreno con annesso fabbricato, dove dal 1984, e per un lungo periodo, ha funzionato uno dei Centri voluti da Don Piero Gelmini, per il riscatto dei giovani vittime della droga, realizzato dal compianto parroco Mons. Nicola Di Clemente.
La struttura ora è sede della Coop. Sociale Michea.
Un luogo di aggregazione per i giovani, di promozione culturale e di elevazione delle coscienze giovanili, di fraterna solidarietà umana.
L'edificio di via Santa Maria Maggiore è affidato oggi alle Suore che collaborano attivamente con la Parrocchia svolgendo utili servizi, coadiuvando con il Parroco e le Confraternite della Chiesa.
Giuseppe Catania
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