giovedì 17 gennaio 2019

Nel 1933 alla "Galleria Dedalo" di Milano esposte 54 opere scelte di Filippo Palizzi

"Ritorno dal Pascolo" di Filippo Palizzi
Un avvenimento culturale poco noto

 di Giuseppe Catania

Tra le manifestazioni d'arte dedicate all'opera pittorica di Filippo Palizzi, emerge una singolare iniziativa della "Galleria Dedalo" (già Galleria Scopinich) Arte Antica e Moderna di via S.Andrea a Milano.

Filippo Palizzi (Vasto 16.6.1818 -
Napoli 11.9. 1899) fu, insieme ai fratelli Giuseppe, Nicola e F.Paolo, il capostipite della famosa "scuola napoletana" di Posillipo. Le sue opere (molte delle quali custodite nei musei civici di Palazzo d'Avalos a Vasto), sono disseminate nei maggiori musei e collezioni private di tutto il mondo. Ogni tanto l'esperto d'arte e collezionista vastese Angelo Ricciardi (che ha curato due memorabili mostre a Palazzo d'Avalos nel 1988 e 1989) con il fiuto di un "segugio", scopre capolavori dei Palizzi, in Italia e all'estero, e li riporta in Patria. Dobbiamo alla sua sensibilità ed alla sua appassionata attività di ricerca l'aver rintracciato un catalogo della Mostra di Filippo Palizzi alla "Galleria Dedalo", da cui prendiamo spunto per intrattenerci su una rievocazione critica sul pittore vastese.

Alla "Dedalo" di Milano vennero esposte ben 54 opere del pittore vastese, dal 24 dicembre 1933 a tutto gennaio 1934.
L'esposizione ebbe un successo strepitoso, sia di critica che di pubblico.
Nel catalogo stampato dalla "Rizzoli & C" (Anonima per l'Arte della Stampa - Milano 1933- XII) viene sottolineata una delle più importanti tele dipinte da Filippo Palizzi : "Ritorno dal pascolo" (Foto sopra), con il seguente saggio: ""Dipinto ad olio su tela cm.122x82, con cornice dorata: firmato e datato Fil.Palizzi 1868. Figurò nella ultima Esposizione degli Amatori e Cultori di Roma nella sezione retrospettiva napoletana. Pochi dipinti del Palizzi, come questo, chiudono nella stessa trama pittorica, la complessa attività dell’Artista. Paesaggio, animali, figure sono qui dipinti a significare un momento della vita dei campi di sorprendente verità. La bellezza delle tinte; la fermezza dei disegno; la gagliardia del chiaroscuro, dicono le grandi possibilità del Palizzi che fu il rinnovatore non soltanto della Pittura a Napoli, ma esempio di probità autentica, di profondità analitica e di schiettezza a tutta l'arte italiana". Peraltro, l'arte di Filippo Palizzi si orientò verso una istintiva predilezione alla vita animale. Non soltanto soffermandosi nel tratto della forma esteriore, ma con una intima concezione di naturale raffigurazione di compiutezza.

Infatti, per oltre mezzo secolo, del quadro egli fece il protagonista l'animale, con sorprendente e mirabile continuità, sì da rendere varie sue opere un unico lavoro del genere, da paragonarsi ai valenti animalisti giapponesi. Il pittore si sentì predestinato a tale compito per l'amore dei campi, il ricordo dei monti e delle selve, della gente sana e forte d'Abruzzo.
L'artista amò l'arte paesana, semplice, con una osservazione rigorosa nei particolari, senza sottintesi, con fedele interpretazione del vero chiaro, espressivo.
GIUSEPPE CATANIA

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