Inaugurata la mostra "Libertà e Sperimentazione" dedicata a Juan Del Prete, artista indiscusso dell'arte latinoamericana del Novecento.
Una grande mostra quella allestita nelle sale di Palazzo
d'Avalos, curata da Silvia Bosco e Sara Pizzi, due brave e giovani storiche dell'arte, fortemente voluta dal settore Cultura del Comune di Vasto ed in particolare da Elio Baccalà, Vice Presidente del Consiglio Comunale, che si è adoperato in prima persona per l'allestimento della mostra e per la buona riuscita dell'evento.
Dopo i saluti istituzionali del Sindaco Francesco Menna, il dirigente del Settore Cultura, Michele D'Annunzio ha spiegato che sono state rintracciate e catalogate tutte le opere della donazione effettuata da Juan Del Prete nel 1977, in gran parte presenti nei depositi di Palazzo d'Avalose negli uffici comunali, ma non tutte sono state esposte in quanto alcune necessitano di essere restaurate. A tal proposito, il dirigente del Settore Cultura ha lanciato la proposta, per trovare i finanziamenti necessari, di far adottare i quadri da parte dei cittadini.
Peppino Forte, Presidente del Consiglio Comunale, ha ricordato Juan Del Prete come un uomo mite che amava profondamente la propria terra. E con la memoria è tornato al giorno della donazione delle opere al Comune di Vasto, avvenuta alla presenza dell'artista, del Sen. Giuseppe Spataro e del Notaio Colangelo, con il palco allestito davanti Palazzo d'Avalos, quando c'era ancora il Monumento ai Caduti.
Assente Nunzio Pascarella de Capoa, già Direttore dell'Istituto Italiano di Cultura di Buenos Aires, gli interventi dei relatori, moderati dalla giornalista Paola Cerella, visibilmente emozionata in più di un'occasione, soprattutto quando ha ricordato l'attaccamento dell'artista vastese alla sua terra d'origine, sono stati molto interessanti e qualificati.
Emiliano Longhi, già Direttore degli Istituti Italiani di Cultura, ha ricordato i suoi trascorsi giovanili a Vasto da studente fuori sede, e la sua grande amicizia con Juan Del Prete, ma anche il desiderio che questo allestimento diventasse permanente.
La curatrice della mostra, Silvia Bosco, ha sottolineato la necessità di portare a conoscenza della collettività il ricco patrimonio presente a Palazzo d'Avalos e si è soffermata su come è nata la mostra. "Dopo aver riportato le opere a Palazzo d'Avalos", ha spiegato la giovane storica dell'arte, "le abbiamo cominciate a studiare e suddividere: sembrava quasi di trovarsi davanti a più artisti e non solo a Del Prete". Delle 107 opere donate, nella mostra ne sono presenti 79, di cui 16 sono sculture, insieme ad altre 6 opere di Del Prete e 5 di artisti contemporanei, provenienti dalla collezione privata di Emiliano Longhi.
Sara Pizzi, altra curatrice della mostra, si è soffermata sul linguaggio di Juan Del Prete ed alle sue tante sperimentazioni, svincolato dalle etichette,con particolare attenzione al soggiorno parigino ed alle amicizie con grandi pittori dell'epoca.
A chiudere, l'interessante intervento di Gabrielle Izzi Benedetti, che già in passato ha pubblicato un volume dedicato a Juan Del Prete, Filandro Lattanzio e Franco Paolantonio.
Emozionante il breve ricordo di una nipote di Juan Del Prete, che ha riferito come nell'ultimo viaggio a Vasto, è voluto andare a Punta Penna e dopo essersi inginocchiato ha baciato la sabbia in segno di ringraziamento.
Dopo il taglio del nastro da parte delle autorità, i visitatori hanno potuto apprezzare da vicino le opere dell'artista vastese allestite nelle ristrutturate sale del Quarto della Marchesa.
Durante la serata sono stati particolarmente apprezzati i tanghero Giovanna Paola Bellafronte e Giustino De Simone, che hanno ballato sulle note di Astor Piazzolla eseguite da Maria Del Bianco (pianoforte) e Domenico D'Annunzio (fisarmonica).
Lino Spadaccini
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