Le colonie estive nel dopoguerra
di LINO SPADACCINI
Con l’avvento del secondo conflitto mondiale la Colonia cadde, come era lecito aspettarsi, nel più misero abbandono, oggetto di atti vandalici, come l’asportazione delle pareti di legname e danni notevoli al fabbricato in muratura.
di LINO SPADACCINI
Con l’avvento del secondo conflitto mondiale la Colonia cadde, come era lecito aspettarsi, nel più misero abbandono, oggetto di atti vandalici, come l’asportazione delle pareti di legname e danni notevoli al fabbricato in muratura.
Il
4 settembre del 1943, quattro giorni prima dell'Armistizio firmato da Badoglio,
il Podestà di Vasto, scrisse al farmacista Francescopaolo Giovine (Podestà nel
1940-41 e fondatore dell'Associazione Culturale Stella Azzurra), per riprendere
in mano le redini della Colonia. "Ben
conoscendo la vostra opera in favore della colonia marina d'Istonio",
scrive l'allora Podestà Silvio Ciccarone, "opera che risale almeno a dieci anni prima a quello in cui la colonia
fu assorbita dal disciolto fascio, v'incarico a prendere in consegna la colonia
ed a predisporre tutto quanto occorre per il suo regolar futuro funzionamento,
nonché per la custodia, conservazione e manutenzione dello stabile, adottando
tutti quei provvedimenti tendenti al miglioramento della colonia".
Il
1° settembre del 1947 aprì per la prima volta a Vasto Marina la colonia del
reduce, organizzata dall'Associazione Post-Bellica della Provincia di Chieti.Alla
fine degli anni '40 si ricordano anche le colonie del C.I.F. organizzate da don
Felice Piccirilli.
Ma
dopo comprensibili momenti di difficoltà post-bellica, la colonia riprese vigore agli inizi degli anni '50, grazie anche alla
donazione da parte di Filoteo Ricci di un terreno di sua proprietà, per la
realizzazione di una "colonia
permanente per i figli degli ex combattenti e reduci".
Nei
pressi della splendida Scaramuzza, sotto l'egida dell'E.C.A. (Ente Comunale di Assistenza), presieduta da
Ettore Del Lupo e dal dr. Vincenzo Drago, vennero ospitati centinaia di bambini
provenienti dai paesi vicini. "Direttrice
vigile e premurosa della numerosa famiglia infantile è la sig.na prof. Scarci
Mirta", si legge sulle colonne dell'Histonium dell'estate 1954, "V. Direttrici la ins. Nasuti Rita e la prof. Murolo Bettina, nostra
simpatica concittadina, Economa l'ins. Sideri Nella, alle prese con l'appetito
benedetto di tante graziose boccucce, Sanitario il dott. Vallone Gaetano, che
con assiduo controllo può constatare sempre vuota la infermeria, Assistente
Sanitaria la sig.na Lo Russo Maddalena con mansioni limitatissime per la buona
salute delle piccine".
Successivamente
la gestione della Colonia passò all’ODA (Opera di Assistenza di Diocesana), per
tanti anni diretta dal compianto Don Nicola Di Clemente.
L'amato
parroco vastese si occupava sia
dell'organizzazione della colonia marina che di
quella montana. Nel 1957 furono ben 500 i bambini che ebbero l'opportunità di
partecipare con i fondi messi a disposizione dall'O.D.A. e da alcuni istituti
provinciali di beneficienza.
La
colonia Montana a Torricella Peligna era divisa in due turni: la prima per i
soli maschietti e la seconda per le sole femminucce. Dentro la valigetta, con
targhetta riportante il proprio nome e cognome, ogni ragazzo doveva inserire il
seguente corredo: 1 giacca o pullover di lana, 1 paio di pantaloncini, 1
camicetta, 2 canottiere, 1 maglietta di lana a mezze maniche, 3 paia di
mutandine, 3 paia di calze, 4 fazzoletti, 2 paia di scarpe, 1 pettine, 1 porta
sapone con sapone e 2 asciugamani. Le bambine, oltre all'intimo. In numero
uguale ai maschietti, dovevano portare una vestina e un pullover di lana.
Sia
la colonia montana che quella estiva terminavano con la "Festa dei
genitori", dove oltre ai famigliari dei ragazzi, partecipavano le autorità
civili e militari. "Il Presidente
rev.do Di Clemente", si legge sulle colonne dell'Histonium a margine di un articolo sulla conclusione della colonia,
"nel presentare il laborioso
consuntivo della organizzazione, che di anno in anno perfeziona il suo piano
sociale, ha elevato un pensiero di gratitudine al Santo Padre e alle Autorità
Provinciali, ha ringraziato le giovani direttrici e assistenti, che si sono
tutte distinte prodigandosi affettuosamente nella numerosa famiglia dei piccini
delle colonie ed ha esortato le mamme, accogliendo i cari piccoli fra le loro
braccia, a continuare il lavoro materiale e spirituale svolto con esemplare
abnegazione in questi mesi".
Lino
Spadaccini
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