Il pittore Berardini con il giornalista Catania |
Opere di grandi e piccole dimensioni, che raffigurano i protagonisti dell'attualità di ogni tempo, interpretati con una carica estetica di notevole espressività.Questo, in sintesi, il "ritratto" di Raffaele Berardini.
Negli anni scorsi ha riscosso notevole successo una sua mostra presso la Sala Mattioli di Vasto, basata su una serie di caratteristici «ritratti» dedicati proprio a personaggi famosi del mondo letterario, storico, artistico.
Una pittura, la sua, basata essenzialmente all'impulso di creare la figuratività attraverso espressività gestuale tutta personale.
Ma è anche sorprendente sottolineare come Berardini,
mediante il superamento di forme e di stili, adotti un cromatismo fantasmagorico accentuato dei toni vivaci, sicché si ha la sensazione di assistere a scrutare immagini figurali tratteggiati da elementi essenziali che, in definitiva, si concludono nella raffigurazione dei volti in elementi concreti, quali lo sguardo dei personaggi, quasi che l'immagine, unitamente al vigore del colore, sembra voglia esprimere una energia di luce che si trasforma in vitalità.
Si può onestamente affermare che in Raffaele Berardini l'arte assuma una nuova figuralità che è propria dell'artista in quanto obbedisce ad una spiccata realtà estetica che è, soprattutto, elemento che caratterizza questa sua «nuova figurazione » come rivalutazione della materia strutturata plasticamente che, però, non è fotografica bensì naturalistica scaturita da una ben configurata concezione «gestuale », accentuata da riscontri spiccatamente «segnici».
Presupposti, questi, che confermano quanta spontaneità è insita in questo geniale artista che basa la sua forza creativa nella velocità dell'esecuzione del ritratto, supportata da elementi graficamente concreti affidati alla stesura di ampie superfici colorate.
Ed è, peraltro, questa particolare impronta una ulteriore connotazione dell'arte figurativa di Raffaele Berardini che è basata su di un grafismo autonomo, personale, irripetibile, si da sottintendere un nuovo linguaggio per interpretare questo genere pittorico narrativo «timbrico» che sta a indicare una maniera di applicare il colore con un ritmo lirico capace di esaltare il candore della rappresentazione scenica.
In tale contesto si evidenzia il cromatismo di Raffaele Berardini, contraddistinto da un raffinato dipingere dai colori gradevoli, dagli impasti teneri, tipico esempio dell'armonica fusione, quasi a voler conquistare una spazialità istantanea ed una tonalità di accordi, che, poi, costituiscono una personale caratteristica volta a imprimere una singolare vigoria al colore.
I ritratti di Berardini non hanno mancato di interessare il numeroso pubblico.
Una pittura, la sua, basata essenzialmente all'impulso di creare la figuratività attraverso espressività gestuale tutta personale.
Ma è anche sorprendente sottolineare come Berardini,
mediante il superamento di forme e di stili, adotti un cromatismo fantasmagorico accentuato dei toni vivaci, sicché si ha la sensazione di assistere a scrutare immagini figurali tratteggiati da elementi essenziali che, in definitiva, si concludono nella raffigurazione dei volti in elementi concreti, quali lo sguardo dei personaggi, quasi che l'immagine, unitamente al vigore del colore, sembra voglia esprimere una energia di luce che si trasforma in vitalità.
Si può onestamente affermare che in Raffaele Berardini l'arte assuma una nuova figuralità che è propria dell'artista in quanto obbedisce ad una spiccata realtà estetica che è, soprattutto, elemento che caratterizza questa sua «nuova figurazione » come rivalutazione della materia strutturata plasticamente che, però, non è fotografica bensì naturalistica scaturita da una ben configurata concezione «gestuale », accentuata da riscontri spiccatamente «segnici».
Presupposti, questi, che confermano quanta spontaneità è insita in questo geniale artista che basa la sua forza creativa nella velocità dell'esecuzione del ritratto, supportata da elementi graficamente concreti affidati alla stesura di ampie superfici colorate.
Ed è, peraltro, questa particolare impronta una ulteriore connotazione dell'arte figurativa di Raffaele Berardini che è basata su di un grafismo autonomo, personale, irripetibile, si da sottintendere un nuovo linguaggio per interpretare questo genere pittorico narrativo «timbrico» che sta a indicare una maniera di applicare il colore con un ritmo lirico capace di esaltare il candore della rappresentazione scenica.
In tale contesto si evidenzia il cromatismo di Raffaele Berardini, contraddistinto da un raffinato dipingere dai colori gradevoli, dagli impasti teneri, tipico esempio dell'armonica fusione, quasi a voler conquistare una spazialità istantanea ed una tonalità di accordi, che, poi, costituiscono una personale caratteristica volta a imprimere una singolare vigoria al colore.
I ritratti di Berardini non hanno mancato di interessare il numeroso pubblico.
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