di Angelo Del Moro
C'è vita dopo la morte? C'è l'aldilà?
Sono due interrogativi che solo nella fede possono trovare una risposta. Fede vuol dire credere in base al racconto di chi è degno, appunto, di fede. Pascal, il più grande matematico e filosofo del '700, invitava a scommettere sul sì. Come un salto nel buio, molto ragionevole.
Certo nessun materialismo è mai riuscito a spiegare come sia possibile la vita, che dalle molecole e dal loro incrocio casuale sia nato qualcosa che pensa la materia cioè l'io, cioè il tu.
Chi ce l’ha ficcato nella natura questo "io" che pensa, giudica ed è libero di fare il bene ed il male? Da un meno come può sgorgare un più così qualitativamente diverso? Sappiamo così poco, perché non accettare il grande "forse"?
E puntare tutto di noi stessi nella ricerca e nell'affidamento a qualcosa che prometta il massimo e questo sia documentato non logiche aride, ma da una presenza che è capace di voler bene. Insomma, di amare. Lo sappiamo quando ci innamoriamo veramente. Per sempre.
E chi è l'autore dell'armonia dell'universo se non un Essere supremo? Ecco, viene spontaneo credere a qualcosa ed a qualcuno che prometta il massimo, ad una persona capace di voler bene, a qualcuno che voglia amare tutti?
L'innamoramento, poi, si consolida: da torrente impetuoso a lago limpido e azzurro, ma qualche volta turbato dalla tempesta. Certo. Possibile che sia un truce inganno?
Certo, ne scrive anche San Tommaso d'Aquino. Questa convinzione nell'aldilà trova conferma nell'azzurro del ciclo, nel ciclo stellato, nella notte, dal tramonto all'alba, che tutto avvolge, in attesa di un nuovo giorno.
Vasto, 04. 04. 2017
Vasto, 04. 04. 2017
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