giovedì 2 marzo 2017

VOLETE AVERE UN FIGLIO MASCHIO? Seguite i consigli di Romani

di LINO SPADACCINI

Volete avere un figlio maschio? Seguite i consigli del vastese Giuseppe Nicola Romani.
Ancora oggi è diffusa la frase beneaugurale "Auguri e figli maschi": l'origine è dovuta al fatto che i figli maschi portavano avanti la famiglia ed il cognome; inoltre, erano una forza lavoro sicura che avrebbero aiutato al sostentamento delle famiglie numerose. Le femmine, al contrario, in passato non lavoravano, risultando così
poco utili ai guadagni familiari e una bocca in più da sfamare.
La scienza ci insegna che a "decidere" se sarà concepito un maschietto o una femminuccia è il papà, in quanto è il tipo di cromosoma dello spermatozoo a determinare il sesso del feto. Sia la cellula sessuale femminile sia quella maschile sono dotate, infatti, di 23 cromosomi che, unendosi, formano il Dna (cioè il patrimonio genetico) del bimbo e ne stabiliscono non solo i caratteri (come altezza, forma del viso, colore degli occhi), ma anche il sesso.
Molto discussa è invece la questione relativa al fatto se si possa influenzare o meno il sesso del feto attraverso una dieta particolare. Secondo alcuni, mangiare alimenti ricchi di potassio o di sodio, favorirebbe il concepimento dei maschi, evitarli o mangiare vegetariano, favorirebbe il concepimento delle femminucce. Anche la luna potrebbe determinare il sesso: avere rapporti quando c'è la Luna piena o crescente favorisce il concepimento delle femmine, mentre con la Luna nuova o calante i maschi.

Ci sono ancora altre teorie legate alla fisicità della coppia, al calendario cinese oppure alla civiltà Maya, ma niente in confronto al metodo infallibile del vastese Giuseppe Nicola Romani, elaborato nella seconda metà dell'Ottocento sulla propria esperienza famigliare.

Fratello dell'illustre omeopata Francesco Romani, Giuseppe Nicola il 17 aprile del 1867, all'età di 68 anni,scrive "Ragionamento sulla nascita degli uomini", pubblicato quattro anni più tardi per i tipi della Tipografia di Domenico Masciangelo di Vasto.
Nello specifico, l'autore si sofferma sulla posizione che l'uomo deve assumere a letto se vuole avere un figlio maschio: "Si vuole far vedere ciò che riguarda al matrimonio, ovvero alla posizione di cui l'uomo servir si deve allorché trovasi in letto per avere il figlio maschio, mettendosi al lato suo destro dell'uomo nel momento del piacere, dopo del quale immantinente la moglie deve situarsi al lato destro voltando le spalle al marito, e rimanere in questa guisa durante la notte". Naturalmente, spiega l'autore, se l'uomo e la donna "dopo aver fatto tre o quattro figli maschi, bramassero di fare una femmina", devono sistemarsi al contrario, cioè la moglie alla sinistra del marito e dopo l'accoppiamento, la moglie dovrà rimanere sul lato sinistro, alle spalle del marito, per tutta la notte.
Sembrano teorie strane, ma in realtà Giuseppe Nicola Romani le ha studiate e applicate durante la sua vita coniugale. Sposato a vent'anni, dalla prima moglie ebbe il primogenito Michelangelo. La posizione assunta a letto era quella giusta, anche se del tutto casuale, con la moglie verso il suo braccio destro. Per maggiore comodità della moglie, che doveva allattare il neonato, il Romani si spostò sul lato apposto. I risultati si videro subito: nacque una bella fanciulla a cui venne dato il nome Giovannina, e, poco dopo, la terzogenita Cleonice. A causa delle complicazioni del parto la moglie morì, rimanendo vedovo all'età di 24 anni con tre figli da accudire.

Dietro consiglio dei parenti fu "costretto" a sposare la sorella della prima moglie. Ma la musica non cambiò anche perché la posizione al letto era "sbagliata": così nacquero prima Elena e poco dopo Leonilda, gettando nello sconforto il povero Romani, sempre più convinto di essere stato colpito da una punizione divina."Mi recai in un villaggio poco lungi dal luogo natale onde allontanare quell'idea ch'era circondata da una certa follia che non mi faceva vivere affatto tranquillo pel gran dolore che sentiva nell'animo mio". Ma quei momenti di riflessioni furono utili. Il Romani ripercorsi mentalmente tutte le gravidanze e gli tornò in mente che dopo il concepimento di Michelangelo aveva cambiato la posizione nel letto.

Tornato la sera stessa a casa, costrinse la moglie a spostarsi alla sua destra. Dopo nove mesi nacque un bellissimo fanciullo a cui venne imposto il nome di Luigi. Seguì una gran festa in famiglia "non tanto per essere nato detto fanciullo", spiega l'autore del volumetto, "ma sibbene per avere io quasi indovinato il segreto in parola". Adesso ci voleva la prova del nove sulla sua teoria e costrinse nuovamente la moglie a passare alla sua sinistra. Dopo nove mesi nacque Rita. Bene, le cose precedevano come previsto. Cambiò nuovamente posizione nel letto e nacquero Stanislao, Errico e Raffaele. Con la nascita del decimo figlio, e dopo aver definitivamente testato la sua scienza, decise che era arrivato il momento di smettere di avere altri figli.

Oltre alla propria famiglia, il Romani poté constatare il risultato della sua teoria su altre coppie ed anche su suo figlio Luigi. "Avendo ammogliato uno dei miei figli chiamato Luigi", spiega l'autore, "e prima di principiare a dormire in letto con la moglie, gl'insegnai il modo come doveva regolarsi, dimodochè diede con ciò alla luce tre figli maschi".
Dispensò consigli anche a nipoti, parenti, amici e anche a forestieri "i quali se prima avevano delle figlie femmine, e viceversa oggi, la qual cosa fa vedere chiaramente essere questa la maniera per avere dei figli maschi sempre però col volere di Dio, che senza di esso nulla può creare…".
E conclude con un ulteriore chiarimento: "Quando il marito e la moglie pongonsi sul letto, la moglie al braccio destro del marito, e quest'ultimo al braccio sinistro della moglie per avere quel piacere che certamente comprenderete, che dopo di ciò la moglie al momento occuperà il posto alla destra del marito, e riposi al fianco destro, perché quel seme che lascia il marito dentro alla natura della moglie rimane nella tromba a destra se deve fare maschio, se poi la moglie si situerà al braccio sinistro del marito, e questi al braccio diritto della moglie, indi si uniranno per avere il piacere, che dopo aver terminato la moglie si metterà subito al posto di sinistra del marito, e riposi al fianco sinistro, perché il seme che lascia il marito dentro la natura della moglie rimane nella tromba di sinistra allorché vorrà fare femmina".

Speriamo che gl'insegnamenti del Romani siano chiari e, chissà, utili per quelle coppie che vogliono avere un maschietto oppure una femminuccia. Nel passato molti hanno beneficiato delle sue consulenze. Infatti, in una nota a margine del volumetto, l'autore si dichiarava disponibile ad ulteriori chiarimenti ed anche a un corso di lezioni: "Chiunque non intendesse chiaramente quanto di sopra si è detto, potrà portarsi dall'autore, il quale fin da questo momento si erigge a Professore della sua esposta scienza, e se la persona fosse un forestiero che non potesse recarsi a Vasto, darà all'autore i mezzi pel viaggio ed il trattamento franco, e costui in un corso di lezioni ammaestrerà chi voglia profittarne".

Lino Spadaccini


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