Il M° Luigi Di Tullio ha contribuito in modo notevole alla valorizzazione della produzione del Lupacchino pubblicando tutta la musica sacra e incidendo 4 CD |
di GIUSEPPE CATANIA
Pochi sanno chi era Bernardino Carnefresca detto il Lupacchino, da Vasto.
Del resto è impresa ardua conoscere il volto, la storia di un uomo le cui uniche tracce sono tutt'oggi rappresentate da madrigali e ricercari lasciati a testimonianza di una dignitosa attività di musicista.
Di lui si sa con certezza che è vissuto intorno alla metà del '500 ed era noto presso i suoi contemporanei come il Lupacchino. Un curioso nomignolo che suggerisce un carattere schivo, solitario, indomito, o forse, stando alle parole del musicista Baini, il difetto di un appetito insaziabile. Un nome che tuttavia non doveva dispiacere al nostro compositore se egli lo adoperò per firmare le sue opere. E Bernardino deve proprio a esso, più che alla sua musica, la fortuna di essere rimasto vivo nella memoria e nell'immaginario dei vastesi.
Da brevi fonti documentarie si apprende che il Lupacchino è a Vasto (1490), nel 1543 come sacerdote del Capitolo di Santa Maria Maggiore. Poi, intorno al 1550, la grande occasione, il salto di qualità che lo porta a Roma come organista e maestro di cappella presso la Basilica di San Giovanni in Laterano. Un incarico prestigioso, che fu più tardi del Palestrina, meritatamente conquistato per le doti di "eccellente compositore".
La sua fama presso i contemporanei si lega alla realizzazione di tre libri di madrigali e uno di ricercari a due voci, pubblicati per la prima volta dagli editori veneziani Scotto e Gardano.
I ricercari, solfeggiamenti usati nella pratica vocale polifonica, scritti insieme al musicista Giovan Maria Tasso, incontrano notevoli consensi e hanno ampia diffusione: se ne conoscono almeno trenta edizioni fino ai primi del '700.
Non ci sono testimonianze certe che evidenzino i rapporti del Lupacchino con gli ambienti colti dell'epoca, tuttavia dalle sue stesse opere potremmo leggere la realtà di certi incontri e la frequentazione di ambienti letterari.
Dalla dedica a Carlo Antonio Fantuzzi, nobile bolognese amante di musica e di lettere, contenuta in un libro di madrigali, è forse possibile immaginare un contatto del nostro con l'aristocrazia della città emiliana.
Come, con ogni probabilità, il Lupacchino stringe amicizia con i D'Avalos, signori della città
natale, ai quali sembra dedicato il madrigale dal titolo Il dolce sonno.
Le tracce del musicista si perdono quando egli cade in disgrazia presso il clero del Laterano; il Baini in merito racconta: "Amava laute mense; onde la protobasilica non soffrendo a lungo le lagnanze contro di esso privossi del suo servigio. Il primo ottobre dell'anno 1555, due mesi dopo la esclusione dalla cappella apostolica entrò Giovanni Pierluigi da Palestrina..."
Bernardino Carnefresca detto il Lupacchino ha lasciato una considerevole produzione musicale: dieci messe, alcuni mottetti, più di novanta madrigali e una trentina di ricercari a due voci: in tutto circa centocinquanta composizioni che fanno del nostro uno degli autori più interessanti del cinquecento abruzzese.
Non tutte le opere hanno avuto un'ampia divulgazione.
A tale scopo una ventina di anni fa il Coro Polifonico Histonium, intitolato al musicista, ha inteso promuovere un progetto finalizzato alla conoscenza e alla riscoperta delle opere del compositore.
Nel 2000, per le Edizioni Suvini Zerboni, il Maestro Luigi Di Tullio, direttore del Coro, curò la pubblicazione di due compendiosi volumi, nell'ambito dei "Monumenti Musicali Abruzzesi" l'Opera Omnia di Bernardino Carnefresca: "Le Messe" (1° volume) e "Le Messe" e "I motttetti" (2° volume) corredati da un'ampia ed esauriente biobibliografia del madrigalista vastese.
Nel 2011, il Coro Polifonico Histonium di Vasto "Bernardino Lupacchino dal Vasto" ha concluso un importante percorso di ricerca iniziato nel 1999 pubblicando l'"Opera Omnia - Messe e Mottetti" su 4 CD musicali.
GIUSEPPE CATANIA
L'iniziativa, coordinata da Luigi Di Tullio, prevede l'edizione critica dell'opera omnia per la quale è stato costituito un gruppo di ricerca che ha già avviato la trascrizione in chiave moderna della musica del Lupacchino.
