di GIUSEPPE CATANIA
Buzio di Alvappario era un illustre e ricchissimo esponente della politica dell'epoca. Infatti, era cancelliere del Re, sindaco di Vasto e vice console per le controversie marittime, per designazione dei commercianti. Nel 1385 ottenne da Re Carlo III di Durazzo l'unificazione di Castel Gisone e Guasto di Aymone con la denominazione di Vasto Aymone. Riferisce il Marchesani (Storia di Vasto) che nel mese di
giugno 1379 Buzio di Alvappario venne assalito nella sua abitazione in via S.Maria, dal soldato Lisulo di Catania, che risiedeva a Vasto, seguito da 25 compagni, tra i quali vi era anche Mascarello, figlio del Notaio Masio Scanosio, proprietario di beni feudali in località colle Buono.
Lisulo e Scanosio volevano uccidere il Buzio perché aveva loro ordinato di restituire i beni che avevano "usurpato alla Bagliva". Si erano, infatti, appropriati dei tributi (canoni enfiteutici imposti dal tribunale) Bagliva o Bajulazione. Buzio riuscì a sfuggire all'attentato attraversi i tetti delle abitazioni vicine e costoro sfogarono la rabbia rovinando a colpi di accetta tutti i mobili. Si accingevano anche a bruciare la casa di Buzio, ma ne furono dissuasi dalle buone parole di ragguardevoli persone e dal suono delle campane e dell'accorrere di un drappello di soldati con lo stendardo dell'Università.
Dopo lo scampato pericolo il Buzio fece incidere, sulla pietra tombale del suo sepolcro, rinvenuta nella Chiesa di S.Antonio di Padova (ora murata nella parete orientale di S.Maria Maggiore): BUCIUS DE ALVAPPARIO PROTONTINUS... SUB CRUCE S.ANTONI... MCCCCXX...
Buzio di Alvappario sposò Bellalta de Palatio, figlia del Notaio Agostino. Costei venne seppellita nel 1404, nella Chiesa della Vergine de1 Guarlati, detta S.Maria dei Miracoli per la fervida devozione dei vastesi. La Chiesa, unitamente alla Cappella di S.Rocco, eretta a salvamento della peste del 1478, venne demolita nel 1611 e la pietra tombale del suo sepolcro venne raccolta ed infissa nel muro occidentale di S.Maria Maggiore. Vi è inciso: DOMINA BELLALTA DE PALATIO CONIUX BUCCI NOTARII DE ALVAPPARIO HIC HIACERE JUSSIT EX VOTO IN INFIRMITATE FACTO VISITANDI ISTUD TEMPLUM VIRGINIS DICTAE DE GUARLATIIS NUDIS PEDIBUS: EX QUO VIVENS VOTUM SOLVERE NON POTUIT HIC A SUIS FUNERATA JACERE JUSSIT. AD MCCCCIII. Gravemente ammalata, Bellalta aveva fatto voto di recarsi a piedi nudi per chiedere grazia alla Madonna per la guarigione. Vanificato il suo desiderio, dispose, dopo la sua morte, che venisse seppellita nella Chiesa della Vergine de' Guarlati.
Giuseppe Catania
Giuseppe Catania
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