A scuola di coreutica in un Festival della scienza
di Luigi
Murolo
Da
nowhere a nowhere. Da «nessun luogo» a «qui e ora». Ecco ciò che accade
quando dei corpi librantisi nell’aria riescono a tradurre in immagine ciò che
altrimenti resterebbe flatus vocis o,
più opportunamente, «pensiero che dice». Nell’antica lingua dei Greci, idea aveva la stessa radice di idein, ‘vedere’ . Che cosa significa
tutto questo? Molto semplice.Che per
gli Elleni, l’ideaaveva il suo fondamento nella vista.
La
brillante performance di tre giovanissime danzatrici (Marina D’Ottavio, Valeria
Lombardi, Giada Cipriani) sulla scena
allestitain una torre cilindrica tardoquattrocentescadi Vasto (Diomede del
Moro) ha reso possibile la figurazione di quel verso del Furioso che recita «Ruotando il carro, per l’aria levossi» (XXXIV,
69), a sua volta titolo dello spettacolo. La sapiente miscela di giochi con attrezzi
(soprattutto cerchi) e di spaccate in aria ha reso percepibile la torsione
ipotizzata da Ariosto con l’aggiogamento dei destrieri al carro attraverso cui
Giovanni l’Evangelista conduce Astolfo sulla luna. In effetti, lo spumeggiante
intreccio di ginnastica ritmica e danzaimprime quel senso di leggerezza che
muove verso l’alto e chele giovani danseuses
trasfigurano conl’inarcamento lombare sulla fune e con la testa in giù che apre
alle suggestioni del mondo alla rovescia. Così, in questo levar dei corpi per
l’aria, il viaggio di Astolfo riesce a assorbire e, contestualmente,
trasmettere al pubblico i barbagli di
voceprovenienti in modo più che sussurrato dai giardini di Kensington diPeter Pan, dai cieli del gabbiano Jonathan Livingston, dal canto notturno di un pastore errante
dell’Asia. Ma ricordiamolo. Quelle voci sono acusmatiche. La loro fonte
d’emissione è invisibile. C’è solo quella porta aperta e vuota sul fondo della
scena che inquieta e interroga l’occhio attento dello spettatore.
Last butnotleast, il timbro cupo
del sax tenore di Angelo Carosella. Un sentimento blues che punteggia il racconto dei corpi in movimento. In altre
parole, una sonorità profonda che scandisce la sequenza dei tableaux vivants che la stessa
narrazione produce.
Che
strano! Pareva uno spettacolo di gran gala inscenato da un Liceo delle arti. E
invece no. Mi hanno detto che si trattava di una rappresentazione di nicchia di
un Liceo Scientifico. Per un festival della scienza! Che cosa posso dire: incroyable!
«Ruotando il carro, per l’aria levossi»
Da un’idea di
Clotilde
Muzii e Giovanna Santangelo
Danzatrici
Marina
D’Ottavio
Valeria
Lombardi
Giada
Cipriani
Sax tenore
Angelo
Carosella
Lettori
Jacopo
Iurescia, Valentina Abbondanza,
Caterina
Ottaviano, Emanuela Magrí,
Chiara
Di Spalatro, Lorenza Ubaldi
Festival
della Scienza “Polo Liceale “R. Mattioli” – Vasto
Torre Diomede del Moro
26 gennaio 2017
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