Giuseppe Catania
"Parlare di un pittore è facile, di un artista è difficile, parlare di Nicola D'Adamo è impossibile, perché nel suo corpus pittorico racchiude tutto del pittore e ancor di più
dell'artista.
Cominciamo col dire che pittore si può diventare, con scuola e bottega, ma artista si nasce.
Il nostro D'Adamo come pittore è immenso studioso dei grandi maestri del passato, riprende i temi da loro proposti, come il dipinto di San Michele in presentazione, la delicatezza della pennellata; la forza dell'espressione è ben visibile, la scelta dei colori e l'ondulazione del movimento salta anche all'occhio del visitatore inesperto.
Il dipinto di D'Adamo piace per la cosciente fermezza disegnativa, l'intensa attenzione a risolvere con precisi rapporti tra problemi plastici e tonalità, con la figura del San Michele, la sua armonia afferma una sicurezza costante nell'uso dei propri mezzi espressivi.
Ma quanta sapienza d'arte nell'esecuzione di Lucifero! La classicità delle pennellate lunghe che creano le forme, mentre la forza espressiva creano il movimento dei piani ed il brivido della luce, fa-cendo del colore e del rilievo una sola sostanza.
Ma l'artista che è in lui si manifesta nel suo modo di ricercare l'impossibile nelle sue composizioni pittoriche moderne, espressioni che gli sono congeniali, offrendosi anche nella scultura, nel canto, nella musica. Va paragonato ai grandi artisti del nostro novecento dove armonia, chiarezza, ispi-razione e amore dell'arte sfidano tutto e tutti".
Angelo Ricciardi
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