In ultima istanza, questa iniziativa vuole essere il primo atto di un progetto più ampio volto alla fondazione di un Centro studi sulla cultura musicale abruzzese.
Pochi sanno chi era Bernardino Carnefresca detto il Lupacchino, da Vasto.
Del resto è impresa ardua conoscere il volto, la storia di un uomo le cui uniche tracce sono tutt'oggi rappresentate da madrigali e ricercari lasciati a testimonianza di una dignitosa attività di musicista.
Di lui si sa con certezza che è vissuto intorno alla metà del '500 ed era noto presso i suoi contemporanei come il Lupacchino. Un curioso nomignolo che suggerisce un carattere schivo, solitario, indomito, o forse, stando alle parole del musicista Baini, il difetto di un appetito insaziabile. Un nome che tuttavia non doveva dispiacere al nostro compositore se egli lo adoperò per firmare le sue opere. E Bernardino deve proprio a esso, più che alla sua musica, la fortuna di essere rimasto vivo nella memoria e nell'immaginario dei vastesi.
Da brevi fonti documentarie si apprende che il Lupacchino è a Vasto (1490), nel 1543 come sacerdote del Capitolo di Santa Maria Maggiore. Poi, intorno al 1550, la grande occasione, il salto di qualità che lo porta a Roma come organista e maestro di cappella presso la Basilica di San Giovanni in Laterano. Un incarico prestigioso, che fu più tardi del Palestrina, meritatamente conquistato per le doti di "eccellente compositore".
La sua fama presso i contemporanei si lega alla realizzazione di tre libri di madrigali e uno di ricercari a due voci, pubblicati per la prima volta dagli editori veneziani Scotto e Gardano.
I ricercari, solfeggiamenti usati nella pratica vocale polifonica, scritti insieme al musicista Giovan Maria Tasso, incontrano notevoli consensi e hanno ampia diffusione: se ne conoscono almeno trenta edizioni fino ai primi del '700.
Non ci sono testimonianze certe che evidenzino i rapporti del Lupacchino con gli ambienti colti dell'epoca, tuttavia dalle sue stesse opere potremmo leggere la realtà di certi incontri e la frequentazione di ambienti letterari.
Dalla dedica a Carlo Antonio Fantuzzi, nobile bolognese amante di musica e di lettere, contenuta in un libro di madrigali, è forse possibile immaginare un contatto del nostro con l'aristocrazia della città emiliana.
Come, con ogni probabilità, il Lupacchino stringe amicizia con i D'Avalos, signori della città
natale, ai quali sembra dedicato il madrigale dal titolo Il dolce sonno.
Le tracce del musicista si perdono quando egli cade in disgrazia presso il clero del Laterano; il Baini in merito racconta: "Amava laute mense; onde la protobasilica non soffrendo a lungo le lagnanze contro di esso privossi del suo servigio. Il primo ottobre dell'anno 1555, due mesi dopo la esclusione dalla cappella apostolica entrò Giovanni Pierluigi da Palestrina..."
Bernardino Carnefresca detto il Lupacchino ha lasciato una considerevole produzione musicale: dieci messe, alcuni mottetti, più di novanta madrigali e una trentina di ricercari a due voci: in tutto circa centocinquanta composizioni che fanno del nostro uno degli autori più interessanti del cinquecento abruzzese.
Non tutte le opere hanno avuto un'ampia divulgazione.
A tale scopo una ventina di anni fa il Coro Polifonico Histonium, intitolato al musicista, ha inteso promuovere un progetto finalizzato alla conoscenza e alla riscoperta delle opere del compositore.
Nel 2000, per le Edizioni Suvini Zerboni, il Maestro Luigi Di Tullio, direttore del Coro, curò la pubblicazione di due compendiosi volumi, nell'ambito dei "Monumenti Musicali Abruzzesi" l'Opera Omnia di Bernardino Carnefresca: "Le Messe" (1° volume) e "Le Messe" e "I motttetti" (2° volume) corredati da un'ampia ed esauriente biobibliografia del madrigalista vastese.
Nel 2011, il Coro Polifonico Histonium di Vasto "Bernardino Lupacchino dal Vasto" ha concluso un importante percorso di ricerca iniziato nel 1999 pubblicando l'"Opera Omnia - Messe e Mottetti" su 4 CD musicali.
GIUSEPPE CATANIA
L'iniziativa, coordinata da Luigi Di Tullio, prevede l'edizione critica dell'opera omnia per la quale è stato costituito un gruppo di ricerca che ha già avviato la trascrizione in chiave moderna della musica del Lupacchino.
In ultima istanza, questa iniziativa vuole essere il primo atto di un progetto più ampio volto alla fondazione di un Centro studi sulla cultura musicale abruzzese.
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