di Giuseppe Catania
II territorio di Vasto, e non è una novità, è sottoposto da secoli, a smottamenti e frane, provocati dalle spinte che le acque freatiche esercitano dal sottosuolo.
Si corre ai ripari, purtroppo, non in modo radicale e definitivo, bensì cercando di "tamponare", mediante rattoppi precari, il dissesto.
Recentemente l'attenzione dei tecnici è stata attratta da alcune lesioni riscontrate lungo la loggia Amblingh nella parte della scalinata che conduce a Piazza Marconi, ma, a quanto pare, non si è ancora intervenuti in modo risolutivo, ma solo con un monitoraggio ed un esame delle lesioni.
Eppure, per quanto
ci consta e che nell'aprile 2016 (vedi il n.2 - aprile 2016 di "Gente & Piazza") abbiamo pubblicato un articolo sulla esistenza di un progetto approvato dalla Giunta Regionale d'Abruzzo, relativo al dissesto idrogeologico nel territorio di Vasto, tra cui Punta Penna lungo il costone di Viale Marinai d'Italia (Palazzina Ater), della Loggia Ambingh e di Via Tre Segni.
Si tratta di un provvedimento che risale al 2014 a seguito della visita del Capo della Protezione Civile Franco Gabrielli con il presidente della Regione Abruzzo Luciano D'Alfonso e l'assessore all'ambiente Mario Mazzocca.
Un progetto dell'importo di 1.500.000 euro per "lavori di mitigazione" del rischio idrogeologico nelle suddette zone, inserito nell'elenco annuale delle opere pubbliche e nel bilancio comunale di Vasto 2016/2018, il cui progetto è stato redatto Dall'ufficio tecnico - 3°settore IV- Infrastrutture per il territorio del Comune di Vasto.
E' troppo chiedere, a quelli del Palazzo di Città, che fine ha fatto quel progetto e se è intenzione intervenire per scongiurare un più grave dissesto?
Giuseppe Catania
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