caccia al toro con cani |
di GIUSEPPE CATANIA
DIVERTIMENTI PUBBLICI
La Caccia al toro, simile a quella che dilettava il popolo romano, si svolgeva a Vasto fino agli inizi dell‘800. Lo riferisce lo storico Luigi Marchesani “Storia di Vasto, città in Abruzzo Citeriore” (Napoli 1837) che scrive : “La caccia al toro, avanzo dei giochi Romani, è caduta in disuso da pochi anni: davasi nei larghi delle fontane di Palazzo e di Porta Palazzo, barricandosi le strade che vi si
aprono. Robusti e coraggiosi cani corsi, che i nostri beccai e de’ vicini paesi, appendendosi alle orecchie del muggente inferocito animale, sforzavasi di fermarlo. Un premio si dava al padrone di quel cane, che nella pericolosa impresa di arrestare per l’orecchio il defaticato corteggiante toro, riusciva”
La carriera a cavallo, per ricordare i giochi dei Troiani, era animata da cavalieri (per lo più i carrettieri di allora). Da Vasto Marina si giungeva, per la salita della Madonna delle Grazie, a Portanuova. Poi, per Piazza Verdi si toccava l'Aragona, per via Garibaldi.
Memorabili divertimenti pubblici vennero predisposti durante la cerimonia di consegna da parte del marchese Cesare Michelangelo D 'Avalos,per incarico ricevuto dal re Carlo III d'Austria, dell'insegna cavalleresca del "Toson d'Oro" al contestabile del Regno, Fabrizio Colonna. Il 3 ottobre 1723 vennero distribuiti dai balconi di Palazzo D'Avalos, pane, formaggio, salami al popolo accorso numeroso. Due fontane artificiali vennero appositamente costruite davanti al Palazzo dei Marchesi d'Avalos, da cui "scaturivano del bianco e del rosso vino per molte ore". Una grandiosa macchina pirotecnica venne innalzata ed offrire, per due sere consecutive, lo spettacolo fantasmagorico "dei fuochi artifiziali ammirabili per mottetti e lettere luminose allusive alla gran festa e per fatti storici rappresentati co' fuochi lavorati".
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