Davanti al convento (attuale piazza L.V.Pudente) si faceva mercato: era severamente proibito esporre alla base delle
colonne della chiesa frutta, ortaggi, pesce salato o fresco.
La "Contrada della Piazza", come riportalo in uno strumento redatto dal Notar Attanzio di Vigilanza
dell'8.2.1449, era ombreggiata da olmi e viti e vi era il convento delicato a S. Agostino "in plano S. Augustini prope ulmum". Cioè vi era la chiesa di S.Agostino che, originariamente, era intitolato a Santa Margherita e che i frati ne celebravano la festa.
Anticamente Vasto era diviso in 14 contrade (Torrione, Castello, Buonconsiglio , Piazza, Guarlati, Piano del Forno, Palazzo, Lame, Lago, S. Pietro, S. Francesco, S. Giovanni, Annunziata, Santo Spirito).
Riferisce il Prevosto Torelli (Ne secoli Agostiniani,Tomo V°:"Il Convento nel Vasto,nella Provincia d'Abruzzo, è più antico di questo tempo, perché nell'ornamento della porta della chiesa, il quale è di marmo, vi si vede intagliato da quello scultore, che Mastro Ruggiero chiamavasi, il presente millennio 1293. Quanto però prima di questo tempo egli fosse stato fondato e chi ne fosse stato il fondatore non si può francamente asserire".
Ma il prevosto Errera nel suo "Alfabeto Agostiniano" ci fa sapere che per tradizione sia stato un certo Rolando Palatino a fondarlo e "che sue sono alcune armi, che adornano le mura della Chiesa che venne consacrata in onore del Santo.
Fra i vincoli e i divieti nelle Capitolazioni della Università del Vasto al n. LXV si precisa: “Item statuto, et ordinato è che non sia nessuna persona tanto cittadina quanto forastiero, che ausa nè presuma mettere nessuna natura di fogliame,né porri, nè cipolle, né agli, né meloni, né cocuzze, et simile, nemmeno pesce salato, né fresco nel seggio delle colonne di S. Agostino, nè dell'una banna, nè dell'altra".
Nella Dissertazione delle prerogative della Chiesa di Santa Maria, D. Giuseppe Carnevale, ci fa sapere che il Re Carlo II assegnò al Monastero del Guasto d'Aimone, sotto il titolo di S.Agostino, una salma di sale ogni anno, citando il registro dell'anno 1304.
In questo monastero vestì l'abito religioso il Beato Angelo da Furci e che applicandosi negli studi, al compimento del quinquennio, venne stimato degno di essere mandato, a 25 anni, a Parigi nel 1271, per completare gli studi.
Nel convento di S. Agostino venne custodito un osso del Beato, insieme al altre reliquie (ora nella chiesa di San Giuseppe). Si ricorda, inoltre, che nel convento di Sant'Agostino e a Furci, sin dai tempi antichi,nel giorno della sua festa, si recitava l'Ufficio divino nel quale vi erano due inni e due orazioni proprie dalle quali emerge la Santità e i miracoli attribuiti al Beato. (A piè di pagina le versioni integrali).
Nel Monastero esisteva una raccolta di libri di autori antichi lasciati da Virginia Magnacervi: "Item lascio al venerabile capitolo di S. Agostino di questo Terra, tutti i libri,che lascio nella mia eredità eccettuatene cento pezzi de quali voglio che il sopraddetto G. Battista mio nipote et erede o sua alezione possa disporre con che li R.P. di detto luogo debbano farcene libreria dentro del Convento per servizio loro e del pubblico con farcene venire ordine sotto pena di scomunica, che non si possano amovere la detta libreria".
Anticamente innanzi alla chiesa di S. Agostino si passeggiava sotto un Atrio coperto. La fontana che era davanti alla chiesa venne fatta costruire dal Marchese d’Avalos nel 1629.
