L'AMORE
di Angelo Del Moro
E'al centro della vita: sentimento dì affetto vivo, trasporto dell'animo verso una persona o una cosa,
primo e più importante che un uomo e una donna realizzano nel corso della vita.
Purtroppo
Adamo ed Eva, disubbidendo a quanto Dio aveva stabilito, mangiano il frutto proibito, sicché furono
cacciati dal Paradiso, con il risultato di lasciare alla discendenza umana l'onere del peccato.
Ne
scaturirono due tipi di amore: quello basato sul matrimonio e quello
manifestato dall'uomo
all'uomo.
Nel primo si realizza l'unione legittima dell'uomo e della donna per creare una famìglia e
per perpetuare la specie. Nell'altro, invece, due uomini decidono di vivere insieme: il che è
altrettanto legittimo, ma non equiparabile al matrimonio.
Purtroppo l'intollerabilità della pressione
fiscale, la pesante crisi economica e il dilagante edonismo di oggi hanno enormemente abbassato
il livello generazionale, con le conseguenze del caso. Ora se questo andazzo deve andare avanti
dipende da noi. Se la massiccia e selvaggia immigrazione, a favore dei musulmani in atto debba
continuare all'infinito tocca a noi deciderlo, mettendo al Governo del Paese, come impone una vera
democrazia, persone capaci, che rappresentino totalmente i cittadini.
Perché la massiccia
accoglienza degli immigrati non può essere indiscriminata ma va realizzata secondo regole da
rispettare.
E allora non sarà il caso di cominciare a riflettere che forse le questioni sono legate non
fra loro ma col sistema elettorale dal quale deve uscire un solo vincitore e non una baraonda più o
meno proporzionale di partiti rappresentativi, come pretende la nostra Costituzione che sarà anche
la più bella, ma deve essere a favore del popolo, piuttosto che per i politici che da 70 anni ci sciabolano
sopra.
Non sarà il caso di svegliarsi dal nostro sonno profondo ? Sull'orizzonte sì sta schiudendo
una sottile linea azzurra: è il segno di una nuova aurora. Certamente ci sono colpe di singoli e di
sistemi: bisognerà, ripulire, spazzare via II marciume che si è accumulato nel Paese, per risollevarlo
e per rilanciarlo.
Ce la faremo? Forse sì, auguriamocelo. D'altronde, vengono prima i terremotati,
i disoccupati abbandonati, il popolo e la sua sovranità, il debito pubblico sempre più spaventoso. Poi
vengono il lavoro, la vita reale, la corruzione pubblica e politica sempre più diffusa, poi la famiglia
che deve essere veramente sostenuta, i nostri valori, le nostre radici, la libertà, le nostre origini
gìudaico-cristiane, il rispetto per il proprio popolo e le sue tradizioni, le sue industrie, i suoi giovani
e i suoi anziani.
Un pensiero profondo va all'Onnipotente: per salvare la pace, la libertà e la giustizia, da qui all'infinito.
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