Sarà il parroco di S. Maria Maggiore, don Domenico
Spagnoli, ad inaugurare domenica sera la Quintena di
preparazione alla festa della Sacra Spina, in programma venerdì 7 aprile.
La Quintena di preparazione alla festa è un privilegio
che dura dal 1732, da quando Pio VI concesse "Indulgenza Plenaria nel giorno della Festa, ed altre Indulgenze per
cinque giorni, che si premettono per prepararsi devotamente alla medesima".
Domani sera, durante la S. Messa delle ore 18, il parroco
si soffermerà sulla profondità teologica dell'inno "Ave Spina",
mentre nelle serate successive altri sacerdoti si soffermeranno sul grande
filone della Famiglia. «La spina è una
ferita per Cristo – scrive il parroco – una
ferita che vorrebbe scoraggiare tutto quella fiducia nelle potenzialità del
bene: "Dov'è il tuo Regno? A che cosa è servito impegnarti per il
bene?". La spina mette alla prova da un punto di vista motivazionale. Oggi
le nostre famiglie hanno bisogno di
ritrovare quelle motivazioni più profonde
per superare le tentazioni di scoraggiamento e dell'abbandono».
Lunedì 3 aprile don Nicola Del Bianco, parroco e
direttore dell'Ufficio di Pastorale Familiare di Chieti-Vasto, si soffermerà
sul tema "Matrimonio e amore appassionato". Nei due giorni successivi
saranno due coppie di coniugi a lasciare la propria testimonianza su
"Matrimonio e responsabilità" e "Diventare padri e madri".
A chiudere, giovedì 6 aprile, vigilia della Solennità della Sacra Spina, don
Cristiano Marcucci, Direttore dell'Ufficio di pastorale Familiare di
Pescara-Penne, a trattare il tema "Matrimonio e santificazione".
Venerdì prossimo, solennità della Sacra Spina, verranno
celebrate le Sante Messe alle ore 7,30 – 8,30 – 9,30 e 11,00, mentre alle ore
18 è prevista la Concelebrazione Eucaristica presieduta da S. E. Mons. Bruno
Forte, Arcivescovo Metropolita di Chieti-Vasto, seguita dalla processione lungo
le vie del centro cittadino.
Secondo la tradizione cristiana si vuole che la corona di Gesù Cristo sia stata recuperata da Luigi IX di Francia e poi da lui donata alla Cattedrale di Notre-Dame di Parigi. Da questo oggetto, nel corso dei secoli, furono tolte numerose spine per essere donate a chiese e santuari.
Secondo la tradizione cristiana si vuole che la corona di Gesù Cristo sia stata recuperata da Luigi IX di Francia e poi da lui donata alla Cattedrale di Notre-Dame di Parigi. Da questo oggetto, nel corso dei secoli, furono tolte numerose spine per essere donate a chiese e santuari.
La prima notizia sulla Sacra Spina, conservata nella
chiesa di S. Maria Maggiore a Vasto, le troviamo sul manoscritto Memoria dell’antichità del Vasto di Nicola Alfonso Viti: "Solo in tal giorno apparisce in cima a
questa reliquia, come un fiore di certa materia, che par lanugine bianca; ond’è
che non può dubitarsi, che sia altro una di quelle benedette spine…".
Ma le informazioni più complete le possiamo leggere in un piccolo libricino
stampato nel 1778, dove sono riportate, oltre ad informazioni storiche utili,
anche alcune testimonianze dirette vissute da alcuni personaggi e dall’autore
stesso del testo: "È questa una
Spina intiera lunga oncie tre ed un minuto di palmo architettonico Romano,
aspersa nella punta del divin Sangue;
graziosamente conceduto dal Pontefice Pio IV al famoso D. Ferdinando
Davalos Governatore di Milano, e Delegato al Concilio di Trento come
Ambasciatore del Re di Spagna Filippo II, dopo la di cui morte, fu ella da D.
Alfonso Davalos di lui erede, trasportata a Vasto, e decentemente situata nella
Chiesa Parrocchiale, oggi Real Collegiata insigne di S. Maria Maggiore, dove
presentemente si venera".
Nel 1647 il Marchese D. Diego D’Avalos, per un maggior
decoro fece erigere una "maestosa
Cappella", e i suoi successori, D. Cesare e D. Ippolita,
l’arricchirono con ricche suppellettili sacre. Oggi la Sacra Spina si conserva
nell’omonima cappella realizzata nel 1921 su progetto (del 1890) del giovane
architetto vastese Roberto Benedetti.
Lino Spadaccini
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