Di particolare interesse è il portale della Cattedrale che apparteneva al Convento di Sant'Agostino. Sono degne di ammirazione le decorazioni e le cornici che lo riquadrano.
Due colonnine sono poggiate nel portale della facciata, sul capitello delle colonne sottostanti un pò sporgenti verso l'esterno proprie dell'architettura dello stile romanico di transizione.
Sulla lunetta, sopra l'architrave della porta, come si diceva il costruttore scolpì in caratteri semigotici: ""O passeggero che osservi questa porta fu Mastro Ruggiero de Fragenis che fece questa opera nell'anno del Signore MCCXCIII"
Nel 1566 i turchi di Pialy Pascià saccheggiarono la chiesa e la incendiarono. Due anni dopo venne restaurata,ed alcuni veneziani e bergamaschi che dimoravano a Vasto per ragioni commerciali, provvidero a costruirvi, a loro spese, !'altare dello Spirito Santo, fabbricandovi anche una sepoltura per le loro famiglie.
Nel 1730 fu ricostruito il campanile in stile barocco a cura di Dionisio Pizzuto.
Nel 1808 la chiesa veniva dichiarata Collegiata Insigne, dedicata a San Giuseppe,dal nome del Sovrano Giuseppe Napoleone che regnava in quel tempo.
Pio IX,con bolla Apostolica del 23.1.1853, elevò la Chiesa a Cattedrale. Poiché minacciava di crollare, nel 1890, la chiesa venne ricostruita artisticamente. Si conservò l'artistica facciata che reca tracce di pietra dura della Maiella lavorata a mano,col portale che recano colonne in stile lombardo sorreggenti l'archivolta accompagnata da due fasce di pietra scolpita recanti decorazioni geometriche e motivi ornamentali a foglia di palma stilizzate.
Giuseppe Catania
BEATO ANGELO DA FURCI: ORAZIONI E INNI
Oremus
Quesumus Omnipotens Deus vota humilium respice, et Beati Angeli Confessoris tui vitam, et mores eximii Doctoris Augustini angelico spiramine feliciter imitantis interventione placatus concede, nos corde terrena cuncta despicere, et celestium semper participatione gaudere. Per Christum etc.
Oremus
Deus, qui per Beatum Angelum de Furcio multos ab infermitatibus oppressos liberasti, et varios per eum morbos abstulisti tribue quesu-mus, ut et nos eius patrocinio omnia nostra delicta piangere valeamus, et tandem ad eius consortium pervenire mereamur. Per Dominum etc.
Hymnus ad matutinum
Postquam immensus alter Baptista
Homo celesti Angelus terrestris
Vacans divinis Eremum petisti
Religionem
Tu qui preclari Patris Augustini
Vitam imitans Regulamque servans
Cuncta caduci Mundi despexisti
Celica querens.
Te deprecamur nostri Concives
Guadio plenos detegas ex hoste"
Per te salvamur edam ex adverso
Hac gubernamur
Per eundem Jesum, qui in perpetuum
Cum Sancto Spiritu vivet in Secula
Seculorum amen
Ad Vesperas hymnus
Angelo de Furcis Angelus pacis
Natus Adelipti, genitus Albatio
Mente te album, opera te celsum
Erige pressos.
Prefate prolis Sacri Augustini
Meritis nos tuis super flumen Triste
Tristes ne simus, sed tui Concives
Deprecamur omnes
Te colant omnes patria, sed tua
Lacrimante oret, preces effundat
Et tibi semper concinnendo Laudes
Roget devotus «
Qui librasti multos infirmos
Libera tu Furcium populosque omnes,
Et nobis dones fontem lacrimarum
Deo plangemus
Mane queramus, Vesperi tu quoque,
Sexta, et Nona semper orante
Celicos nos reddas Christe devotos
Precibus tuis
Per te reddamus nostras a morte
Animas Cristo, Deo summo Patri,
Spiritui Sancto, qui in perpetuo
Regnat honore. Amen
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