giovedì 6 ottobre 2016

LA CAMPANA NON CHIAMA PIÙ

Foto Lino Spadaccini
..."cala la sera / e una campana / invita dolcemente / alla preghiera.

 di Giuseppe Catania
Una immagine agreste e poetica, immortalata anche dai pittori, quella dei rintocchi delle campane delle chiese.
I contadini, una volta, regolavano la loro giornata all'udire le campane che diffondevano nell'aria dall'alto dei campanili, rintocchi lenti e cadenzati: il mattutino, 21 ore, i vespri, e così via, per scandire il ritmo del tempo.
Ora che la civiltà contadina è tramontata perché sovvertita da quella industriale, il progresso ha cambiato ogni cosa.
Prima, infatti, era il sagrestano a regolare il rintocco delle campane, ora, invece, è un congegno elettronico a far scattare non più il battocchio, ma un infernale martelletto a percussione. 
Da qui la reazione della gente per questi che, comunemente, sono definiti "rumori molesti" che, anziché chiamare la gente, la infastidisce. Ne sanno qualcosa alcuni parroci che sono incappa­ti nelle contestazioni giudiziare per il reato continuato, quando si superano i limiti di immis­sioni di decibel nell'area abitativa.

Il progresso, quindi, come si vede, oltre a portarci delle innovazioni, ha determinato 1'adozione di
nuove normative.

Per ora la giustizia si è limitata, quando è stata investita della "vexata quaestio", per derimere bo­nariamente o per l'applicazione di sanzioni ammi­nistrative.

E domani? Elettrificazione a parte, le campane sono tenute in osservazione, sott'occhio, per dirla alla nostra, o a contatto d'orecchi.

Per adesso ci limitiamo a ricordare il famoso per­sonaggio della nostra storia dei comuni, quando profferì il fatidico..."e noi suoneremo le nostre campane!" non certo per uno squillo argentino!
Ma in tempi più vicini a noi, possiamo accennare alle aspre contese, a suon di botte, note come "l'ante
pulsazio campanarum", quando le chiese di Santa Maria Maggiore e di San Pietro in Vasto,si contendevano il diritto di suonare il primo colpo di campana per an­nunciare al popolo la Resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo.
GIUSEPPE CATANIA

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