Tempo e luogo: dopo il terremoto del 1980 a Napoli … e oltre. “Scannasurice” è una sorta di discesa agli “inferi”, post terremoto ’80, di un personaggio dalla identità androgina, nell’ipogeo napoletano dove abita, una stamberga in cui le fanno compagnia i topi (i “surici”), metafora dei napoletani stessi, e i fantasmi delle leggende metropolitane partenopee, dalla Bella ‘Mbriana al Munaciello. Un viaggio alla ricerca di un’identità smarrita dentro le macerie della storia e di una quotidianità terremotata, fisicamente e metafisicamente. Il personaggio fa la vita, “batte”. E’, originariamente, un “femminiello” dei Quartieri Spagnoli di Napoli. Ma i femminielli di Enzo Moscato sono creature senza identità, quasi mitologiche. Oltre l’identità sessuale, sono quasi magiche. È per questo che lo interpreta un’attrice, la straordinaria Imma Villa, naturalmente, oltre l’identità sessuale, rendendone evidenti l’ambiguità e l’eccesso. Una volta smontata la sua appariscente identità, resterà in sottoveste e pantofole, indossando, cioè, la solitudine e la fatiscenza stessa del tugurio in cui vive.
…Ecco, io con Scannasùrice (…) vedevo e percepivo le ferite, le faglie, le fratture dei nostri animi con lo stato precedente della vita e la cultura a Napoli …”
Enzo Moscato – autore
…“Chi so'? Stong 'arinto? Stong 'afora? Nun moro, no... ma neppure campo comm'apprimme: 'a vista, 'e mmane, 'e rrecchie... tutte cose se n'è ghiute... e pure 'a voce... ancora 'nu poco... e poi... sommergerà, affonderà pur'essa” (da Scannasurice). Mirabilmente, in queste parole, è Enzo Moscato stesso a sintetizzare le intenzioni e il significato profondo del suo testo, nonché il senso profondo del malessere, della precarietà, della solitudine, della disperazione e della ribellione, che pervadono il suo “simbolico” protagonista. Carlo Cerciello – regista
Posto unico € 15 (studenti € 10)
Apertura botteghino del Teatro un’ora prima dello spettacolo
www.teatrorossetti.it
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