http://www.rete8.it/cronaca/123elezioni-provinciali-di-chieti-sfida-tra-tre-liste/
DA CAMILLO D'AMICO RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
HA ANCORA SENSO
“VOTARE” PER UNA PROVINCIA SENZA SOLDI, SVUOTATA DI POTERI E CON SCARSA
AUTOREVOLEZZA?
Dopo la pubblicazione delle tre liste concorrenti alle
prossime elezioni provinciali di Chieti dell’8 Gennaio 2017 sovvengono alcune
riflessioni che appresso sento di esporre.
Con orgoglio voglio ricordare
alla pubblica opinione che, tra i tanti, rappresento l’ultimo esempio di
Consigliere Provinciale eletto direttamente e democraticamente dai cittadini.
Dopo è arrivata l’errata e mal
realizzata riforma intestata al ministro Graziano De Rio, ex presidente
nazionale dell’Anci, che ha classificato le Province come “Enti di secondo
livello” con funzioni ridotte ma significative con competenze su strade ed edilizia scolastica.
La riforma fu approvata sull’onda populistica che bisognava tagliare i costi della politica e della casta (!) come se queste fossero annidiate tutte nelle province Italiane.
La riforma fu approvata sull’onda populistica che bisognava tagliare i costi della politica e della casta (!) come se queste fossero annidiate tutte nelle province Italiane.
In quel momento storico il popolo
ha abboccato salvo ricredersi subito dopo quando s’è accorto che i costi non
sono diminuiti, le poltrone e gli strapuntini neanche, la corruzione e le
clientele addirittura aumentate.
E’ bastato poco per capire che
s’era trattato dell’ennesimo inganno perpetuato da una classe politica
parlamentare avvezza all’inganno tutta
nominata in base ad una legge elettorale (Porcellum) dichiarata nel frattempo
incostituzionale e priva di ogni vero principio di partecipazione e decisione
democratica.
Anziché, come sarebbe stato
logico e giusto, fare una complessiva riforma istituzionale dove anche piccole
regioni e comuni avrebbero dovuto subire una cura dimagrante attraverso una
diminuzione numerica, oltre che intervenire sul piano parlamentare per Camera e
Senato in concreto per abbattere costi e privilegi, si scelse la scorciatoia
della riformetta sulle Province.
Gli esiti nefasti del referendum
del 4 Dicembre scorso hanno fatto sì
che con la vittoria del “NO” adesso le Province tornano ad alzare la voce con
coraggio e determinazione.
Giusto che lo facciano ma adesso esiste
il vulnus della mancanza della
democrazia diretta nella scelta degli amministratori che dovrebbe essere in
capo al popolo sovrano e non certo agli amministratori locali dove il peso del
voto è rapportato al numero degli abitanti la propria cittadina amministrata
con buona pace delle piccole comunità perennemente penalizzate soprattutto
quelle delle aree interne.
E’ allora inutile andare a votare
il prossimo 8 Gennaio 2017? Non lo è se
questa tornata è propedeutica ad una riforma più generale sul piano istituzionale
che poi riconsegni il diritto – dovere di scelta degli amministratori delle
Province in capo al popolo sovrano altrimenti sarà un appuntamento per
pochi intimi, i cui esiti sono già scritti e scontati oltre al fatto che
l’autorevolezza degli eletti è bassissima e non percepita tra i cittadini.
Camillo D’Amico
Nessun commento:
Posta un commento